Brucia da morire, inutile negarlo.
L'eliminazione dalla Champions all'ultimo secondo è una botta che non può non lasciare detriti, ma è qualcosa che non si può cambiare. Ora bisogna riprendere un po' le energie morali e spirituali, tutta la società deve farlo, a partire dalla dirigenza fino ad arrivare a quei giocatori che in campo dovranno riversarle per le restanti 8 gare della stagione (7 di Campionato più la finale di Coppa Italia).

Urlare di rabbia contro l'arbitro, o contro Allegri, o contro Ronaldo, o contro chiunque vogliate non conta nulla e non porta da nessuna parte, perchè non serve a modificare lo stato delle cose.
Adesso è così, la Juve è fuori, restano Scudetto e Coppa Italia da vincere obbligatoriamente. Non si tratta di salvare la stagione, perchè dopo 6 anni così bisognava semplicemente vincere la Champions, senza se e senza ma.
La stagione è già un fallimento, sia dal punto di vista prettamente sportivo (non arriverà l'obiettivo più importante) sia dal punto di vista economico con i relativi mancati incassi.
Vincere Scudetto e Coppa Italia è ormai il minimo sindacale per tenere a malapena a galla la barca, ma solo se arriveranno entrambi. Vincere 1 solo trofeo su 4 disponibili in stagione sarebbe impossibile da digerire, specialmente poi se fosse lo Scudetto a sfuggire, perchè significherebbe scendere di livello facendo peggio degli anni precedenti.
Significherebbe che siamo vicini al capolinea di questo ciclo vincente (ma solo in Italia) e che le altre concorrenti si sono sufficientemente organizzate e rinforzate per tenerci testa anche dentro i confini nazionali.

Per quanto mi riguarda, esprimendo semplicemente il mio personale parere da tifoso ferito e deluso, rinuncerei a 10 anni di Scudetti e Coppe Italia pur di vincere la Champions. So di parlare a nome anche di molti altri tifosi (non tutti, ci mancherebbe), che di arrivare davanti a Napoli, Roma, Inter e compagnia bella se ne fregano se poi non si riesce ad arrivare davanti a tutti in Europa.

Anche per questa stagione dobbiamo mandare giù il boccone amaro, per fortuna stavolta non è successo in finale, sennò apriti cielo! Speriamo almeno che in estate ci sia un cambiamento importante sia negli uomini sia nella mentalità che dovrà spingerci ad un nuovo assalto alla coppa dalle orecchie a sventola, perchè è definitivamente arrivata l'ora di farlo questo passo in avanti per sentirci (e non provare solo a farlo) al livello delle altre big europee. Abbiamo ampiamente dimostrato di avercele le potenzialità per farlo, ma adesso si tratta di dimostrare che ce lo meritiamo davvero.

Resta sì l'orgoglio per la grande prestazione di Madrid, ma la verità è che sbiadirà velocemente tra le nebbie del tempo non essendo stata seguita dalla qualificazione. Le grandi imprese diventano e restano tali quando servono a raggiungere un obiettivo (il 3-1 al Real nel 2003 o il 3-0 al Barcellona l'anno scorso), e se questo non succede allora restano semplici belle prestazioni che a livello sportivo non sono servite a niente, se non a rendere fieri i propri tifosi per una sera. Non è poco, sia chiaro, ma non scrive nulla sugli Albi d'Oro e non porta nulla in bacheca.

Ora giù a testa bassa, con grinta e voglia di riscattarsi, per tutti. Voltare pagina e smetterla di pensare al rigore, al non rigore, all'arbitro più o meno incompetente, al designatore in malafede e così via, perchè se non facciamo questo benedetto switch rischiamo di restare intrappolati nel nostro stesso senso di frustrazione e non ne usciamo più... E non è proprio il caso di dare anche questa soddisfazione a chi ci vuole male.