In Italia, il calcio (e non solo il calcio) è sprofondato in una crisi profonda e paurosa, quasi irreversibile.
Questo magnifico sport/spettacolo è diventato sempre più, in linea con l'andamento planetario, che ha visto l'entrata in scena anche degli arabi, russi, sceicchi etc, anche un generatore/moltiplicatore di economia, o meglio, di denaro, al punto da attrarre investitori da ogni parte del globo. Appassionati, certo, ma anche avvoltoi pronti a lanciarsi in affari che riguardano altri settori, dove il calcio costituisce soltanto la scusa per poter entrare nel sistema, ad esempio, quello dell'edilizia con il business della costruzione di nuovi stadio ed attività commerciali annesse e connesse.  

Quest'anno la crisi si è abbattuta sul settore calcio in modo spaventoso acuendo le differenza con altri Paesi. Sono davvero sconcertato dall'andamento del calciomercato: è osservando il calciomercato che si può capire ciò che sta avvenendo. Tutto è bloccato, pochi acquisti, difficoltà a vendere, comprare, difficoltà infinite per settori giovanili (ricordo che non andremo al mondiale quest'anno...), ammodernamento di strutture, regolamenti (il caso Lazio e Salernitana ne è esempio), servizi etc. Il calciomercato è divenuto una sorta di puzzle dove si è gli uni collegati agli altri in un immobilismo, per cui solo se Tizio vende Caio allora Sempronio può a sua volta spostarsi, in un circolo dove basta uno degli attori che punta i piedi per bloccare un intero circuito. 
Arretratezza di strutture, arretratezza mentale, incapacità di risolvere i problemi, dilagante illegalità ed impunità, crisi economica generale nel nostro caro Paese Italia (oramai svenduto a tutti i finti Paesi amici che pian piano ci stanno conquistando, non militarmente ma economicamente), ci hanno sottratto la qualifica di campionato di calcio più bello del mondo relegandoci a ruolo di terza/quarta scelta, campionato ove vengono a "svernare" i calciatori che sono stati "spremuti" altrove.

In tale sistema, salvando la reputazione di taluni, si collocano tanti avvoltoi: operatori non si sa di cosa, ed amici di amici che devono "abbuscarsi la pagnotta" pure loro, in un sistema inflazionato di varie figure: agenti, procuratori, consulenti, interpreti, consiglieri, manager, direttori sportivi, direttori tecnici, amici degli amici e così via. Gente che ha rivestito/riveste ruoli importanti, addirittura quello di Direttore Sportivo perchè per fortune varie ha avuto questo privilegio, e domani, come se nulla fosse, sparisce ma nel frattempo si gode ricchi contratti a lungo termine.
Queste persone sembrano trovarsi in un ascensore: chi sale, chi scende, chi si ferma, chi ci resta dentro. In base alle fortune di allenatori, amici, parenti, dirigenti, presidenti, politici etc. così questo ascensore personale compie le sue corse. A volte scende a volte sale ma la cosa importante è restarci dentro, "restare nel mazzo di carte", aspettando che passi la prossima occasione/fermata. Sono posti di privilegio, quando le cose vanno bene, ma quando le cose vanno male stanno dietro le quinte aspettando ed elemosinando la chiamata da qualche amico per potersi riciclare.

Questo, in particolare, vale per tutte quelle centinaia, migliaia di persone che lì ci sono capitate per caso che di calcio, di talenti e di buona gestione delle risorse non ne capiscono nulla, ma proprio nulla. Gente che si è trovata in questo settore chissà come e perchè ed ha legato le proprie fortune a correnti ed amicizie. Però, poi, cari presidenti, non vi lamentate se le cose vanno male.
Vi affidate a gente che non è in grado di apportare nulla di positivo perchè non ha nè competenza nè intuizione. E voi, pian piano fallite! Tanto coi soldi vostri, per loro, è facile fare errori, anzi talvolta è conveniente. A tanti operatori non interessa la squadra/società per la quale oggi lavora o fa affari, interessa il tornaconto personale, andare in televisione, sentir dire il proprio nome, comprarsi (anzi affittarsi) lo Yacht ed ospitare qualche signorina ben predisposta. Ecco, questo interessa, poi se sottobanco si fanno cose poco trasparenti ed anche in contrasto con la società per cui si lavora, cosa importa? Domani grazie alla fitta rete di amicizie ed alla capacità di "vendere bene fumo", ci sarà qualcun altro che mi prenderà. A costui, altro pollo da spennare, farò altri bidoni.
Nel tempo questo stato di cose, di incompetenza e poca trasparenza e serietà, unito alla crisi generale, fa andare in crisi un settore dove oramai nulla si muove. E ben venga la crisi se serve a fare selezione e pulizia di questi fortunati arrivisti, troppo spesso anche ignoranti e presuntuosi (a scapito di quei pochi onesti e/o capaci).

Nel nostro Bel Paese, non solo nel settore calcio, sono necessarie, ed anche urgenti, una forte presa di coscienza ed una rinnovata assunzione di responsabilità. Il concetto di "raccomandazione" così come inteso in Italia, deve assolutamente cambiare adeguandosi a quello attribuito nei Paesi Anglosassoni. Lì, la raccomandazione, è costituita da una semplice "lettera di presentazione" affinché una persona, considerata meritevole ed adatta ad un certi tipo di lavoro/ruolo, possa essere, per così dire, messa alla prova. Tale persona, poi, dovrà dimostrare le proprie capacità e qualità per rivestire al meglio quel ruolo. La raccomandazione, in Italia, è finita per significare il voler riservare una certa ed ambita posizione ad una persona pur sapendo che essa non è all'altezza di svolgere al meglio le proprie mansioni. Ciò in dispregio di tante persone capaci, studiose, competenti, che invece, trovando posti occupati da incapaci, devono dirigersi altrove, demansionandosi. Ciò avviene, a dire il vero, soprattutto nel settore pubblico.

Poi non lamentiamoci, cari signori presidenti delle squadre di calcio italiane, cui interessano soltanto i diritti televisivi: questo sistema lo avete creato e voluto? Vi è stato bene? Ora tenetevelo, se vi sta ancora bene. Altrimenti, come lo avete generato, spetta a voi cambiarlo. E sappiate che ora le cose devono per forza cambiare, nel calcio, come in ogni settore. Siamo arretrati ed impoveriti, stiamo tutti raschiando il fondo del barile. E' giunto il momento di rimboccarci/vi le maniche e darci/vi da fare. Urge innanzi tutto un cambiamento di mentalità.

Nel frattempo, poveri noi tifosi, siamo stati privati anche del mondiale!
Incrociamo le dita e attendiamo miracolosi cambiamenti!
EVVIVA IL CALCIO, EVVIVA L'ITALIA!

  

Crisi del Sistema Calcio... spunti di riflessione!