Immediatamente dopo il fischio iniziale, il suono deciso della palla che si stampa all'incrocio dei pali si impadronisce dell'attenzione a Chorzow: Jorginho, assistito da Insigne batte Szczesny ma la traversa strozza la gioia azzurra al primo faccia a faccia nell'area avversaria. L'Italia dà subito l'impressione di essere reattiva e preparata nelle prima frazione, capace di giocare principalmente nella metà campo avversaria contro una difesa schierata, sì, ma che lascia sbocchi alla fantasia di Chiesa e Insigne, sponde alla prima punta Bernardeschi.

Lo sviluppo del gioco è veloce grazie alla coppia di registi piazzati al centro ed al servizio della squadra: per questo Mancini chiede più inserimenti anche da parte di Barella, consapevole che questo può creare problemi alla Polonia. Problemi registrati anche al 29' quando Chiesa innesta Insigne al centro dell'area ma il centravanti del Napoli è sfortunato nel ritrovare la traversa già battezzata dall'ex compagno di squadra in avvio.

E' una Nazionale che convince, dunque, ed acquista fiducia con il passare dei minuti: è intraprendente e dimostra di tenere il campo con sicurezza e maestria senza correre rischi dal centrocampo in giù e capace di andare al tiro con tutti i giocatori. Quando l'arbitro ci manda negli spogliatoi siamo in debito con l'economia della partita di almeno una rete.

Nel secondo tempo Brzeczek intuisce che la sua squadra soffre e decide di ripiegare sul più compatto 4-4-2 che ha i suoi effetti inibitori all'arrembaggio azzurro: meno sbocchi e spazi ridotti alle intenzioni dell'Italia. Questo ci obbliga a rischiare qualcosina in più per finalizzare l'azione e renderci pericolosi. Lo facciamo sia con Insigne, pescato un passo oltre la linea dei difensori polacchi, sia con Florenzi, colpevole di troppa leziosità in una zona troppo calda per mettersi a leggere il manuale del buon centravanti; sia con Bernardeschi che getta sul fondo un invito a nozze con la palla del match. Dall'altra parte del campo Grosicki e Milik fanno tremare l'impalcatura sin qui costruita dall'Italia portandosi vicinissimi ad un immeritato vantaggio. 80' sul cronometro quando Mancini pensa al primo cambio: dentro il debuttante Lasagna, fuori Bernardeschi. Esce anche Florenzi per far posto a Piccini.

E' una mossa fortunata che premia l'attesa snervante degli azzurri. Al 91' un calcio d'angolo di Insigne arriva sulla testa di Lasagna che allunga sul secondo palo dove a un soffio dal definitivo pareggio finale arriva Biraghi in spaccata. E' gol. E' una liberazione anche sulla panchina azzurra, c'è il gruppo che si abbraccia e da questo abbraccio esce l'1 e il 3 verso il cielo: il numero di Davide Astori. Perchè questa rete creduta, costruita, pazientata, vissuta è sua. E da questo abbraccio l'Italia deve ripartire, consapevole di essere splendida dal primo all'ultimo minuto.

"Una partita dominata dove dovevamo far gol prima, lo 0-0 era ingiusto. L'esultanza? Tutti stanno dando il massimo, abbiamo giocato benissimo e abiamo meritato. Il calcio è questo, all'improvviso all'ultimo minuto arriva il gol. Gerarchie? No, abbiamo messo Lasagna per le sue leve sui calci piazzati, comunque ci vuole tempo, nel calcio non esistono i maghi." Mancini