Ogni tifoso, di qualsiasi squadra, ha nel cuore la "propria" partita, quella partita che lo ha talmente travolto di emozioni da fargliela restare impressa nella memoria quasi nella sua interezza, e non solo per le fasi salienti.
Quasi sempre la partita che un tifoso ricorda con maggiore enfasi e trasporto coincide con la vittoria di un trofeo importante da parte della propria squadra, o magari della Nazionale. Nel mio caso no, non coincide con la vittoria di un trofeo, ma coincide con una prestazione ai limiti del leggendario da parte di una Juve stratosferica. Non mi vergogno a sostenere che, pur trattandosi di una semifinale, fu probabilmente la finale morale della Champions League del 2003.

Nella gara di andata la Juve era uscita sconfitta per 2-1 da Madrid contro il Real dei "Galacticos", una squadra a cui era difficile abbinare aggettivi qualificativi adeguati per il valore che in quegli anni poteva esprimere in campo. Era la squadra dei 3 Palloni d'Oro (Zidane, Figo e Ronaldo il Fenomeno), accompagnati da campioni del calibro di Raul, Roberto Carlos, Hierro, Cambiasso e Casillas. Per la gara di ritorno al Delle Alpi c'era la viva speranza di ribaltare il risultato (cosa tutto sommato non impossibile, almeno sulla carta) perchè quella Juve era forte, e in fondo poteva rispondere con gente tipo Del Piero, Trezeguet, Nedved, Davids, Thuram e un giovane portiere di grande prospettiva come Buffon. Nessun Pallone d'Oro (almeno non ancora), ma non certo i primi "scappati di casa" che passavano. Ricordo un Delle Alpi stracolmo, un enorme catino pieno di passione bianconera pronto a trascinare i propri beniamini verso l'impresa.

Inizia la gara, pochi minuti ed ecco il primo brivido: fallo di Davids su Zidane sulla trequarti, arriva Roberto Carlos e comincio a fare gli scongiuri. Saranno più di 30 metri, ma questo ha un piede capace di curvare ai limiti del paradosso la traiettoria della palla, un po' come faceva Angelina Jolie con le pallottole nel film Wanted. Il brasiliano inizia la sua rincorsa lunghissima, è chiaramente intenzionato a sparare un terra-aria da sfondare la rete. Parte il tiro, una bomba incredibile che liscia il palo alla sinistra di Buffon di un niente. Solo al replay, da dietro, si può apprezzare cosa stava per fare il terzino brasiliano: un bolide che si allarga alla sinistra della barriera e d'improvviso ricurva rientrando verso la porta. Di un niente finisce fuori, con Buffon che capisce solo alla fine il rischio che ha corso, battezzando inizialmente quel tiro come ampiamente fuori dallo specchio.
Non andò così bene a Bartez nel 1997 in Francia-Brasile, gara in cui Roberto Carlos segnò un gol ai confini delle leggi della fisica, proprio allo stesso modo, stessa posizione e stessa distanza dalla porta di quella sera al Delle Alpi.

Passata la paura, la Juve non resta a guardare e comincia a spingersi in avanti. Nedved e Del Piero si scaldano con un paio di tiri fuori dallo specchio, ma la Furia Ceca imperversa sulla fascia destra come un ciclone. All'improvviso si materializza il vantaggio: 12' e solita galoppata inarrestabile di Nedved sulla destra, cross verso l' area che viene agganciato da Del Piero in volo che fa da torre (lui!) a Trezeguet. Il francese è un killer d'area, e quella palla non la sbaglia: E' GOOOL! Grande azione dei bianconeri che fanno subito capire ai Galacticos che se vogliono passare devono sudare, e anche parecchio.
Il Real non ci sta e prova a rispondere mettendo in fila vari tentativi verso la porta bianconera, con Buffon che fa una gran parata su un tiro ravvicinato di Guti, mentre Figo e Zidane hanno il mirino sfuocato e sprecano con punizioni dal limite e tiri da lontano. Intorno alla mezzora ecco che si accende Del Piero e inizia il suo personale "riscaldamento" verso la porta avversaria con almeno 3 incursioni in area. Una volta prese le giuste misure, Pinturicchio colpisce: è il 43' e in area ondeggia col pallone facendo venire la labirintite a Hierro e Salgado che non capiscono più niente, mentre il suo tiro improvviso si insacca alle spalle di Casillas. Il Delle Alpi è in delirio, una bolgia impazzita di gioia. Prima dell'intervallo c'è il tempo per un tiro dal limite di Zidane e un tiro da fuori area di Tacchinardi, dopo un gioco di prestigio (inatteso) da parte di Davids a centrocampo.

