Il 2022 è già alle spalle, almeno per quanto riguarda la Serie A. Per la prima volta nella storia del calcio, infatti, i massimi campionati a livello europeo e non solo verranno fermati per quasi due mesi, visti gli imminenti campionati del mondo che avranno luogo in Qatar dal 20 novembre al 18 dicembre.
Dunque è già tempo di bilanci, seppur parziali, che le società sono chiamate a fare alla luce dei risultati ottenuti in questo primo scorcio di stagione. Tra quelle più serene, da questo punto di vista, troviamo il Monza.
Il club neopromosso in Serie A si è reso protagonista, nelle ultime settimane, di una scalata notevole dai bassifondi della classifica e di una serie di prestazioni che non hanno lasciato indifferente l'opinione pubblica. Ma facciamo un piccolo passo indietro, per analizzare meglio quello che è stato fin qui il percorso del club brianzolo nella massima serie italiana. Il Monza venne promosso ufficialmente in Serie A il 29 maggio 2022, in seguito alla vittoria ai tempi supplementari nel playoff decisivo di Serie B contro il Pisa. Il raggiungimento di questo traguardo fu celebrato dalla tifoseria lombarda con particolare entusiasmo, e gran parte del merito fu attribuito all'allenatore Giovanni Stroppa. Il tecnico di Mulazzano, che fu in grado di portare il Monza in Serie A per la prima volta in 110 anni di storia, fu giustamente riconfermato in vista della successiva stagione. Stagione in cui le aspettative si alzarono, in maniera del tutto paradossale per una squadra neopromossa, vista la straordinaria campagna acquisti effettuata dal club del proprietario Silvio Berlusconi: rinforzi come Caprari, Pessina, Sensi e Petagna (solo per citarne alcuni) furono scelti per migliorare ancor di più una rosa già competitiva.
Ma le cose inizialmente non andarono verso la direzione giusta: un solo punto conquistato nelle prime sei giornate, un gioco che stentava a decollare e, forse, le troppe aspettative verso la squadra costarono la panchina a Mister Stroppa.
Da qui la svolta: il 13 settembre il club decide di affidare la panchina a Raffaele Palladino per rilanciare la squadra. Una scelta coraggiosa, vista la totale inesperienza del tecnico napoletano a livello professionistico e la poca esperienza a livello giovanile. Nonostante ciò, l'ex calciatore, che in molti ricorderanno con la casacca del Genoa, sta veramente sorprendendo tutti! Sulle orme di Gasperini, e dei suoi successori (Juric, Tudor, Bocchetti...), alla base delle sue idee vi è la proposta di un calcio propositivo in fase offensiva e di una marcatura a uomo a tutto campo in fase di non possesso. Carattere e determinazione sono gli ingredienti fondamentali della sua ricetta: ha avuto il merito di tirar su il morale a un ambiente del tutto scoraggiato, dopo un avvio decisamente scioccante di campionato. E si sta confermando come un vero e proprio leader all'interno dello spogliatoio: tutti seguono la sua etica del lavoro, che può andare parallelamente alle ambizioni societarie, scacciando così i dubbi iniziali (più che legittimi) riguardanti il suo incarico. 
La sua prima uscita da allenatore a livello pro corrisponde con il primo successo del Monza in Serie A ai danni della Juventus: non male come biglietto da visita! Dopodichè vittoria esterna sulla Sampdoria e di nuovo vittoria casalinga sullo Spezia. Vale a dire 9 punti in 3 partite, 0 gol subiti e squadra completamente rianimata. I passi falsi contro Empoli e Bologna rappresentano delle difficoltà che fanno parte di un percorso: attraverso queste ci si confronta per riportare i piedi per terra e per ritrovare quell'umiltà che rappresenta molto spesso la chiave per raggiungere l'obiettivo salvezza.
Il cammino viene ripreso con la vittoria interna ai danni dell'Hellas Verona, in uno scontro diretto delicatissimo, e con l'ultimo successo di questo 2022 per 3-0 in casa contro la Salernitana. In particolare, la sfida contro gli uomini di Davide Nicola ha messo in evidenza tutti i miglioramenti portati avanti da Palladino, esaltando anche qualche singolo: Carlos Augusto, definito dal suo allenatore come un potenziale esterno da Champions League; Dany Mota Carvalho, protagonista della promozione dello scorso anno e devastante in campo aperto; e Matteo Pessina, al primo timbro stagionale con la maglia della città in cui è nato e cresciuto calcisticamente. Il fattore che, quindi, risalta maggiormente, valutando l'impatto di Palladino sulla Serie A, è la sua personalità: esprimere il proprio calcio su ogni campo e pensare una partita alla volta senza porsi limiti.
Così facendo, la frase citata dall'amministratore delegato Adriano Galliani '110 anni di storia per arrivare fin qua, non posso essere vanificati in soli 12 mesi' potrà diventare realtà.