Ormai sembra esser diventata una moda quella di fare dichiarazioni su acquisti futuri già conclusi per imbonire le piazze. L'ultima è stata dell'ormai ex attaccante del Nantes Djordjevic che ieri ha ufficialmente affermato di essere un giocatore della Lazio, prima di lui Vidic con tanto di foto mentre firma il contratto per la sua nuova squadra, l'Inter. Il problema, oggi più di ieri, rimangono gli stadi non i giocatori. C'è un reale problema oggettivo ed è sotto gli occhi di tutti. I tifosi allo stadio non vanno più. Non è un problema di quest'anno, ma è una situazione che prosegue già dall'avvento delle tv a pagamento con cali drastici dei tifosi presenti sugli spalti e una cornice veramente deprimente. Vedere partite in tv con gli spalti vuoti fa tornare alla mente le partite tra squadre di paese in cui a vederle ci sono familiari e pochi amici dei calciatori presenti sul campo. La cosa ancor più sconcertante è l'immobilismo generale in merito a questo problema. Si è parlato di fare la legge sugli stadi, cosa ormai sparita perché i soliti furbetti hanno pensato bene di usare questa opportunità per fare speculazione edilizia realizzando degli immobili ad uso privato. Di quella legge ormai non si sa più nulla da mesi e credo che allo stato attuale continueranno a non parlarne. Allora come si esce da questa situazione? Il calcio genera 1 miliardo di euro l'anno ed è il settore sportivo che genera più denaro rispetto agli altri. Noi italiani, in quanto prevalentemente calciofili, investiamo sulla nostra squadra, sui gadget, sulle consumazioni allo stadio, sui biglietti ma nessuno fa niente per ripagarci. Abbiamo stadi obsoleti che sono quasi paragonabili a quelli della vecchia unione sovietica. Il Milan pare aver bloccato l'area EXPO per la realizzazione del nuovo impianto, l'Inter invece, nella figura del nuovo presidente Thohir pare esser intenzionata a rimodellare e rimodernare il Meazza. La Roma ha in studio un'idea ma ad oggi è ancora ferma a quella mentre della Lazio non si sa ancora nulla. Per quanto riguarda le altre squadre, l'Udinese ha già identificato area e progetto e nel giro di un paio di anni l'impianto sarà realizzato, e le altre? Immobili. Mancanza di liquidità necessarie. Forse poco convinte che uno stadio nuovo con più servizi generi i profitti utili ad ammortizzare un costo di tale portata. Ecco perché sono sempre più convinto che sia il caso di redistribuire i profitti delle tv a pagamento. Dare un'incentivo maggiore alle squadre di medio bassa classifica permetterebbe anche a loro di avere la possibilità di incamerare denaro fresco che permetterebbe di ammortizzare il costo del nuovo stadio. Gli inglesi insegnano, più introiti per tutti, più giocatori validi nel campionato, più spettacolo in campo e sugli spalti. Penso sia arrivato il momento di mettere da parte l'orgoglio nazionale per prendere spunto dagli altri in modo tale che si possa tornare ad essere competitivi sul campo e sui bilanci a livello europeo perché di questo passo, rischieremo solamente di diventare la quinta o sesta forza del calcio europeo con conseguente diminuzione dello spettacolo, della competitività economico calcistica e soprattutto con una probabile diminuzione degli introiti televisivi. Perché quando un campionato perde interesse, anche le televisioni a loro volta lo perdono e se iniziassero a mancare una fetta del denaro delle tv private, allora rischieremmo davvero di diventare il terzo mondo del calcio europeo.