Inutile soffermarsi su quanto avvenuto durante la fase di gennaio e febbraio nel campionato interista, ormai è accaduto. Ciò che in società sanno perfettamente e sapevamo perfettamente è che questo progetto, per quanto ambizioso a inizio stagione, ha bisogno di tempo affinché i calciatori maturino e creino il così detto zoccolo duro. Ad oggi siamo una realtà da quarto, quinto o sesto posto e non deve essere visto come un punto di arrivo, bensì di partenza. Si di partenza perché tutte le sconfitte, i pareggi e le vittorie conseguite nell'arco temporale del campionato italiano, sono certo che verranno assimilate dei giocatori al fine di fare una stagione migliore nel campionato del 2016/17. Certo esiste il rammarico per aver sprecato due mesi, ad inizio anno, nei quali potevamo certamente mantenere o limitare le perdite avute, ma ormai quel periodo è passato e ora dobbiamo solo fare meglio per poter entrare in Europa League. L'inter si sa, merita altri palcoscenici e al di là degli sfottò legittimi dei tifosi avversari, io nella vita ho imparato una cosa, Roma non è stata costruita in un giorno. Per poter colmare il gap con le prime tre del campionato serviranno quattro o cinque cessioni con l'inserimento di altrettanti giocatori che siano in grado di dare ulteriore solidità a questa squadra che, non dimentichiamolo, ha un età media bassa e schiera spesso almeno tre o quattro giocatori tra i 22 e i 25 anni tra questi Telles, Juan Jesus, Murillo e Santon per la difesa, a centrocampo Kondogbia e Brozovic e in attacco Icardi e Ljajic. Questi ragazzi vanno dal 1991 al 1993 e da alcuni di questi ripartiremo per continuare a edificare l'Inter che verrà.