Spese folli, collezioni di figurine, mercato dopato a dismisura... Questo stiamo vedendo da qualche anno a questa parte nel calcio europeo, con due squadre protagoniste su tutte: Paris Saint Germain e Manchester City.

Ci sono squadre incastonate nella storia del calcio internazionale come gemme preziose nella parete rocciosa di una montagna, e proprio come hanno fatto quelle gemme anche quelle squadre hanno impiegato tempo e sacrificio per diventare quello oggi sono e rappresentano. Sembra lapalissiano, ma per essere "grandi" bisogna crescere, e crescere significa impegno, studio, programmazione, imparare dagli errori fatti, maturare nei tempi giusti. Ecco, questo proprio non si è verificato con le due squadre sopra citate, squadre che fino a 5 o 6 anni fa potevano al massimo ambire al ceto medio-basso tra le società del pallone europeo.

Entrambe possono vantare 1 solo trofeo internazionale in bacheca, cioè la defunta Coppa delle Coppe: 1970 per il City e 1996 per i parigini (che in verità hanno pure vinto una Coppa Intertoto nel 2001, se proprio vogliamo dare a Cesare quel che è di Cesare). Nulla in confronto alle bacheche di squadre come Real Madrid, Barcellona, Milan, Bayern, Liverpool, Ajax, Juventus, Inter, Manchester United.

Non si può diventare un top club all'improvviso, schioccando le dita e rompendo il maialino con le monetine (tante) come se fosse dovuto e basta. L'ingresso dei ricchissimi magnati arabi nel calcio ha prodotto terremoti e tsunami di mercato che erano inimmaginabili fino a pochi anni fa. Il risultato è lo stravolgimento delle regole del calciomercato, con giocatori di medio valore che da soli arrivano a valere quanto una squadra di media classifica di uno qualsiasi dei grandi campionati europei, e di fatto è un mercato totalmente dopato e fuori controllo.
Ma a loro, alla fine, cose è venuto? Pare proprio niente, visto che entrambe vanno a fare figuaracce in giro per il continente: per i francesi resta nella leggenda la suonata presa dal Barcellona l'anno scorso, ma anche col Real quest'anno agli ottavi c'è poco da salvare (diciamo niente), mentre per i Guardiola Boys è bastato un derby con una "connazionale" per uscire con le ossa rotte e altri maialini da prendere già a martellate per la prossima stagione. Pare che certe lezioni per qualcuno non servano, e se proprio vogliono spendere che almeno lo facciamo con un po' di rispetto per il mondo che li circonda... Ma mentre lo sto scrivendo capisco che non succederà, e allora mi faccio un'altra busta di popcorn e mi godo 'sto filmone: Anche i ricchi piangono, e di brutto!

Dopo altri spendaccioni finiti con gli occhi gonfi (per "botte" e lacrime) come gli inglesi del Manchester United e del Chelsea, si unisce al gruppo dei poveri ricchi anche il Barcellona che per la seconda volta consecutiva esce ai quarti dopo essere stata piallata da una squadra italiana (Juve l'anno scorso, Roma quest'anno). Anche qui di soldi ne girano a valanghe (basta lo stipendio di Lionel Messi per spettinare mezzo mondo), eppure le sberle arrivano bene lo stesso.
Se il dio del pallone quest'anno volesse fare davvero i capricci dovremmo aspettarci persino i miracoli impensabili di Juve e Siviglia contro le corazzate Real e Bayern, e a quel punto avremmo in semifinale le 4 squadre più inaspettate di sempre se si considerano gli abbinamenti dei quarti di finale (che sembravano fatti apposta per apparecchiare il tavolo alle 4 super favorite di inizio stagione).

Nel frattempo, mentre un sacco di petroldollari finiscono a carta igienica, godiamoci la leggendaria impresa della Roma e attendiamo la Juve...
Magari succede, chissà...