Il calcio è sempre stato visto come uno sport per uomini, qualsiasi bambina che qualche anno fa si avvicinasse ad un pallone o chiedesse di giocare veniva derisa o considerata inopportuna: "Questo è uno sport da maschi, tu non puoi", parole che se ci pensiamo risuonano nella mente di tutte noi amanti di questo sport, mai prese sul serio. Ma forse oggi qualcosa è cambiato. Due date sono fondamentali in questo percorso di innovazione del calcio italiano, 1 luglio 2022 e 2 ottobre 2022. 

Professione calciatrice
Nel luglio 2022 dopo anni di lotte, la federazione calcistica italiana ha attuato il passaggio al professionismo del calcio femminile, finora visto come dilettantistico. Ciò ha permesso a tutte le calciatrici italiane di essere finalmente riconosciute come tali, di essere delle vere e proprie professioniste del mondo del calcio, così come le loro colleghe sparse in tutto il mondo.
La gioia soprattutto ha invaso le Azzurre, che nel 2019 sono riuscite a far sì che i riflettori finalmente venissero puntati anche sul calcio femminile, arrivando ai quarti di finale del mondiale 2019 svoltosi in Francia, infatti risale proprio a quel momento la decisione del presidente della FIGC, di intraprendere un percorso verso il professionismo del calcio femminile. Questa svolta è stata sicuramente fondamentale non solo per tutte coloro che giocano a calcio, ma soprattutto per tutte quella bambine che sognano di diventare calciatrici e finalmente vedono una speranza concreta, nella realizzazione di questo sogno.
Per tutti coloro che hanno tik tok, ovviamente alle parole bambina e futura calciatrice non possono non aver pensato alla piccola Carol, tifosa della Lazio che alla tenera età di 6 anni è riuscita a entrare nella squadra dei pulcini della Roma, grazie alle sue splendide doti che lasciano a bocca aperta anche i suoi compagni, che forse non diranno più "tu non puoi giocare, perchè sei una ragazza", ma se la contenderanno per averla in squadra.

Primo arbitro donna in Serie A maschile 
Ma affianco alle donne che a calcio ci giocano c'è chi fin da piccola sognava di dirigerlo, stiamo parlando degli arbitri o meglio arbitre, parola che forse suonerà inizialmente male, questo però solo perchè non ci siamo abituati, ma dovremmo iniziare a farlo, perchè il 2 ottobre 2022 è iniziata una nuova era grazie a Mariasole Ferrieri Caputi, che si è resa protagonista di un evento storico arbitrando una partita di serie A, Sassuolo-Salernitana, cambiando così la storia dell'arbitraggio italiano dopo 110 anni e realizzando un sogno che era rimasto chiuso nel cassetto per ben 16 anni.

Marasole classe '90 è una giovane livornese, che si è ritrovata al centro dell'attenzione nel mese luglio, quando nella creazione della formazione degli arbitri dell'anno 2022/2023 è stata inserita nella squadra arbitrale, come una dei cinque arbitri promossi nella CAN di A e di B. Tuttavia il momento storico arriva nel mese di ottobre, quando dopo aver fatto parte della squadra arbitrale come 4° donna, forse sarà meglio anche abituarsi a questo, nella partita Monza-Udinese, arriva la notizia che sarebbe stata l'arbitro del match che si sarebbe svolto al Mapei Stadium.
A sostenere la Caputi, a difenderla da eventuali critiche è il presidente dell'Aia Alfredo Trentalange, il quale sottolinea "Qui non viene dato per privilegio ciò che spetta per diritto: Maria Sole si è guadagnata il percorso che ha fatto. Per me è un momento di grande soddisfazione”.
Parole importanti che ci guidano anche nella lettura di questo evento, che è sì un evento storico, ma che deve esser visto come l'attuazione di un diritto, ovvero quello di poter svolgere il lavoro dei propri sogni al di là del sesso.
Mariasole è dunque un esempio, lei stessa spera che il suo lavoro possa spronare altre ragazze a seguire la sua strada, senza aver paura di esser giudicate o sottovalutate. Non si pensi infatti, che visto che si tratta di un arbitro donna, allora il suo giudizio in campo potrà esser diverso o che rispetto agli uomini si mostri intimorita, anzi tutt'altro, nel corso della partita si è dimostrata un ottimo arbitro con una personalità decisa e soprattutto senza aver fatto alcun tipo di sconto per i giocatori da lei diretti, con 18 falli fischiati, due cartellini gialli e un rigore.

La partita al Mapei è stata una vera e propria festa, lei stessa ha dichiarato ai microfoni di Domenica Sportiva che tutti allo stadio, dalle tifoserie ai giocatori fino ad arrivare agli allenatori, l'hanno accolta con un grande calore.
Che questo sia un momento da ricordare per la Caputi è certo, ma si spera che non sia un unicum, ma si replichi con l'inserimento di altre donne nella squadra arbitrale, così che questo non venga visto ogni volta come un evento ma come qualcosa che rientra nella normalità. 

É normale che a noi ragazze piaccia il calcio, giocarlo, dirigerlo o raccontarlo, non per questo significa che siamo dei maschiacci o che non lo capiamo: il calcio e lo sport sono per tutti.