Il Milan visto ad Udine è stato, forse, il peggiore visto fino a ieri dalla stagione sportiva 2010/2011 in cui ha vinto l'ultimo scudetto prima del filOTTO juventino. Molti tifosi rossoneri avevano la speranza, come ad ogni inizio di campionato, che questa sarebbe stata la stagione della svolta: nuovo allenatore, nuovi dirigenti... ma è bastato vedere la prima partita ufficiale (alcune avvisaglie si erano avute anche nelle partite di pre-campionato) per riportare la fiducia sotto i piedi e lo sconforto alle stelle.

Giampaolo non ha colpe particolari (al di là di qualche scelta discutibile di formazione) né servirà, come ho sentito proferire dallo stesso tecnico, cambiare modulo di gioco e passare da un 4-3-1-2 provato per tutta l'estate al vecchio 4-3-3. Non è cambiando modulo che si risolveranno i problemi cronici di questa squadra.
Piuttosto bisognerebbe cambiare e spedire 7-8 giocatori che oltre ad essere mediocri hanno l'arroganza e la convinzione che basti indossare la maglia del Milan per vincere le partite. Mi riferisco ai vari Chalanoglu, Rodriguez, Calabria, Borini, Suso, Castillejo e Kessié, che negli ultimi anni si sono messi in luce più per la loro discontinuità ed evanescenza.

Con questa gente neanche il miglior Guardiola sarebbe in grado di fare meglio dei vari Montella, Gattuso e dello stesso Giampaolo. Dirigenti come Boban e Maldini dovrebbero intervenire in maniera molto dura nei confronti di tutti i calciatori della rosa e far capire che non si può rappresentare una Società così gloriosa  in questo modo.

Bisognerebbe cominciare inculcando in questi calciatori la cultura del lavoro, della responsabilità e soprattutto dell'umiltà. Guardo spesso le partite del calcio inglese e la cosa che noto principalmente, è la concentrazione dei calciatori prima di ogni gara e il massimo impegno che tutti spendono in campo; la stessa cosa non si può dire per i calciatori del Milan che sin dal sottopassaggio dello stadio, prima di entrare in campo, sono "impegnati" a distribuire pacche sulle spalle e sorrisi a compagni ed avversari come nelle migliori gare amichevoli ed a "svegliarsi" magari dopo aver subito il primo gol. 

Manca l'applicazione, il senso di appartenenza, l'impegno, la serietà e queste qualità purtroppo non si acquistano al calciomercato. Dirigenti ed allenatore dovranno lavorare soprattutto su questi ultimi aspetti per cercare di salvare una stagione che ormai è cominciata e che con il calciomercato in scadenza sarà difficile da correggere.

Se così non sarà, prepariamoci allora ad assistere, ahimè, ad un'altra stagione di alti e bassi, da 6°-7° posto.