Il calcio come collante sociale
25 dicembre 1914, la prima guerra mondiale è ormai iniziata le nazioni sono in guerra, tra di loro c'è distanza, odio e morte, ma qualcosa in quel giorno cambia, anche se solo per qualche ora.
La mattina di natale, nella Terra di nessuno i soldati inglesi e tedeschi decidono di mettere da parte le armi e di non pensare alla guerra, ma di divertirsi sfidandosi in un partita di calcio. Perchè il calcio è questo, è unione, è quel collante tra le nazioni, che nonostante siano distanti, diverse o in conflitto, riesce comunque per 90 minuti o più ad eliminare tutto questo e a regalare, invece, gioia e fraternità.
È vero il calcio è anche teatro di brutti scenari, che mai vorremmo capitassero, per i quali i giocatori stessi combattono e in questo Mondiale ne siamo stati testimoni: l'inno non cantato dall'Iran, le bocche coperte della Germania, le proteste dei tifosi per la nazione ospite della competizione. Ma nonostante tutto il calcio resta comunque uno spettacolo imperdibile, uno strumento pontentissimo, che ci tiene incollati alla tv per ore e che ci permette di stare insieme agli altri, anche se a separarci c'è un vero e proprio Oceano. Forse qualcuno avrà già intuito a cosa mi stia riferendo, questa distanza può rinviare solo a due nazioni Italia e Argentina, il cui legame è indissolubile e questi Mondiali ne hanno dato la dimostrazione

Un legame oltre oceano
Nonostante molti di noi si fossero affezionati al Marocco, nel corso di questa competizione, sappiamo bene che il cuore di un'italiano e quello di un'argentino battono all'unisono, che sia a suon di tango o di tarantella, il filo rosso che unisce questi due Paesi non potrà mai esser spezzato. È una storia d'amore che nasce nel 1870, quando i nostri antenati per la prima volta emigravano nel paese Sud Americano, da quel momento in poi il legame tra le due nazioni si è stretto sempre più, al punto da considerarci fratelli e sorelle. Ci dispiace per i nostri vicini marocchini, che hanno giocato un mondiale strepitoso, ma noi italiani infondo abbiamo sempre tifato per i nostri fratelli è così la famiglia prima di ogni cosa. 
Così si è creata l'asse Buenos Aires-Napoli, perchè si sa che quando parliamo di calcio e di Argentina, la nostra capitale di riferimento è la città partenopea. Che ci si trovasse nella Plaza de la República o nei Quartieri Spagnoli un solo coro risuonava dall'inizio dei mondiali "En Argentina nacì". Un coro che man mano ha invaso le piazze di tutte le città italiane, si parla di Piazza venezia come provincia di Buenos Aires, e che tutti nella notte della Finale abbiamo cantato a squarciagola dopo che Montiel con la sua rete ha proclamato l'Albiceleste Campione del mondo. 

Una Finale da 10 e Lode
Come ha detto Claudio Marchisio, nel commento di questa Finale ai microfoni di Rai Uno, tutto quello che poteva succedere è successo, infatti è proprio così in questa finale tra Argentina e Francia è successo di tutto, è stata una partita meravigliosa da vedere e che ha regalato fortissime emozioni. 
Inizia benissimo l'Argentina che domina per ben 80 minuti mettendo a segno due reti nel corso dei primi 45, per mano di Messi su calcio di rigore e Ángel di Maria, particolarmente ispirato durante le finali, ricordiamo il suo goal decisivo nelle finale di Copa America, ma quando ormai l'Argentina credeva di avere la vittoria in tasca qualcosa cambia. Otamendi stende Kolo Muani e l'arbitro non ha dubbi è calcio di rigore, dal dischetto il numero 10 del PSG  Mbappe non sbaglia e riporta la Francia in vita. Ed è da questo momento in poi, che le parole dell'ex centrocampista della Juve e della nostra nazionale, iniziano a esser veritiere perchè in meno di un minuto la Francia porta il risultato in parità è 2 a 2, con uno splendido goal di Kylian Mbappe, che si riconferma con uno dei giocatori più forti al mondo, in questo momento. Alla vigilia di questa gara si era discusso se questa sarebbe sta una sfida tra nazioni o tra numeri 10, alle soglie dei tempi supplementari forse la risposta sembra chiara. Triplice fischio i tempi regolamentari non bastano e supplementari siano 

