Analizziamo i fatti partendo dall'inizio, ovvero dal precampionato della Juventus:
Preso atto dell'esclusione per decisione disciplinare dalle coppe europee, si parte con gli unici obiettivi che sono la qualificazione per la Champions e la vittoria della Coppa Italia (non da favorita ovviamente) e per raggiungere questo traguardo le operazioni sul mercato sono praticamente solo in uscita per poter cercare di appianare il debito e portare avanti un progetto di sostenibilità economica che metta al bando acquisti fuori portata e stipendi insostenibili. Vengono lasciati partire, per motivi di contratto o di insoddisfazione: Di Maria, Cuadrado, Bonucci e Pjaca a zero, Paredes per fine prestito, vanno via in prestito Rovella, Soulè, Kaio Jorge, Barrenechea, Pellegrini, Frabotta, Facundo Gonzalez, De Winter e vengono ceduti definitivamente Kulusevski, Zakaria, Dragusin (via Genoa) e Ranocchia (via Empoli) solo per fare alcuni nomi e come unico acquisto il giovane T. Weah oltre al ritorno per fine prestito di alcuni giocatori come Mckennie e Cambiaso. 

L'ennesimo terremoto in casa bianconera, che porta alle dimissioni di tutta la dirigenza e mette al comando uno staff "tecnico" che vede nel solo Giuntoli, accolto come un profeta e l'uomo decisivo per il rilancio, l'unico esperto del mondo calcistico non basta per le speranze dei tifosi che si sentono ripetere fino alla nausea che la parole d'ordine è "sostenibilità" sia dei costi che della rosa, tradotto in linguaggio comune significa “cerchiamo di fare il massimo con quello che abbiamo”.
Ma purtroppo quello che la juventus ha a disposizione si dimostra ben presto essere sotto le aspettative, ridotte ancor di più dalle relative squalifiche di Fagioli e Pogba che dovevano essere i protagonisti del centrocampo juventino, sia a livello numerico sia a livello tecnico siamo appena sufficienti, per non parlare di quello caratteriale che pieno di giovani promesse stenta a decollare.
I risultati non sarebbero neanche da sottovalutare, i bianconeri chiudono il girone d'andata con 14V 4P 1S (con il Sassuolo dopo una partita a dir poco rocambolesca) e i roboanti successi in coppa Italia contro Salernitana e Frosinone dove segnano 10 gol subendone solo 1, solo un Inter inarrestabile riesce a fare meglio dei bianconeri, ma le prestazioni lasciano quasi sempre l'amaro in bocca, con un gioco inesistente e la solita Juventus che sa solo approfittare di episodi per poter andare in vantaggio e poi controllare la gara; Vlahovic che non dimostra il suo valore, Chiesa che sembra inadatto al nuovo ruolo di seconda punta, il centrocampo che non incide e commette errori elementari che costano caro alla squadra, la difesa che ogni tanto si concede delle pause ed i tifosi indispettiti che reclamano un cambio di modulo per poter finalmente vedere una formazione propositiva che si faccia rispettare in campo e non subisca da chiunque il proprio gioco e che sperano che nella sessione invernale di calciomercato il "profeta" possa portare a casa dei nomi per provare l'affondo in campionato e puntare in maniera decisa e ufficiale allo scudetto cosa che ad inizio stagione non era assolutamente messa in preventivo, ma si sa alla Juventus questa è la normalità, quindi trovarsi in quella posizione, con quei punti e dimostrando in alcune partite anche una certa fluidità di gioco sembrava il minimo che si potesse avere con l'allenatore più pagato ed il monte ingaggi tra i più alti.
Ma la triste verità era dietro l'angolo, in arrivo dal mercato alla Continassa ci sono solo Djalò, promettente difensore centrale che viene comprato in prospettiva per il prossimo anno, e all'ultimo momento il centrocampista Alcaraz dal Southampton, mentre viene ceduto Huijsen alla Roma.
Il messaggio è chiaro: "La rosa va bene così, puntiamo alla qualificazione per il prossimo anno, il progetto va avanti secondo una tabella che non prevede uscite monetarie". Una botta allo stomaco per i tifosi bianconeri delusi dai mancati arrivi ma ancora convinti che si possa lottare per lo scudetto con le risorse a disposizione. 

L'inizio del girone di ritorno parte come era finito quello di andata, due vittorie, entrambe 3-0 contro Sassuolo e Lecce portano i bianconeri momentaneamente in testa in attesa del recupero di campionato contro il Bologna dell'Inter e guardando il cammino che aspetta gli uomini di Allegri prende ancora più coraggio l'ipotesi di potercela fare con i nerazzurri alle prese con gli impegni di Champions e quindi potenzialmente con la testa non al 100% sul campionato, ma contro l'Empoli accade quello che non ti aspetti. Una partita sulla carta favorevole dove Allegri decide di far giocare Milik in avanti in coppia con Vlahovic, con il polacco reduce pochi giorni prima dalla tripletta in coppa Italia contro il Frosinone; ma dopo soli 16 minuti di gioco una sciagurata entrata dello stesso Milik lascia in 10 i padroni di casa che nonostante tutto riescono a passare in vantaggio con Dusan salvo poi farsi raggiungere dagli azzurri con un gol di Baldanzi al 70 con l'ennesima distrazione difensiva. Questa partita e la successiva sconfitta nello scontro diretto con i nerazzurri, per via di un autogol di Gatti, saranno l'inizio di un lento ed inesorabile declino dei bianconeri verso quello che oggi si traduce in 3° posto a -17 dall'Inter e a - 3 dal Milan, che nel frattempo ha recuperato lo svantaggio e superato la Juventus e che vede il Bologna farsi sempre più pericoloso ed ormai a soli 5 punti, mentre il possibile ultimo posto disponibile (molto probabilmente saranno 5 il prossimo anno per le italiane) è occupato dalla Roma che con De Rossi è rinata e si trova a 8 lunghezze. 

