Nella penultima notte al Maradona di questo 2022 è andata in scena l'ennesima performance convincente da parte della squadra dominatrice del nostro campionato. Stiamo parlando ovviamente del Napoli, il quale si sta sbarazzando di tutte le sue concorrenti al titolo proponendo un calcio offensivo, europeo ed esteticamente perfetto. Nonostante l'ottima prestazione dell'Empoli, nel match d'esordio di questo turno infrasettimanale, la squadra di Spalletti si è assicurata (in un colpo solo) i tre punti, il consolidamento del primo posto in classifica e un maggiore distacco di due punti, visto il passo falso del Milan in quel di Cremona. Sebbene ad oggi il Napoli sia la grande favorita per l'assegnazione dello scudetto, i primi di agosto non tutti la pensavano esattamente così. Le pesanti cessioni in estate dei maggiori leader partenopei, infatti, avevano condotto il pensiero di molti ad una sottovalutazione generale della realtà campana; eppure, l'esercito comandato da Luciano Spalletti sta stupendo veramente tutti!

Ma quanti e quali sono i meriti da attribuire al Napoli rispetto a questo straordinario inizio di stagione? Sicuramente tanti, ma la chiave del successo è riassumibile in un concetto: la forza del gruppo. Non è un caso che, con 9 gol da parte dei subentrati, il Napoli sia la squadra che trova più reti dalla panchina in Europa; a testimonianza del fatto che chiunque venga scelto dall'allenatore contribuisca al funzionamento di questa macchina perfetta. Ne ha parlato, ad esempio, el Chucky Lozano nell'intervista postpartita con l'Empoli sul tema rigoristi: "Tutti mi hanno detto di calciare e sono andato. In questo Napoli siamo tutti protagonisti".
Anche Jack Raspadori ha sottolineato l'importanza di quest'aspetto: "Abbiamo tutti la volontà di andare nella stessa direzione. Questo ci ha permesso di ottenere dei risultati incredibili". L'artefice di questo capolavoro non può che essere Luciano Spalletti. Stiamo parlando del primo allenatore della storia a vincere 10 partite di fila in Serie A con due squadre diverse (riuscì nella stessa impresa anche sulla panchina della Roma nella stagione 2005/2006). Tra i suoi molteplici meriti, le sue intuitive sostituzioni risolvono molto spesso le partite: come nell'ultimo match in cui a risultare decisivi sono proprio Lozano e Zielinski, intervenuti a gara in corso con la voglia di spaccare il mondo. Il suo lavoro ha trasmesso ai calciatori consapevolezza dei propri mezzi, maturità nella gestione delle situazioni di gioco e nella lettura dei momenti della partita. Il tutto condito da un calcio spettacolare, fatto di trame elaborate, imbucate in profondità e ricerca dell'uomo negli spazi, e dall'instaurazione di una mentalità vincente, in cui tutti siano al centro del progetto. Basti pensare alla partecipazione realizzativa delle "riserve", anche se Spalletti non apprezza questa parola, nel momento in cui sono venuti a mancare i principali riferimenti offensivi e non solo: Raspadori e Simeone in assenza di Osimhen, Elmas in assenza di Kvara, Juan Jesus e Ostigard in assenza di Rrahmani.

Ultima chiosa va indubbiamente dedicata alla dirigenza: non era per nulla facile sostituire gente del calibro di Insigne e Koulibaly, ma la velocità con la quale si sono inseriti Kvaratskhelia e Kim nel contesto napoletano è semplicemente devastante. Specie considerando i campionati minori (rispettivamente georgiano e turco) dai quali essi provenivano.
Insomma, è vero che siamo soltanto alla quattordicesima giornata di campionato, ma al momento non si intravede nessuna potenza (almeno in Italia) in grado di contrastare questa corazzata meravigliosa.