La fase a gironi è ormai alle spalle. Il mondiale in Qatar si sta rivelando una competizione in cui non si può dare nulla per scontato, nella quale ogni nazionale è pronta a dare battaglia fino all'ultimo istante pur di rendere orgoglioso il proprio popolo. E' dunque tempo di bilanci, in modo tale da proiettarci immediatamente verso gli ottavi di finale. 

In questa prima parte dell'evento più atteso dell'anno, sono state poche le squadre in grado di qualificarsi senza problemi, e tanti i risultati inattesi, più di quanto ci si potesse aspettare a priori: spiccano le eliminazioni di Belgio, Uruguay e Danimarca in gironi definiti come abbordabili alla vigilia, oltre al tonfo della Germania di Flick. 
Tuttavia, in questa sede ci si vuole soffermare sul percorso delle squadre africane, che si sono sorprendentemente prese la scena: un continente spesso sottovalutato, le cui nazionali, come abbiamo visto in queste settimane, sono in grado di spaventare e talvolta buttare fuori realtà decisamente più affermate. 

Ai blocchi di partenza, sono cinque i paesi chiamati a rappresentare il continente africano: sebbene solo due abbiano superato i gironi, non si può dire che il percorso svolto dagli altri tre non sia stato positivo...anzi; le caratteristiche che accomunano tali squadre sono la propensione a non arrendersi mai, lo spirito agguerrito e una forte coesione con il pubblico presente sugli spalti. Analizziamo, quindi, nel dettaglio il cammino delle africane qualificate (con merito) agli ottavi di finale, senza rinunciare ad elogiare le non qualificate, protagoniste ugualmente di un'avventura indimenticabile.

Senegal
C'era tanta curiosità nel vedere all'opera il Senegal di Cissé. In un girone non banale, composto da Olanda, Ecuador e la nazione ospitante Qatar, il secondo posto ottenuto dai vincitori dell'ultima Coppa d'Africa è un risultato eccellente. Privi della stella Sadio Mané, i Leoni della Teranga si sono ugualmente assicurati un posto tra le prime sedici, a conferma di quanto sia armonioso il gruppo e positiva l'atmosfera. Dopo la beffa allo scadere nel match d'esordio contro l'Olanda di van Gaal, i due successi su Qatar ed Ecuador sanciscono ufficialmente il passaggio del turno.
Il gol decisivo nell'ultima sfida è stato segnato da Kalidou Koulibaly, con tanto di dedica agli abitanti di Ischia, gravemente colpita da un'alluvione; il comandante ora in forza al Chelsea si dimostra ancora una volta, oltre ad un grandissimo campione, anche un ragazzo con dei valori speciali e in totale sintonia con l'ambiente napoletano e campano in generale. Una vera e propria fortuna per il commissario tecnico senegalese, poter contare su un capitano di questa caratura. 
Il tecnico Aliou Cissé è considerato l'artefice del successo degli ultimi anni: una crescita esponenziale in qualità ed esperienza culminata con la vittoria della Coppa d'Africa nel 2021. Il suo credo calcistico si basa su una buona solidità difensiva, tanta corsa ed una tendenza al pragmatismo; in aggiunta, ha la fortuna di avere elementi piuttosto rapidi in grado di ribaltare l'azione come Diatta, Sarr e Boulaye Dia. Tutto ciò fa sì che il Senegal sia una squadra rispettata a livello internazionale e considerata come la miglior versione mai esistita a difesa dei propri colori.
Nel prossimo turno, la squadra africana se la vedrà con l'Inghilterra: una sfida sicuramente molto complicata, ma i presupposti per assistere ad un match entusiasmante ci sono tutti!

Marocco
Che il Marocco fosse un'ottima squadra, dotata di individualità importanti, lo sapevano un po' tutti; che passasse il girone da prima della classe, mettendosi alle spalle Croazia e Belgio, era francamente inimmaginabile. Eppure la rivelazione di questo mondiale, in termini di qualità e risultati, sono proprio loro.
La nazionale marocchina è riuscita a superare la fase a gironi di un mondiale per la seconda volta nella sua storia, dopo Messico '86. Curioso il fatto che nessuno dei ragazzi del ct Regragui fosse nato quando ebbe luogo l'edizione messicana. Lo splendido cammino dei Leoni dell'Atlante inizia con un pareggio a reti bianche contro la Croazia, prosegue con il clamoroso successo ai danni del Belgio e con l'ultima vittoria sul Canada. Sette punti e primo posto assicurato. Ora la sfida con la Spagna.
In un organico interamente composto da giocatori che militano nel panorama europeo, molti dei quali con esperienza internazionale, spiccano alcuni elementi: Achraf Hakimi, vera e propria freccia della corsia laterale destra, in grado di garantire un rendimento altissimo in entrambe le fasi di gioco; Sofyan Amrabat, lavatrice di palloni davanti alla difesa che sembra giocare col motorino; Hakim Ziyech, di cui si parla tanto in ottica Milan, fenomeno assoluto che sta dimostrando in questa competizione tutte le sue qualità tecniche. Oltre ad essere una rosa di livello, sorprende quanto sia ben organizzata e gestita dal commissario tecnico, e il solo gol subito in tre partite ne è la testimonianza. 
Naturalmente adesso il gioco si fa duro, ma l'interrogativo si pone naturale: che la favola marocchina sia destinata a continuare?

Tunisia, Ghana e Camerun
Oltre ai due team qualificati alla fase ad eliminazione diretta, l'Africa ha visto tre delle sue rappresentanti uscire dalla competizione. Ciò nonostante, bisogna fare un plauso rispettivamente alla Tunisia, autrice di un ottimo cammino e in grado di sconfiggere i campioni del mondo in carica della Francia per 1-0; al Ghana per aver onorato fino alla fine un girone tostissimo con Portogallo, Uruguay e la commovente Corea del Sud; e al Camerun, capace di strappare un punto alla Serbia e addirittura tre al Brasile nei minuti di recupero nel segno di Aboubakar.
Nelle prestazioni di queste, pur piccole, realtà si è intravista sempre una grinta fenomenale; a testimonianza del fatto che molte volte non conta esclusivamente il risultato, quanto i valori che si trasmettono all'esterno del rettangolo verde e la voglia di crederci fino in fondo.

Insomma, le nazionali africane hanno dimostrato di essere realtà attrezzate e di potersi ritagliare uno spicchio importante di visibilità in una competizione in cui europee e sudamericane erano considerate di un altro pianeta.
Ma questo mondiale ha smentito chiunque: la palla è rotonda, e gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo.