Le ultime 4 dovevano essere partite “alla morte”. Ma eravamo defunti già da tempo. Chiudiamo la stagione schierandoci per l’ennesima volta senza difesa, senza centrocampo e senza attacco. Regalando tre reparti a una squadra che ha chiuso il campionato con 8 vittorie consecutive non è il massimo. Handanovic; Pasa, Cambiasso, Juan; Nagatomo, Kuzmanovic, Kovacic, Pereira; Alvarez, Guarin, Rocchi. Se a inizio anno mi avessero raccontato che questo sarebbe stato l’undici titolare all’ultima di campionato avrei sicuramente ricominciato a fumare. Pesantemente.
Ma non è certo l’imbarazzante congedo contro l’Udinese a rendermi inquieto. Sono tre semplici riflessioni che riguardano la nostra “vera” situazione. Dal momento che non possiamo sapere con certezza cosa stia accadendo nella stanza dei bottoni (è un espressione che da bambino mi affascinava molto. Oggi volevo soltanto dire che, probabilmente, non sta succedendo una mazza), è meglio soffermarsi su quel poco di certo che possiamo constatare:
1 – Stramaccioni NON È un’alternativa per la prossima stagione. Negli ultimi due mesi è completamente affondato con quello che della nave era rimasto. I problemi sono stati sotto gli occhi di tutti, ma sette sconfitte nelle ultime dieci giornate non sono giustificabili. In nessun modo. Neanche con il fatto che Stramaccioni costi 1/25 di Mourinho o 1/10 di Mazzarri. Credo sinceramente che, prima del disastro finale, Moratti fosse davvero convinto di dargli una seconda chance, ma ormai non è più possibile. Chi conosce l’Inter e Moratti sa benissimo che sarebbe un errore enorme. L’anno prossimo si comincerebbe a parlare di esonero al primo pareggio in amichevole estiva se mai schiereremo una specie di squadra al completo. Se il famigerato progetto che la curva chiede in maniera educata e sacrosanta prevede Stramaccioni in panchina è destinato a fallire prima ancora di cominciare. Non ci saranno mai i presupposti per una sana e tranquilla ricostruzione. Semplicità: “il prossimo allenatore dell’Inter sarà…” e poi uno comincia a progettare la stagione.
2 – A oggi, 21 maggio 2013, ancora non è arrivata una comunicazione ufficiale su chi sarà il prossimo allenatore dell’Inter. E questo è un problema. In una stagione finita due mesi fa, una società con le idee chiare avrebbe accelerato il processo di ricostruzione. Non credo che la corsa all’ottavo posto abbia bloccato il mercato o la decisione sulla guida tecnica. Spero che a breve (brevissimo) si faccia chiarezza perchè altrimenti il nuovissimo progetto vedrà ancora una campagna acquisti basata su una gigantesca caccia al colpo di *** per consegnare una rosa fatta e finita al prossimo allenatore, chiunque esso sia. Semplicità: nel calcio di oggi vince chi sulle fasce ha qualità e freschezza. Noi oggi abbiamo Nagatomo, Schelotto, Pereira, Jonathan e Pasa. Diciamo che non serve un genio per capire dove intervenire.
3 – A proposito di idee chiare e società snelle e decise. Urge una bella scrematura anche da questo punto di vista. Se penso a Juve, Napoli, Fiorentina o Milan (in rigoroso ordine di classifica depoliticizzata), posso tranquillamente dire che a Torino c’è un presidente (Agnelli), un allenatore (Conte) e un uomo mercato/società (Marotta); a Napoli c’è un presidente (ADL), un allenatore (Mazzarri, o da oggi un altro) e un uomo mercato/società (Bigon); a Firenze c’è un presidente (Della Valle), un allenatore (Montella) e un uomo mercato/società (Corvino); al Milan c’è un presidente (Cavalier pompetta), un allenatore (Allegri, forse), un uomo mercato/società (Galliani) e un manipolo di tifosi inguardabili che lo affiancano in tribuna (Braida, figlio di Galliani). Ecco, perchè noi abbiamo un presidente (Moratti), un allenatore (Stramaccioni, forse) e poi una serie di battitori liberi come Branca, Ausilio, Fassone, Paolillo e mi scuso con una decina di persone di cui non ricordo il nome? Semplicità: caro Pres, scegli un allenatore e UN SOLO uomo di riferimento per il mercato. Se poi ne trovi uno in grado di rappresentare la società sostituendo la quotidiana conferenza stampa sotto la Saras ancora meglio.
Forza ragazzi. È finita un’altra stagione dei record. Dimenticarla sarebbe un delitto. Usiamola come monito per non commettere gli stessi errori.
E sempre Forza Inter
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