Nell'arco di questo mese dedicato ai Mondiali qatarioti, gli appassionati di calcio italiani sono stati privati della loro beneamata Serie A. Ciò nonostante, le tematiche calcistiche sono sempre rimaste al centro dei pensieri e dei dibattiti degli amanti del pallone: in primis grazie agli avvincenti campionati del mondo a cui stiamo assistendo. Tuttavia, in questo lasso di tempo, a non aver subito interruzioni è stata la Serie B; un campionato di cui si parla troppo poco, visto il buon livello di gioco che è in grado di offrire e i continui capovolgimenti di fronte che si verificano durante le varie stagioni.

La curiosità principale di quest'annata, per quanto concerne la serie cadetta, è la presenza di ben cinque allenatori appartenenti alla rosa dell'Italia trionfatrice nei mondiali 2006.
Stiamo parlando di Fabio Grosso, Filippo Inzaghi, Fabio Cannavaro, Daniele De Rossi e Alberto Gilardino. Tutti questi nomi di grande blasone, ai quali si aggiungono Gianluigi Buffon e Cesc Fabregas (altri due campioni del mondo ancora in attività), attribuiscono perciò un particolare fascino ad una categoria spesso sottovalutata.
Entriamo dunque nei meriti dei singoli allenatori, analizzando i vari percorsi svolti finora e le situazioni di classifica attuali.

IL FROSINONE DI FABIO GROSSO
- Come non iniziare dalla capolista. Il Frosinone si sta rendendo protagonista di un cammino straordinario, visti gli obiettivi prefissati ad inizio stagione: una rosa costruita per disputare un campionato di metà classifica, puntando eventualmente ad un posto nei playoff. Eppure, i ciociari sono meritatamente in testa, a +4 sulla seconda e +7 sulla terza. Indubbiamente si tratta del miglior, seppur parziale, risultato raggiunto da Fabio Grosso nella sua carriera da allenatore. Dopo le esperienze pressoché negative sulle panchine di Verona e Brescia, il tecnico sembra aver trovato il palcoscenico ideale per mettere in mostra le sue doti; va a lui il merito di aver creato una bella sintonia fra esperti e giovani, aver trasmesso un'identità ben precisa e una mentalità che si sta rivelando vincente. La continuità di risultati di questa prima parte di stagione ne è la conferma: 36 punti in 17 partite, solo 10 gol subiti e mura casalinghe ancora imbattute. Di certo siamo ancora agli inizi, ma il Frosinone si è già dichiarato potenziale leader della corsa alla Serie A.      

LA REGGINA DI PIPPO INZAGHI
"Dal rischio fallimento al successo". Così si può riassumere l'ultimo semestre della Reggina: il cambio di proprietà avvenuto in estate ha permesso al club calabrese di rimanere in vita e di iscriversi in tempo al campionato di Serie B. Le ambizioni del nuovo patron Felice Saladini hanno convinto Pippo Inzaghi ad accettare l'incarico di allenatore in vista della nuova stagione. Una scelta interessante perché i risultati dimostrano che con Inzaghi alla guida di un club di B, sognare è del tutto lecito. Dopo l'annata da record a Benevento, culminata con una strameritata promozione con diverse giornate d'anticipo, e dopo la parentesi al Brescia, l'ex centravanti del Milan ha deciso di ripartire dalla Calabria...e lo ha fatto da subito piuttosto bene. "Un mese fa non sapevamo neanche se riuscivamo ad iscriverci; se non ci montiamo la testa possiamo fare qualcosa di straordinario" -commentava il tecnico piacentino ad inizio anno. E possiamo dire che la strada è quella giusta: con il momentaneo secondo posto in classifica, la Reggina è la vera outsider del campionato. Oltre alla grande esperienza di Inzaghi, il club può contare su vari veterani (tra cui Menez ed Hernani) ed altrettanti giovani (come Pierozzi e Fabbian) per centrare l'ormai dichiarato obiettivo promozione. 

IL BENEVENTO DI FABIO CANNAVARO
Percorso diverso quello svolto da Fabio Cannavaro sulla panchina del Benevento. Subentrato alla settima giornata, in seguito all'esonero di Fabio Caserta, per il pallone d'oro 2006 si tratta della prima esperienza nella serie cadetta e in generale nel calcio europeo e italiano. Dopo le prime avventure nel campionato cinese (2 titoli) e una parentesi negativa in Arabia Saudita, l'ex difensore decide di ripartire dalla sua Campania. Richiamato in corso d'opera dal presidente Vigorito, il compito di risollevare la piazza non iniziò nel migliore dei modi: 3 sconfitte, 5 pareggi e 3 vittorie. Due delle quali sono arrivate nelle ultime due partite, a testimonianza di come le idee del tecnico napoletano stiano entrando nelle menti dei suoi giocatori: "Bisogna cercare di affrontare le partite con la massima concentrazione, con la capacità di essere operai con un proprio concetto di gioco" -ha parlato così alla viglia del match di Modena. Una sfida chiave per dare continuità al lavoro che si sta portando avanti. Un cammino che non è stato di certo facile, ma i primi frutti cominciano pian piano ad arrivare.   

LA SPAL DI DANIELE DE ROSSI
- Proseguiamo con un campione del mondo che ha parecchi tratti in comune con Cannavaro. Stiamo parlando di Daniele De Rossi: anche lui all'esordio su una panchina a livello pro e anche lui selezionato alla guida della Spal dopo l'esonero di Venturato dell'ottava giornata. Le prime due uscite del Capitan Futuro romanista hanno fatto intravedere buoni risultati: un buon pareggio a Cittadella, la surclassante vittoria interna sul Cosenza per 5-0 e due clean sheet ottenuti. Dopodichè 4 pareggi e 3 sconfitte. Difficoltà da mettere in preventivo vista la totale inesperienza del tecnico romano, il quale ha mosso i suoi primi passi all'interno dello staff della nazionale italiana, grazie alla fiducia del ct Mancini. Ancora conosciamo poco il calcio che ha in mente De Rossi; ma grazie alla grinta e alla leadership che lo hanno contraddistinto da giocatore, immaginiamo che riuscirà a trovare la quadra per risollevare le sorti di una Spal in difficoltà.

IL GENOA DI ALBERTO GILARDINO
Altro allenatore ad interim è Alberto Gilardino. Subentrato alla guida del Genoa solamente da due giornate, in seguito all'esonero di Alexander Blessin. Nonostante il buon posizionamento in classifica del grifone (piena zona playoff), l'ambiziosa proprietà statunitense ha optato per un cambio inatteso. Probabilmente ci si aspettava un rendimento migliore, grazie ad una rosa più che competitiva composta da giocatori di categoria come Aramu, Strootman e Coda. A differenza dei due esordienti citati precedentemente, il tecnico Biellese inizia la sua nuova carriera in categorie inferiori sulle panchine di Rezzato, Pro Vercelli e Siena. Esperienze formative, come dichiarato dallo stesso Gila. Ora arriva un incarico ben più complesso: non solo sollevare il morale della tifoseria, ma anche e soprattutto riportare i rossoblù nella massima serie. Se le prime due giornate hanno fruttato 4 punti, senza subire gol, allora possiamo dire che i presupposti per far bene ci sono tutti!  
Vedremo dunque se, come nel caso dei mondiali in Germania, il destino degli eroi italiani (stavolta in versione allenatori) si rivelerà vincente.