Un business, un enorme industria caratterizzata da giri d'affari, intrecci e investimenti. Ecco che allora le società di calcio -se amministrate in maniera corretta- diventano delle vere e proprie imprese da gestire, e un'impresa che lavora nel mercato ha un bisogno essenziale, quello di monetizzare. Un’azienda, di qualunque genere essa sia, ha ogni mese costi a cui fare fronte, spese impreviste e non, investimenti nel breve, nel medio e nel lungo periodo, personale da stipendiare, tecnologie da acquistare, impianti da curare, bilanci da tenere in equilibrio e cosi via. Imperativo diventa allora ottimizzare i guadagni e spremere i ricavi, il tutto cogliendo i giusti sbocchi e aprendo l'azienda a diversi canali, trovando alcune volte soluzioni alternative che evadono dal rettangolo verde...Vediamo allora, alcuni modi che le attuali società di calcio utilizzano per alimentarsi. 

- Gli sponsor:
Un potente medium per veicolare nel pubblico emozioni e sentimenti, utile per imprimere un ricordo nella mente del tifoso, che può diventare alla lunga, anche un ricordo di marca. La sponsorizzazione è a tutti gli effetti una tecnica di marketing, utile tanto alla società quanto allo sponsor, a valorizzare il proprio brand e a raggiungere una fetta di mercato più ampia, aumentando la visibilità del marchio. Dalla metà degli anni '80, le sponsorizzazioni sono diventate forme di partnership tra operatori differenti, aumentati anche grazie all'incontro tra calcio e web. I tipi di sponsorizzazione più celebri sono sicuramente quelli legati al vestiario e al materiale tecnico delle squadre, forniti solitamente dallo sponsor principale o main sponsor. Secondo "calcio e finanza", la stagione 21/22 vedrà un Record in Serie A, quello legato alle spese degli sponsor. Nelle casse delle società militanti nel massimo campionato entreranno infatti circa 190 milioni, 21 in più rispetto alla passata stagione, il tutto per apporre il proprio marchio sulle divise della squadra. Una media complessiva di più di nove milioni a squadra, ma alzata grazie ai guadagni delle big, come ad esempio la Juventus, squadra che guida la classifica in Italia grazie ai suoi 53 milioni incassati  dagli sponsor, di cui 45 sborsati da marchio "Jeep". 
Cifre enormi, ma un potenziale ancora inespresso da tirare fuori, sono solo 5 le squadre di A ( Atalanta, Bologna, Cagliari, Empoli e Torino) ad utilizzare per intero lo spazio dedicato alle sponsorizzazioni, mentre in altre possono mancare figure come main sponsor, secondo sponsor, sponsor di manica e retrosponsor. Fondamentale diventa poi trasformare il tifoso in consumatore, stando attenti alle logiche del merchandaising,  utilizzando diversi canali per piazzare i propri prodotti e creando eventi che si trasformano in veri e proprie campagne pubblicitarie, producendo materiale adatto alla vendita come ad esempio il lancio di capsule in collaborazione con brand legati al mondo della moda. Il Milan solo per citare una squadra, ha appena lanciato la linea streetwear o la nuova capsule collection Harmont & Blaine,  con quest'ultimo Official Style Partner del club; lo store club poi, durante il periodo del derby ha fatto registrare incassi Record, con una crescita di maglie vendute del +1305 rispetto a un match-day standard con un +92 di prodotti totali venduti. La risonanza del derby è arrivata anche fuori dai confini nazionali, a New York, dove il Club ha ospitato un evento gratuito nell’esclusivo Club 40/40 di JAY-Z a Manhattan, in partnership con Roc Nation e l’AC Milan Club New York City. Partnership che non si fermano solo al vestiario ma,  toccano diversi ambiti ognuno con strategie differenti e  tutti con un obiettivo comune: produrre valore trovando alleati. 