Nella ripresa si alternano percussioni da una parte e dall'altra (e solo dopo qualche anno mi sarei accorto che Casillas aveva cambiato i pantaloncini), finché Montero decide di stendere in area il Fenomeno... E' rigore... Gelo sullo stadio... Il sudore freddo comincia a punteggiarmi la fronte, se penso a chiunque del Real possa tirare quel rigore mi vengono i brividi.
Sul dischetto va Luis Figo e non so perché, ma avevo la sensazione che non avrebbe segnato. Quella era evidentemente la serata della Juve, non poteva andare diversamente... E boom: PARATA DI BUFFON!... Luis Figo non calcia un gran rigore, va detto, ma Buffon si erge con merito tra i protagonisti assoluti di un match che pare ancora prodigo di emozioni potenti.

Siamo quasi alla mezzora, quando all'improvviso Zambrotta scodella da centrocampo un pallone verso l'area madrilena su cui si lancia Nedved nella maniera perfetta per rendere onore al suo soprannome: inarrestabile e incontenibile, la Furia Ceca si abbatte su quella palla con una potenza inaudita, segnando un gol pazzesco che manda la magnitudo allo stadio a livelli esagerati.
E' l'apoteosi, tutto è perfetto, o almeno così sembra.
Già perché il destino a volte è davvero beffardo, e proprio il grande protagonista del match (vincerà il Pallone d'Oro, e di sicuro inciderà questa prestazione e il gol meraviglioso) finisce per vivere un dramma personale che diventerà il dramma collettivo di tutti gli juventini. Una leggerezza, chiamatela come volete, un fallo sciocco a centrocampo che gli vale quel cartellino giallo che (da diffidato) gli negherà quella finale che si era strameritato di giocare. Non bastasse questo, sul finale di gara ecco il grande ex che ti fa lo scherzetto: Zidane si infila in area lateralmente e con un diagonale batte Buffon e all'improvviso ritorna la paura sugli spalti del Delle Alpi. Dopo una gara strepitosa infatti la beffa colossale sarebbe subire un altro gol nei minuti di recupero che significherebbe eliminazione. Per fortuna la gara si chiude sul 3-1, e la Juve va meritatamente in finale dove affronterà il Milan.

E' stata una semifinale dalle emozioni fortissime, un sali-scendi tra brividi lungo la schiena ed esplosioni di gioia incontenibile, fino al magone per la squalifica di Nedved. Per quel che mi riguarda, considerando tutti i i ricordi che posso avere fin da bambino, questa è stata la partita più bella ed emozionante che ho mai vissuto, persino più intensa della vittoriosa finale del 1996, con una Juve che fece letteralmente piangere gli dèi del calcio, quei Galattici sovrumani che sembravano non doversi inchinare di fronte ad alcun avversario. Con la Juve dovettero farlo, ma il prezzo da pagare fu molto alto: perdere il suo giocatore più in forma del momento. Nessuno potrà mai sapere come sarebbe andata la finale con Nedved in campo, ma quel Nedved in quella stagione era una forza incontenibile che non poteva non incidere in qualche modo anche in finale. Resta l'amarezza per aver perso un trofeo alla portata e sicuramente meritato (va detto che oltre al Real in semifinale fu memorabile anche lo scontro ai quarti col Barcellona in cui Zalayeta ai supplementari qualificò una Juve in 10 contro 11), specialmente uscendo sconfitti ai calci di rigore dopo che Buffon ne aveva addirittura parati 2 (bellissimo il tuffo sul rigore di Seedorf). Resta però anche il ricordo indelebile di una partita pazzesca e leggendaria come quella contro i Galacticos, e per i tifosi della Juve è un ricordo pieno di emozioni indescrivibili.

Poi, dopo 15 anni, ti ritrovi davanti un altro Ronaldo (un altro mostro), che ti fa il gol più bello di tutta la sua carriera meritandosi una storica standing ovation istantanea da parte di tutto lo Stadium, e rivorresti di nuovo Nedved in campo per fare ancora lo scherzetto ai soliti dei del calcio. Stavolta però servirebbe ben più di un miracolo, visto che nessuna squadra in Champions ha mai ribaltato uno 0-3 in casa e per di più bisognerebbe farlo al Santiago Bernabeu.

Da tifoso spero almeno in una gara onorevole, a prescindere dal risultato, perché so qual è la differenza di valori in campo e non posso aspettarmi l'impossibile. Chiedo solo di onorare la maglia e farci essere orgogliosi di tifare per questa squadra... Se poi il miracolo volesse proprio verificarsi, diciamo pure che non ci offenderemmo.