Partendo dall'analisi tra informazione e sport, si evince come quest'ultimo abbia ormai una diffusione capillare nelle attuali società, ruolo chiave svolto anche grazie all'ausilio dei nuovi e vecchi media, che spesso si affiancano e raccontano questa "nuova religione", seguendo talune volte logiche di marketing. Lo sport è però- oltre che un mero strumento di guadagno -anche un veicolo fondamentale per "la dimensione educativa" dei giovani(e non), divenendo agenzia educativa e di socializzazione, utile a trasmettere valori  e a forgiare identità, utile a far cadere differenze sociali o culturali, a contrastare il fenomeno della sedentarietà, oltre che potente sedativo contro ansie e stress.
Lo sport nella sua essenza ha una forma poliedrica, formata da diverse dimensioni, che vanno da quella educativa a quella sociale, da quella sanitaria a quella ludica, ma anche produttiva e fiscale o ancora immobiliare, tecnologica o... mediatica. Con quest'ultima dimensione, esso si fa logica e mezzo di comunicazione divenendo(lo sport) un vero e proprio medium capace di amplificare, valorizzare e veicolare messaggi provenienti all'interno e all'esterno del suo sistema. Lo sport, o meglio, il gioco diventa essenziale (soprattutto nei bambini) per la socializzazione umana e per l'interazione fra persone, nonché utile alla genesi della cultura e fattore di sviluppo dei processi di civilizzazione.
A contribuire alla legittimazione sociale dello sport, che piano piano ha portato a una "sportivizzazione" della società, è stata sicuramente la televisione-oltre che una capacità  d'abbracciare logiche di cross-medialità-ma proprio con il piccolo schermo è nato un dualismo, capace anno dopo anno di entrare nelle case di milioni di abitanti, aumentando l'appeal dell'informazione sportiva, il quale però sembra vivere un periodo(futuro) di crisi. A fare scalpore è l'edizione del Tg1 andata in onda il 29 dicembre 2021, quando i giornalisti del servizio pubblico si sono uniti in uno sciopero generale, frutto del taglio all'informazione sportiva e regionale progettata dai piani alti. Un taglio che produrrà un impoverimento dell'offerta informativa, celando in sé differenti pericoli, come quelli per i cittadini che  vedranno progressivamente ridursi il loro diritto a essere informati. Al centro della discussione c'è sicuramente il taglio alle edizioni notturne dei tg sportivi, e che ha detta dell'azienda Rai, come si può leggere da una nota apparsa sul proprio sito, " non comporterà alcun effetto sugli appassionati". Il Tg sport della notte è invece l'unico appuntamento che, tenuto conto delle norme sui diritti sportivi,  può tempestivamente trasmettere gol e risultati delle gare serali del calcio e degli altri sport.  
E dunque, con il taglio della terza edizione della Tgr fanno la stessa fine anche gol e risultati della serie C di ciascuna regione e così anche per le squadre locali degli altri sport. Tutte notizie e immagini che dal 10 gennaio la Rai darà solo il giorno dopo con un danno al pubblico pagante (quello del canone) che se vorrà e potrà permetterselo, dovrà cercare queste notizie sui nuovi player privati che forniscono a pagamento questi servizi. Un servizio pubblico già fortemente in crisi per quanto riguarda l'informazione sportiva, il quale già si trova a far fronte alla perdita dei diritti tv riguardanti vari eventi sportivi oltre che calcistici, relegandosi in una condizione di marginalità e inseguendo il piu delle volte logiche economiche legate allo share. Questa è infatti la risposta dei vertici Rai: "La Rai sta cercando di adeguare ancora di più la sua programmazione alle esigenze del suo pubblico. L’edizione del Tg Sportivo da eliminare sarebbe quella notturna in onda su Rai Sport nei canali 57 e 58. Viene vista dallo 0,5% delle persone che guardano la televisione a quell’ora”.
Ma, la domanda viene allora spontanea, nelle esigenze del pubblico, rientra davvero quella di tagliare l'informazione, di qualsiasi genere essa sia? Argomento che diventa ancor piu grave quando, oltre alla Rai è anche Mediaset a ragionare in termini di taglio dell'informazione sportiva(e non). La Tv di Cologno Monzese, sembrerebbe essere pronta a dire addio a alcuni dei suoi programmi di punta come il Tg4, Studio Aperto e... Sport Mediaset. Dopo la caduta di Mediaset Premium, toccherà anche al programma che ogni giorno va in onda su Italia uno-Sport Mediaset appunto- e sempre seguendo una logica legata agli ascolti e allo share, ma in questo caso resterà da capire come il colosso gestirà i diritti relativi alla "Champions League" e alla "Coppa Italia", che detiene fino al 2024.
Insomma, le principali reti italiane, ragionando in chiave economica, stanno chiudendo i cancelli dell'informazione, penalizzando giornalisti (che invece le aprirebbero) e pubblico, rischiando di perdere fette importanti di consumatori mediali e celando il rischio di far decadere un connubio che perfettamente si è sposato negli anni, ossia il matrimonio tra Tv e Sport, con il pericolo di cadere in un rovinoso(per entrambe le parti)divorzio. L'appello diventa dunque quello di dare un taglio a queste gestioni folli che non sono volontà del pubblico, e soprattutto quello di...Non dare un taglio all'informazione!