Eventi:
O per meglio dire, competizioni. Come ad esempio la partecipazione ad eventi sportivi tipo la "Champions League" o "l'Europa League", ma anche tornei estivi come l'ICC(International Champions Cup). Il passaggio agli ottavi di Champions in casa Juventus ha portato un regalo da 75 milioni di euro, divisi in: bonus partecipazione da 15,64 milioni di euro, 30,7 milioni di euro provenienti dal ranking storico, poi la quota del market pool, di cui una prima parte è stata assegnata sulla base della posizione in classifica nella Serie A 2020/21, che per la Juve (quarta) ammonta a 2 milioni di euro mentre la seconda parte dipende dal numero di partite giocate nella Champions attuale che per i bianconeri ammonterebbe a 4 milioni di euro. Infine il bonus legato alle vittorie  stimato tra gli  11 e i 15  milioni e da non dimenticare la somma che il club controllato da Exor incasserà per il passaggio del turno: 9,6 milioni di euro. Bonus dunque che variano, abbassandosi e alzandosi da caso a caso, da competizione a competizione, in casa Napoli ad esempio, i sedicesimi di Europa League portano nelle casse del club campano una cifra vicina ai 10 milioni di euro. Facendo un passo indietro e tornando sul campionato di casa nostra, la vittoria della Serie A 2020/2021 ha portato nelle casse nerazzure una cifra vicina ai 25 milioni di euro, che grazie al market pool ha fatto lievitare la somma sui 40. A guadagnare sono però anche le squadre che dalla A retrocedono in B, è presente infatti nel regolamento una sorta di paracadute per queste squadre, che è diviso in tre fasce: Paracadute fascia A  (squadre che retrocedono dopo un anno in Serie A) a cui vanno 10 mln di euro, paracadute fascia B (squadre che retrocedono dopo due anni in Serie A, anche non consecutivi, nell’ultimo triennio) 15 milioni di euro, e infine paracadute fascia C a cui vanno (squadre che retrocedono dopo tre anni in Serie A, anche non consecutivi, nell’ultimo quadriennio) – 25 milioni di euro. Per non parlare delle competizioni dedicate alle Nazionali, come il Mondiale, che stando a quanto dichiarato dalla Fifa, se disputato ogni due anni impatterebbe sul Pil mondiale, alla lunga, per una cifra di 180 miliardi di euro. 

Diritti televisivi
I piazzamenti in classifica pesano e non poco anche per quanto riguarda il guadagno derivato dai diritti televisivi, cosi come l'appeal della squadra, in quanto un altro 20% del guadagno andrà  distribuito tra i club in base al cosi detto “radicamento sociale”, con riferimento a biglietti venduti e ascolti Auditel. Infine la metà degli incassi verrà divisa equamente tra i 20 club di A. 1,068 (somma alla quale vanno tolti soldi derivanti da spese come premi paracadute o advisor)sono i miliardi che nelle ultime stagioni i club di A si sono spartiti, e la squadra che più si è arricchita non a caso è l'inter. Cifre sicuramente alte, ma che in campionati come la Premier League non possono competere. In Inghilterra infatti, grazie ai diritti tv, l'ultima squadra classificata arriva a prendere una somma superiore a quella presa dalla prima della nostra classe. Secondo il "Daily Mail" il giro d'affari legato ai proventi televisivi, si aggira intorno alle 2,6 miliardi di sterline, con il Manchester City che ha guadagnato piu di tutte(circa 180 milioni), chi ha guadagnato meno è stato invece l'ultimo classificato, lo Sheffield United, che ha ricavato 105,6 milioni, 40 in più rispetto l'Inter. 

- Stadio
In Italia a "preoccupare" è il dato legato allo stadio di proprietà. Nel Bel Paese infatti, sono solo 4 le squadre (Juventus, Atalanta, Udinese, Sassuolo) a possedere uno stadio proprio, mentre le restanti squadre sono solo "ospiti" degli stadi solitamente di proprietà dei comuni, in possesso dunque degli enti pubblici. Quest'ultimi nel tempo hanno lasciato questi giganti quasi abbandonati a se stessi, con gli ultimi importanti interventi di ammodernamento e ristrutturazione che risalgono a Italia90. Fondamentale diventa per una società che voglia perseguire un'economia sostenibile dotarsi di un impianto personale, grazie al quale ottenere ricavi ,derivanti dalla vendita dei biglietti e dai negozi che ruotano intorno a  questo spazio. Cosi allora nasce l'idea tra Inter e Milan, abbandonare il monumento San Siro e dotarsi di un proprio impianto. La "cattedrale di Populous", questo il nuovo progetto presentato dai due club milanesi, struttura che dovrebbe essere pronta entro il 2027, e che consentirebbe alle due società di incassare l'intera somma dei proventi derivanti dalla vendita dei biglietti. Un investimento sostanzioso ma che nel medio e lungo periodo farà rientrare dell'esborso, rendendo felice il tifoso grazie anche ai servizi che ruotano intorno alla struttura. Come riportato da "Calcio e Finanza", due indicatori molto interessanti per valutare le performance di uno stadio sono il Revenue Per Event Per Available Seat (RevPEPAS) e il Revenue per Audience (RevPA). Questi indicatori analizzano i ricavi da MatchDay che sono generati da:

  • ciascun posto a sedere disponibile all’interno dello stadio per ogni partita giocata durante la stagione, calcolato come: RevPEPAS = Total MatchDay Revenue / (capienza stadio * numero partite)
  • ciascun spettatore all’interno dello stadio per ogni partita giocata durante la stagione, calcolato come: RevPA = Total MatchDay Revenue / (capienza stadio * % load factor * numero partite)

Nel 2021, l'Allianz Stadium, stadio di proprietà della Juventus ha compiuto 10 anni, tenuto conto che nell’ultima stagione in cui la Juve ha giocato all’Olimpico il club ha incassato circa 12 milioni di euro, l’aumento dei ricavi da stadio prima della pandemia è stato del 600% (con i bianconeri che nella stagione 2018/19 hanno raggiunto quota 83 milioni di euro). L’impatto del Covid ha poi ridotto i numeri drasticamente nell'ultima stagione e mezza. Con uno stadio di proprietà, a guadagnare è anche il titolo del club, grazie anche a fattori come la quotazione in borsa.

- Quotazione in borsa
Altro modo di guadagnare è proprio quello di investire in borsa, sottolineando ancor di piu come le squadre ormai vengano riconosciute come vere e proprie aziende, infatti con la legge 586 del 1996 si è introdotta, per le società sportive professionistiche, la possibilità di perseguire lo scopo di lucro rendendole attività commerciali a tutti gli effetti. Un modo per ampliare la popolarità del marchio nel mondo, una strategia di marketing che segue l'idea di un eccellente merchandising, accrescere il valore del brand, questi sono alcuni degli obiettivi ultimi dei club quotati in borsa, ma il rischio è sempre dietro l'angolo, in quanto svariati tipi d'avvenimenti, che vanno dai risultati sportivi alla gestione del club, possono rapidamente far crollare la quotazione della squadra. Una sorta di gioco d'azzardo che vede delle salite e talune volte rapide discese, ma se studiata bene grazie all'ausilio di professionisti può permettere alle società di ottenere ricavi. 

- Calciomercato
Il calciomercato, fase dell'anno che permette alle società di rinforzarsi andando a aggiungere pedine al proprio scacchiere ma anche di perderle, indebolendo la squadra. Un processo che ogni anno vede milioni e milioni di euro girare da un mercato a un altro, e che può consentire a alcune squadre di ottenere ricavi, vendendo un giocatore a prezzo maggiore di quanto è stato acquistato ottenendo una "plusvalenza" o viceversa perdere denaro in seguito a una "minusvalenza", o ancor peggio perdere l'intero costo del cartellino di un giocatore al quale è scaduto il contratto, libero di accasarsi altrove a "parametro zero". Nell'ultima finestra estiva, sono stati spesi dai 20 club di A circa 615 milioni di euro,  mentre nel complesso sono stati incassati 550 milioni, di cui 195 incassati dall'Inter grazie alla vendita di Romero Lukaku al Chelsea e Hakimi al Psg, somma che ha permesso alla società lombarda di sistemare il bilancio e mettersi a paro con gli stipendi. Alcune volte infatti, vanno prese scelte dolorose, cedendo i leader della squadra, i big, perdendo del valore sul campo ma permettendo alla società di generare profitti, che se utilizzati in maniera lucida possono poi essere rinvestiti in nuovi top player o futuri campioni.

Innumerevoli sono dunque gli sbocchi e le fonti di sostentamento per l'azienda calcio, grazie all'incredibile eco che continuamente riesce ad avere il gioco del pallone e grazie anche alla sua capacità di vedere oltre, di ibridarsi con altre discipline, di sfruttare a pieno le caratteristiche del web, di raggiungere un ampio numero di interessi e interessati, di riuscire a toccare mercati lontani dal suo mondo ma che sempre più sta accogliendo a se stesso; insomma uno sport, il calcio, che si trasforma sempre più sotto vari punti di vista e che diventa una vera e propria industria, gestita da aziende del pallone.