Un bisogno essenziale dell'essere umano, fin dall'alba dei tempi, risulta essere quello del "comunicare" e -al giorno d'oggi- questo bisogno, si trova nella condizione di poter essere espresso in modo molto più semplice rispetto al passato, basti pensare alle continue esplosioni tecnologiche che ci rendono connessi ed interconnessi, facilitando la comunicazione. 

Il gioco del pallone è stato fin dall'inizio un efficace veicolo di comunicazione fra le persone, osservando via via la proliferazione di canali mediali web e tv, giornali, racconti radiofonici e chiacchiere "da bar" che si sviluppano intorno alle partite, rendendo quei 90 minuti un evento comunicativo fra più persone. Un evento che, sopratutto oggi, tocca un'ampia platea, un pubblico di massa che si vede districare fra impegni nazionali e non, fra rettangolo verde e questioni societarie, fra eventi calcistici ed extraclcistici - come può essere la rendita di un calciatore in campo e la sua vita fuori - insomma, non più solo campo, ma una dimensione più ampia, a 360 gradi, che vede il puro gioco del pallone, e quindi lo sport, ibridarsi con la figura dell'intrattenimento.
Nelle società postmoderne si assiste progressivamente a una sportivizzazione della società, passando da una dimensione sociale e relazionale, a quella produttiva, economica, politica, culturale etc, dimostrando come lo sport abbia un ruolo importante nelle attuali società, ma con il paradosso di dover affrontare il rischio della "desportivizzazione" dello sport, perdendo quel fascino della sola competizione per finire ad abbracciare il vile denaro, facendo di una gara un puro evento mediatico, dal quale trarre profitto, e rendendolo un evento da commercializzare.
Un rischio, celato, sopratutto nel modo di comunicare questo sport, e chi, se non la tv, ne ha cambiato più le caratteristiche, scombinando le carte in tavola e riservandogli una più ampia riconoscibilità sociale. Una visione e un racconto di questo sport che cambia anno dopo anno, passo passo con le nuove tecnologie, e i nuovi modi di raccontare e mostrare una gara, racconto televisivo che sempre più cerca di toccare quelle corde emozionali del tifoso, inglobandolo e cercando di renderlo partecipe nei palinsesti, nei salotti, negli stadi e con l'interattività tipica delle nuove piattaforme web.
Un tipo così ampio di comunicazione che oggi ha rotto gli schemi con il passato, rendendo partecipe il tifoso di qualsiasi età, genere, razza o status sociale andando a frantumare il più possibile le barriere all'ingresso, includendo (tratto tipico dello sport) più che escludendo.

Tornando al discorso comunicazione, è fondamentale distinguere la comunicazione che avviene "nel" calcio vs quella che tratta "del" calcio; nel primo caso si fa riferimento a un tipo di comunicazione che avviene all'interno del sistema calcistico, dunque una comunicazione che avviene per mano degli attori protagonisti, mentre nel secondo ci si riferisce a tutto ciò che gli ruota attorno, pensando sopratutto al rapporto con i tifosi, con un tipo di comunicazione che deve fare dell'inclusione un punto di forza, una sorta di "multi-comunicazione" in quanto deve saper essere multimediale, multicanale, multidirezionale in modo tale da avvicinare il tifoso e incanalarlo in tipi diversi di comunicazione, che possono variare da "molti a uno", da "uno a molti", "da uno a uno" e da "molti a molti". Ne discende che il saper comunicare e lo scegliere come farlo sono questioni fondamentali per una società sportiva (e non), che deve capire nel modo migliore come mostrarsi alla stampa, al tifoso, ad eventuali partner, alle altre società e sopratutto attraverso chi farlo, perchè infatti in base a chi parla, cambiano anche i modelli comunicazionali.
Essenzialmente si possono rinvenire 4 tipi di modello, ossia: il modello della "performance", che è incentrato sulla figura dell'allenatore, il modello della "leadership" che è quello incentrato sul top player della squadra, il modello "economico-finanziario" nel quale risalta la società e i piani alti, e infine il modello "olistico", ossia quello capace di tenere in equilibrio tutti i segmenti operanti.
Dunque vari modelli, per vari tipi di comunicazioni, per vari tipi di pubblici, per vari tipi di bisogni e desideri il tutto per dar voce a un nostro bisogno interiore, che si può spegnere solo "comunicando" e che in questa sede diventa #Comunicalcio!