Il dato preoccupante non è solo la serie impressionante di risultati negativi 3S 4P ed una sola vittoria in extremis, ma la palpabile sensazione che i giocatori della Juventus abbiano tirato i remi in barca e non abbiamo più stimoli per riprendere il mano il timone e continuare a raggiungere l'unico traguardo "obbligatorio", che avevano ad inizio anno e cioè la qualificazione nella prossima Champions League che porterebbe nella casse bianconere i soldi necessari per poter continuare il progetto e rispettare la tabella di marcia per rifondare e diventare competitivi.
Giocatori che in campo sembrano non impegnarsi abbastanza ed altri che non riescono a trovare serenità necessaria per compiere le giocate più semplici e commettono errori sia tecnici che tattici che non ti aspetti non solo da chi veste la casacca della Juventus, ma da giocatori di serie A in generale, alcuni calciatori probabilmente non abituati a gestire le pressioni che giocare in un club con questo livello di pretese comporta, nervosismo altissimo sia in campo che fuori, scelte molto discutibili da parte di Allegri che nonostante i risultati non arrivino, preferisce sbagliare e non cambiare strategia piuttosto che, provare a far qualcosa di diverso pur consapevole che potrebbe sbagliare.

Come potrebbe risolversi una situazione che sembra aver intrapreso una tremenda spirale che porta i bianconeri sempre più verso il basso? Una possibile soluzione potrebbe essere quella che il mister Allegri decida di tornare a fare l'allenatore e smetta di vestire i panni dello psicologo (tra l'altro quello di professione sempre presente agli ultimi allenamenti proprio per aiutare ancora di più i giocatori a riprendersi da questo periodo) mettendo in campo la migliore squadra che, a prescindere dal modulo (che sappiamo difficilmente abbandonerà) gli garantisca non solo maggiore impegno in campo, ma gli consenta di far rifiatare anche quelli che sentono maggiormente il peso e la "colpa" di questo declino; dovrebbe smettere di difendere a tutti i costi i giocatori che non si impegnano abbastanza in campo e premiare chi, quando chiamato in causa, rincorre ogni pallone come se fosse l'ultimo anche se sulla carta tecnicamente inferiore; provare a essere più umile e ammettere non sono a parole gli sbagli commessi, ma provare a cambiarli con i fatti e i moduli che in ogni caso, si fa sempre in tempo a tornare al modulo originale; deve tornare in poche parole, ad essere il "gestore" di un gruppo che fino a 2 mesi fa era accreditato come possibile vincitore dello scudetto.
La sfuriata nel post-partita contro il Genoa, senza senso e colma di nervosismo e maleducazione, è sintomo allarmante che anche lui, oltre ai suoi giocatori, sta perdendo il contatto con la realtà e prima di rendere il tutto irreparabile, lui in primis ed i giocatori a ruota devono capire che non esiste cosa più grande che il bene della Juventus e che si deve abbassare la testa per fare un bagno di umiltà... per far sì che le cose riprendano ad essere positive il primo passo è mettersi al servizio degli obiettivi e non dei traguardi personali. 

Una domanda rimane sospesa tra la Continassa e i vari stadi d'Italia... Il vero valore della Juventus è quello dimostrato nella prima parte di campionato o quello che si è visto ultimamente?
La risposta è più semplice di quello che si possa immaginare... nessuno dei due. La Juventus del girone d'andata si trovava in una posizione che non rispecchiava i meriti delle prestazioni viste in campo, che ha avuto una buona dose di episodi positivi che le hanno permesso di spingersi oltre le aspettative, mentre d'altro canto non può essere quello che ultimamente fa disperare tutti, stavolta penalizzata dalla mancata verve realizzativa di tutta la squadra la quale deve produrre 10 tiri a partita per poter centrare la porta ed una volta trovata ci si mette anche la sfortuna a negargli la gioia.
Diciamo in tutta sincerità che la Juventus non è a livello dell'Inter giustamente al primo posto (forse con più punti di quelli che meriterebbe) ma può e deve tranquillamente lottare per il secondo o terzo posto, indubbiamente la Champions è il punto minimo stagionale che potrebbe, visto che ormai si trova in semifinale, portare a casa un trofeo che saprebbe di ossigeno puro per affrontare il prossimo anno, consapevoli che esiste una buona base da cui ripartire.