Quello che mi fa vergognare, che mi fa veramente schifo, è la strumentalizzazione degli atteggiamenti razzisti. Leggere come vengono descritti (o non raccontati), e le conseguenti reazioni (o la mancanza di reazioni), di due fatti diametralmente opposti come i "buuuuu" razzisti a Balotelli durante Milan-Roma o l'allucinante e inspiegabile aggressione di Kabobo la scorsa notte a Milano, è ancora più allucinante dei fatti in questione. Come volevasi dimostrare, l'applauditissima decisione di abbandonare il campo e non terminare un'amichevole per i cori razzisti a Boateng, si è trasformata in una sospensione di due minuti durante una gara di campionato (tra le poche a valere ancora qualcosa). Il classico tentativo di guarire il cancro con un'aspirina. Tanto più se l'oggetto dei buuu, cori o insulti razzisti è Mario Balotelli. Una specie di cassa di risonanza con le gambe che, nel bene o nel male, amplifica tutto quello che lo riguarda. Il vero problema è che si chiede al calcio di essere di esempio per una società che è messa molto (ma molto, molto, molto) peggio. E' giusto chiedere a gran voce pene severe per chi sfoggia i suoi istinti più beceri ululando da una tribuna, ma gli stessi paladini della civiltà devono imparare a puntare il dito verso TUTTE le manifestazioni di odio. Non solamente quelle per cui fa comodo. È giusto che la stampa spinga gli organi del calcio a prendere provvedimenti seri per questi atteggiamenti cavernicoli, ma sarebbe bene mobilitarsi anche verso la stampa stessa. Provo davvero tanta pena per quel poveraccio che sabato pomeriggio è stato pagato per ideare il titolo di Libero, per quel poveraccio che ha dato l'ok a un titolo tanto aberrante, per tutti quelli che lo hanno letto senza scandalizzarsi. E sono tanti perchè nei bar si parla dei buuu a Balotelli, ma non del titolo di Libero. Mi piacerebbe pensare che nessuno ne parli solamente perchè nessuno lo ha letto, ma purtroppo non è così. La verità (la mia, per carità) è che non basta chiudere uno stadio per cambiare una cultura radicata nell'uomo da secoli. Viviamo in una società che il lunedì mattina si scandalizza per i cori razzisti durante una partita, e dal lunedì pomeriggio viene tartassata quasi esclusivamente con messaggi razzisti come quello dell'ignobile titolo di Libero. Sì, razzista perché se è vero che il razzismo è per definizione una "categorizzazione di natura", parlare di 'Squadristi Rossi e Assassini Neri' non è certo filosofia. Sarebbe bello, un giorno, cominciare a condannare anche queste forme (più meschine e subliminali) di razzismo. Sempre che a condannarle non siano giudici di sinistra. Sì, insomma, giudici ROSSI.