“Club come il Frosinone non attirano fan né interessi né emittenti nel campionato. Arrivano, non cercano di competere e tornano indietro. Se non possono competere, se finiscono per ultimi, dovrebbero pagare una multa”. Aurelio De Laurentis.

Caro presidente, nutro già da tempi ben remoti poca simpatia nei suoi confronti, e in questo caso mi tocca proprio rimarcarlo. Per una persona di un certo peso, nel mondo del calcio e specialmente in quello italiano, appesantito già da molti problemi costanti e continui, certe parole dovrebbero essere ben pesate e rimanere nell'anticamera del proprio cervello. Così dicendo si ammazzerebbero i sogni di giovani ragazzi che sognano la promozione nella massima serie da tutta la vita, si perderebbe anche il valore della Serie B, si smetterebbe di competere già nella seconda divisione prima ancora della massima serie e comporterebbe una catastrofica fine per il calcio italiano e per noi tifosi.
Ad una nazione a cui, in questo momento, manca il potere di gioire e sperare togliere anche la possibilità di sognare significherebbe la fine più assoluta.

Posso capire il discorso dei diritti tv, ma ragazzi che sputano sangue in campo nelle leghe inferiori meritano di poter credere di portare la propria squadra in alto. Il calcio ahimè, non è l'NBA o la NFL, dove le squadre per regioni sono sempre le stesse e possono aumentare o diminuire in base a spostamenti geografici o nascite societarie in nuove zone degli Stati Uniti.
Questo è calcio, con centinaia di squadre professioniste per tutta l'Europa. Non possiamo avere le conference americane, dove il Napoli si sfida con società della stezza zona geografica, e ancora meno si può chieder di selezionare le migliori sulla base della loro storia, ricchezza e risultati centenari per sfidarsi fra di loro escludendo società che magari decidono di competere quando sono in Serie A e finiscono per fare una bella storia come il Sassuolo, Chievo o Spal, solo per citarne alcune, che ormai sono in pianta fissa nella massima serie italiana. 

Caro ADL, se qualcuno avesse fatto certe uscite quando il Napoli bazzicava fra la Serie B e la Serie A fino al noto fallimento, sarebbe stato molto brutto, sia per lei che per la città e tutti i napoletani.
Non vogliamo che certi pareri possano poi influire su società che cercano di risalire dal fallimento o dal baratro, come il Bari calcio ad esempio, quando si ritroverà a rientrare fra i grandi.