La Serie A si sta avviando verso la conclusione e gran parte del mondo calcistico italiano è in trepidante attesa dell'ultima giornata di campionato, che sancirà, oltre ai due pass per la prossima Chiampions League, il team che, aimè, dovrà abbandonare la massima serie.

Le squadre che sono arrivate a giocarsi all'ultima giornata la permanenza nella prima classe sono, in ordine di classifica, Fiorentina, Empoli, Genoa.

Complice la forte risalita di squadre che sembravano solo poche giornate fa in estrema difficoltà, (Bologna, udinese, Spal ed Empoli, nonostante essa sia ancora a forte rischio se vi fossero dei risultati a favore della squadra genovese), rose che navigavano tranquillamente nella zona medio bassa della classifica, si sono ritrovate quasi all'improvviso nella zona calda, a seguito di risultati continuativamente deludenti e da prestazioni approssimative.

Il Genoa infatti, complice la situazione societaria incerta e i numerosi ribaltoni in panchina, ha peccato nel trovare quella continuità di risultati che ad inizio anno sembrava stabilmente avere.

Con delle intuizioni lungimiranti in estate la società era riuscita ad acquistare Kristof Piatek, ragazzo dalle belle speranze, proveniente da una stagione a suon di gol nel campionato polacco.
L'allenatore che l'ha accolto per primo in Italia, Davide Ballardini, ha avuto la grande idea di farlo giocare a fianco della punta, Kuamé, proveniente dal Cittadella, creando una delle coppie d'attacco più temibili del girone d'andata.
A partire dall'esordio in Coppa Italia (dove l'attaccante polacco segnò subito quattro reti), fino all'esonero del tecnico nel momento di miglior andamento della squadra, per il Genoa le cose stavano andando molto bene.
La caduta progressiva del Genoa è iniziata con l'arrivo di Juric, allenatore stimato dal presidente Preziosi ma che dopo poche giornate ruppe il magico incantesimo che aveva creato Ballardini, cambiando collocazioni tattiche e decentralizzando Piatek, al tempo capocannoniere solitario.

Con l'arrivo di Prandelli (in cerca di riscatto dopo una trafila di esperienze fallimentari dopo il mondiale da ct con l'Italia) e la partenza di Piatek (per altro a prezzo di favore), non rimpiazzata minimamente dal prestito di Antonio Sanabria, la squadra è incappata in numerose sconfitte che l'hanno portata ad essere prima della ultima giornata di campionato, la principale indiziata a scendere di categoria.

Questa involuzione di risultati non è altro che il risultato della politica controversa con cui questa società è stata gestita nel corso degli anni. 
Già a partire dagli anni con Gasperini in panchina (dove la squadra mancò la qualificazione all'Europa league solo per il mancato concesso della licenza uefa, sempre a causa di gestione societaria), il presidente Preziosi ha trattato la propria squadra come un "giocattolo", intercambiando continuamente i componenti che la costituivano, eliminando completamente qualsiasi strategia progettuale che poteva dare futuro alla squadra.

Il risultato oggi è che, nonostante gli sforzi dell'allenatore ed i giocatori ad essere più uniti e legati possibile per ottenere la salvezza, si sia abbandonata la società stessa al suo crudele destino, che, stando alla situazione in cui versa, rischia di essere non più reversibile.