Il calcio italiano negli ultimi anni ha subito un tracollo dal punto di vista dei telespettatori, di anno in anno il numero delle persone, che dichiarano di non essere più tifose è sempre più elevato, quale sarà la causa? 
Una volta il calcio era il luogo nel quale rifugiarsi dallo stress della vita quotidiana e da tutte le sue preoccupazioni. Il calcio era passione, condivisione, creazione di momenti di fratellanza, col tempo però l'interesse ha prevalso sulla passione, la violenza ha prevalso sulla fratellanza. Andare allo stadio significava vivere la magia della partita a 360 gradi, toccare con mano il calore della curva, con i suoi cori le sue coreografie, inebriarsi delle emozioni regalate, dalle azioni dei singoli giocatori, ma oggi non è più questo.

Guerriglie negli stadi 
Oggi andare allo stadio significa vivere con il terrore che si scateni una vera e propria guerra tra tifoserie, che si subiscano violenze fisiche, ma soprattutto psichiche, soltanto perchè si tifi una squadra piuttosto che un'altra, significa immergersi in un clima non più d'amore, ma d'odio, e non solo tra tifoserie, ma anche nei confronti di chi sta in campo, non dimentichiamoci degli insulti razzisti ad alcuni giocatori o sessisti nei confronti di giornaliste, donne a bordo campo o persino arbitri.
Ovviamente non si vuole generalizzare il fenomeno, sappiamo bene come, fortunatamente, ancora oggi si vedano immagini importanti, come coppie che guardano la partita mano nella mano, nonostante tifino due squadre diverse, con uno spirito si di competizione, ma sana, emblematiche a riguardo,  le immagini dell'ultimo Milan-Roma o bambini che con indosso la maglia della propria squadra del cuore  guardano con gli occhi pieni di gioia le loro squadre, senza odiarsi o insultarsi a vicenda, ma ridendo e gioendo, per l'opportunità che gli è stata data, poter vedere insieme al proprio miglior amico uno spettacolo del genere. 

Il denaro come motore del calcio 
Perchè sì il calcio è spettacolo, ma forse si sono andate a perdere quelle che sono le sue origini, proprio a causa di questo processo di spettacolarizzazione, dove ciò che conta principalmente è il dio Denaro; parliamo di interessi economici su tutti i fronti, sia da parte dei giocatori, ormai legati più al proprio stipendio, che al gioco, non esistono più le bandiere, giocatori che nonostante i periodi no della propria squadra, nonostante la volontà della dirigenza a non rinnovare il contratto o a diminuire lo stipendio, rimanevano lì saldi a fianco alla loro squadra, non importavano i soldi, l'importante era giocare, divertirsi; ma tali interessi investono anche le società.
Le famiglie che acquistavano una squadra di calcio lo facevano perchè tifose, perchè innamorate del calcio e delle emozioni che esso era in grado di produrre e regalare; ad oggi i dirigenti di una squadra non vanno manco allo stadio, a meno che non si tratti di partite importanti, vedono la squadra solo come un ritorno economico e molto spesso i proprietari non sono neanche originari della città o addirittura della nazione di cui la squadra fa parte, vedi ad esempio i proprietari di Inter e Milan.    

Calciopoli e il declino del calcio 
Questi sono solo due dei principali fattori che hanno concorso a una aumento della percentuale dei non tifosi, tuttavia, il processo di disincanto da parte dei tifosi si è scatenato a causa di uno degli scandali legali e finanziari più grandi, che hanno coinvolto il mondo del calcio, stiamo parlando di Calciopoli, lo scandalo che ha investito il calcio italiano nel 2006, coinvolgendo diverse società professionistiche e numerosi dirigenti, sia delle stesse società che dei principali organi calcistici italiani, oltre ad alcuni arbitri e assistenti.
Cosa accadde con Calciopoli?
Nella primavera del 2006 una serie di intercettazioni telefoniche portò alla luce un presunto accordo tra alcuni dirigenti e i designatori delle squadre arbitrali, i primi creavano pressioni sia mediatiche che personali per ottenere per le loro squadre arbitri considerati più “favorevoli” per alcuni match del campionato. Sotto la lente dell’inchiesta finirono ben 19 partite di Serie A. All'epoca l'accusa chiese la retrocessione in Serie B di Juventus, Fiorentina, Lazio e Milan, ma alla fine l'unica squadra che sarà condannata alla retrocessione sarà la Juventus, alla quale saranno tolti anche gli ultimi due scudetti. Questo evento ha comportato una perdita di credibilità da parte di tutte le istituzioni e le dirigenze del mondo del calcio e soprattuto la volontà di alcuni tifosi di abbandonare la passione per questo mondo che ormai non riuscivano più a riconoscere. 

Le plusavelnze saranno la morte del calcio così come lo conosciamo?
Un ultimo caso, che ha contribuito a rincarare il colpo nei confronti dei pochi tifosi rimasti fedeli a questo mondo, è scoppiato pochi mesi fa: stiamo parlando del caso Plusvalenze. Nel linguaggio economico, per plusvalenza si intende un incremento di valore, differenza positiva fra due valori dello stesso bene riferiti a momenti diversi. Nell'ambito calcistico, invece, la plusvalenza è il guadagno che ottiene una società dalla vendita di un calciatore; le squadre accusate di plusvalenza sono 5 club di Serie A: Empoli, Genoa, Juve, Napoli e Sampdoria, 2 di B: Pisa e Parma, 2 attualmente in Lega Pro: Pescara e Pro Vercelli, e 2 che nel frattempo sono falliti ovvero Novara e Chievo. L'accusa sostiene che le società abbiano fatto ricorso a plusvalenze fittizie e che queste abbiano consentito di ridurre le perdite di bilancio.

Dopo svariate indagini, tutti i club coinvolti, tranne la Juventus, sono stati prosciolti e nella giornata di ieri la Corte Federale d'Appello ha deciso che la pena per il club bianconero sarebbe stata la seguente: 15 punti di penalizzazione per la squadra, portandola da terzo posto in classifica, al decimo e l'inibizione per il Direttore Sportivo Federico Cherubini di 16 mesi.
Il caso ovviamente ha solo confermato il clima che ormai persiste all'interno del mondo calcistico e ha dato conferma di come il calcio non sia più lo stesso; tuttavia, da juventina, ma soprattutto da appassionata di calcio, non posso non esprime un parere al riguardo.
Questa sentenza è uno schiaffo alla legalità, condannare un'unica squadra per un fenomeno che necessita di una controparte per la sua realizzazione è assurdo, se le plusvalenze sono state fatte è giusto che paghino tutti e non che si trovi un unico capro espiatorio.
Voi cosa ne pensate, credete che il calcio non sia più lo stesso? E del caso plusvalenze? Potrà mai il calcio ritornare ad essere un semplice sport e non un groviglio di interessi personali?