Io ti voglio bene, e come me molti altri. Un bene che a parole non si può descrivere. Per ciò che sei stato e sei per il calcio, e per ciò che sei e sarai sempre per la nostra Signora. Comprendo il dolore e la rabbia del momento di mercoledì sera. Umanamente non dovresti nemmeno chiedere il perdono e la comprensione di nessuno, ti spettano come altrettanto spetterebbero a chiunque si fosse trovato al tuo posto. Chi cerca continuamente di strumentalizzare lo fa in modo intellettualmente disonesto. Una partita ad eliminazione non è un turno di un torneo lungo mesi e mesi. Ma il punto non è in ogni caso questo. Tu sai di aver sbagliato con le parole a quei microfoni. Non i concetti "asciutti", ma quando si fa parlare la rabbia si sporca ogni cosa. È vero, come ha asserito chi ha conoscenza e passione pura per il calcio, che oltre il recupero in una partita ad eliminazione il rigore lo fischi solo se solare e inappuntabile, ma sai bene che ti capita a favore e contro e, deve valere sempre, ci devi stare. Ma tu davvero vuoi essere ricordato come un rabbioso, ancorché parzialmente nel giusto, giocatore di 40 anni? A me del biasimo che ti cade e continuerà a caderti addosso non interessa. A me interessa che il Mio Capitano, erede di Alessandro e di Gaetano più di tutti, ci renda orgogliosi di scandire sempre e per sempre il suo nome. Mostra di essere Uomo, come auspicato anche da chi ti ha preceduto: scusati per i modi e i toni. Torna ad essere il Gigante che sei sempre stato, qualche minuto di Ombra non deve spegnere la Luce.

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