“Scopo del zogo, ostrega, xe de meter el balòn dentro la porta!"

È difficile stabilire se sia stata Trieste ad innamorarsi di Nereo Rocco, prima che Nereo Rocco si sia innamorato di Trieste. Di certo, il legame indissolubile tra due aspetti nel filo rosso, che lega la storia del calcio italiano ad i suoi interpreti.

Trieste è il primo golfo sul mar Adriatico, crocevia di popoli, lingue e culture che non se ne sono andate senza lasciare affascinanti influenze incastonate nelle vie, nei palazzi del centro e nelle usanze culinarie e non, rendendo la città, la più austriaca delle italiane e la più italiana delle austriache. Trieste è un golfo che in certe sfumature dell’anno diventa una curva da stadio, esaltata dal trionfare del Sole ed abbagliata dal suo tramonto. È città universitaria, centro di importazione ed esportazione di eccellenze, tradizioni e storie uniche ma che non ha mai ambito ai riflettori del mondo, devota al vivalà e po bon (andrà bene così, intercalare triestino) che le attribuisce il giudizio di “brava, ma non si applica”. Non è difficile distrarsi all’odore del caffè, rubando i titoli di giornale del tavolino accanto o discutere di sport, politica e ciacole tra le vie del centro. Non poteva che chiamarsi Unione, la Triestina, squadra che gioca proprio nello stadio che di Nereo Rocco porta, in tutta la sua evocazione, il nome.

Sul calendario triestino del 2019 c’è un appuntamento segnato in rosso: il campionato Europeo Under21 di calcio che il prossimo giugno sarà ospitato, tra le altre città italiane (ed una sanmarinese) proprio nel capoluogo giuliano.

Un girone, il C, condiviso con la Dacia Arena, l’impianto di Udine, che accoglierà le due squadre finaliste del torneo. L’occasione, per il Friuli Venezia Giulia è di quelle ghiotte: se nel girone C non giocherà l’Italia, iscritta nell’A (che verrà disputato in Emilia Romagna), non mancheranno le squadre gettonate e pronte a salire sul trono d’Europa e la risposta di Trieste non si è fatta attendere. Negli scorsi mesi il Rocco è stato interessato da lavori per un costo totale che si aggira sui 10 milioni di euro tra manto erboso rinnovato, il rifacimento degli spogliatoi e i seggiolini, che garantiscono una capienza di 21.000 spettatori in quello che è a tutti gli effetti uno tra i cinque impianti più belli d’Italia.

Un campionato di questo calibro è capace di portare alla città numerosi introiti legati al “turismo sportivo” con tutti gli interessi degli albergatori, ristoratori e la grande macchina dei trasporti che occuperà l’intera Trieste in una stimolante prova durante tutto l’evento (16-30 giugno 2019).

La cittadina, di 200.000 abitanti dovrà misurarsi con le aspettative di un pubblico multietnico e di ogni età, da accompagnare sulle rive, per le piazze e fino al Nereo Rocco per regalare un’atmosfera di festa all’insegna dei valori della sportività, del confronto e della lealtà. La Slovenia, a letteralmente due passi, rappresenta un evidente esempio di convivenza con più culture, ecco perché l’accoglienza tergestina rimarrà nei cuori dei migliaia di tifosi accorsi con le loro bandiere, i loro cori e i loro striscioni.

A spingersi avanti in questo progetto, ci ha pensato la FIGC, assieme al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che ha portato gli inni nazionali delle squadre partecipanti nelle scuole, facendoli imparare ai bambini: farli esibire in una delle tante piazze del centro durante la kermesse calcistica è sicuramente un apprezzabile gesto di integrazione, unione e coinvolgimento. Una rapida stima, vede la partecipazione di 15000 turisti battenti bandiera delle 4 nazionali inserite nel gruppo C e che saranno svelate solamente il 23 novembre a Bologna ma che già ci dà un’idea della portata dell’evento e del richiamo dello stesso da tutta la Regione Friuli e non.

Il giorno che accompagna le partite riverserà queste persone nelle vie del centro e la necessità di dedicare una zona della città a sede di un villaggio dello sport è chiara: un’area nella piazza principale -piazza Unità-, centro di vita e soprattutto terrazza sul mare inedita in Europa. Ad ogni Paese qualificato alla fase finale sarà assegnato uno stand: le attività di promozione riempiranno la giornata e non mancherà occasione per conoscere, assaggiare e assaporare profumi e sapori di ogni nazione. D’accordo con le Federazioni, può essere concessa una conferenza stampa nel “salottino” opendoor dedicato a giornalisti, tifosi e fotografi di tutt’Europa. Uno Staff di cinquanta volontari seguirà parallelamente i giochi e le attività adatte ai più piccoli: bersagli da colpire con il pallone, partitelle organizzate in un campetto, contest fotografici e premi promossi dagli sponsor locali (tra cui gli stessi biglietti delle partite) animeranno il pubblico rendendo la giornata indimenticabile. Non mancherà l’opportunità per visite guidate in città, tra parchi, viali e zona vecchia che tanto ha ispirato i poeti del calibro di Umberto Saba che proprio qui ebbe i natali.

La rete capillare di trasporti sarà coadiuvata da un’applicazione scaricabile da smartphone che informerà i tifosi dei bus in partenza per lo stadio da almeno quattro punti strategici per convogliare tutti gli interessati sugli spalti.

Il triplice fischio, non segnerà affatto la fine della serata perché in piazza Unità ci sarà tempo per premiare il migliore in campo che concederà un’intervista e qualche foto prima che salgano sul palco i tanti giovani artisti locali, meritevoli di un palcoscenico, al suono irresistibile di un dj set che chiuderà una giornata all’insegna – è il caso di dirlo – dell’Unione.