Sfida tra numeri 10 
Iniziano i supplementari l'Argentina sembra esser determinata a chiudere la partita ed è proprio il numero 10 albiceleste ad incidere, segnando un goal al 108', esplode il Lusail Iconic Stadium dopo il goal del Capitano dell'Argentina, ma dall'altra parte c'è il numero 10 con la casacca blu, che non vuole darla vinta, infatti, a pochi minuti dalla fine del secondo tempo supplementare è di nuovo calcio di rigore per la Francia, Mbappe calcia nell'angolino in basso a sinistra e non sbaglia, tripletta per lui, e siamo di nuovo in una situazione di parità. Al 123' la Francia trova l'occasione per chiude la partita, ma una strepitosa parata in spaccata, del Dibu Emiliano Martinez, nega la vittoria ai Bleus, si andrà ai calci di rigore 

L'incubo francese 
La Francia dal 1998, dopo la partita contro l'Italia si è ritrovata ben tre volte ai rigori, per decretare l'esito di una partita: nella finale Mondiale 2006, agli ottavi di finale Euro20 e domenica ovviamente contro l'Argentina, soltanto nel 98' è riuscita ad essere incisiva, le altre due volte infatti è sempre stata battuta dal dischetto. E purtroppo per i Bleus, anche questa volta non è andata bene vince 4 a 2 ai rigori l'Argentina, che non sbaglia dal dischetto e porta a casa la Coppa del Mondo

La leggenda è Campione del Mondo 
L'Argentina è sempre stata la cantera di grandissimi campioni: Omar Sivori, Gabriel Batistuda, Javier Zanetti, Carlos Tevez e ovviamente tutti e 26 attuali campioni del mondo, ma quando parliamo delle leggende argertine, due sono i nomi che risuonano nella nostra mente due campioni: Diego Armando Maradona e Lionel Messi due nomi che rappresentano il calcio in tutto il mondo, a cui tutti aspirano ad arrivare. Si è sempre tentato di fare un paragone tra i due, ma sono sempre stati diversi sotto molti aspetti è per questo che nessuno dei due può essere il sostituto dell'altro, ma saranno sempre due leggende insieme. Nel corso della sua carriera, Lionel Messi ha vinto tutto sia dal punto di vista individuale, che con la sua squadra, tuttavia molto spesso veniva rimproverato per la sua carriera in nazionale, con la quale non era mai riuscito a brillare, ma a partire dal 2021 è incominciato il suo riscatto, è riuscito infatti a vincere, da capitano della sua amata Selección, la Copa America contro il Brasile, la Finalissima contro l'Italia ed infine ha coronato il suo sogno proclamandosi, grazie a un percorso meraviglioso in questo Mondiale sia in campo, che nello spogliatoio come capitano, Campione del Mondo.
Da Rosario il piccolo Messi è diventato La Leggenda, non solo di tutta l'Argentina, ma del Mondo. 
Lui che in Argentina è nato ed è simbolo di questa nazione, ha fatto sì che tutti in questo mese si sentissero argentini e si emozionassero vedendo giocare questa squadra.
Sono partiti da Buenos Aires, ma in cima al Mondo sono arrivati e grazie al loro modo di giocare e al loro calore hanno fatto sentire tutti come parte di un'unica nazione, questo è il calcio: far sì che al di là dell'appartenenza a una nazione o meno, tutti riusciamo a sentirci coinvolti.