Terminato il penultimo turno di campionato che ha visto la vittoria finale della Juve, per altro scontata come sempre negli ultimi anni e il pareggio acciuffato dall'Atalanta con il Milan agli "Atleti azzurri d'Italia", ci si rituffa come sempre nelle analisi tattiche e dei movimenti di mercato (per altro ancora in fase embrionale) che interessano le varie squadre.

I rossoneri dimostrano ancora una volta, l'ennesima, la pochezza o quanto meno la mancanza completa di alternative credibili a centrocampo. Tolti Kessiè, autore tra l'altro di una buona marcatura contro gli orobici, e Biglia, che seppur a sprazzi ha dato comunque nell'arco della stagione qualche buon riscontro, a questo punto non riusciamo a vedere altro di estremamente positivo nella zona nevralgica del campo
L'adattato Bonaventura si è sicuramente disimpegnato bene a livello realizzativo e, pur giocando arretrato, ha dato luce ad alcune ottime prestazioni intervallate da "oscure manovre" di costruzione e possessi palla quanto meno inefficaci ed a volte addirittura deleteri per la squadra.  Ovviamente mancherebbero in questo settore degli innesti di qualità che possano dare quella imprevedibilità o quanto meno quelle geometrie in grado di far fruttare al meglio il movimento di esterni (anche qui ci sono delle evidenti lacune) e della punta che, onestamente, riceve nell'arco dei novanta minuti sicuramente troppo pochi palloni giocabili, verticalizzazioni efficaci, passaggi decisivi.

Ma cosa serve veramente al Milan? Sicuramente di campioni o quanto meno giocatori decisivi ce ne sono diversi in giro per l'Europa ma, chi più chi meno, sembrano essere per svariati motivi irraggiungibili o difficilmente raggiungibili. Sarà a causa di motivazioni, sarà per i costi di ingaggi e cartellini elevati, sarà anche per la mancanza di un palcoscenico come la Champions, ma di giocatori di questo livello sinceramente il Milan non sembra poterne attrarre, almeno per la prossima stagione. Allora cosa si dovrebbe fare? La risposta è semplice, guardarsi intorno nei vari campionati europei, per cercare quegli elementi che permettano un salto di qualità o un miglioramento della manovra offensiva. Elementi comunque dai costi abbordabili e che siano affascinati dalla maglia e dal progetto della squadra rossonera.

Primo nome Marko Van Ginkel, classe 1992, olandese in forza al Psv ma di ritorno a Londra sponda Chelsea. Utilissimo a mio parere come mediano centrale in un 4-2-3-1 o 4-3-3, disimpegnatosi ottimamente quest'anno con svariati gol e assist e, seppur con le dovute proporzioni, potrebbe ripercorrere in quel ruolo quanto fatto da un altro ex orange al Milan, quel Marco Van Bommel che tanto entrò nel cuore dei tifosi rossoneri.

Secondo nome, Razvan Marin, classe 1996, rumeno di proprietà dello Standard Liegi. Giovanissimo centrocampista con doti da "tuttocampista", piede molto educato e buon dinamismo a centrocampo, il giovane nativo di Bucarest si è disimpegnato molto bene in questa prima stagione da reale leader della formazione belga, con all'attivo 4 gol e 7 assist, nonostante l'assenza per infortunio di circa un mese durante la stagione in corso. Un calciatore che sicuramente potrebbe dare molto al centrocampo rossonero (vedasi esperienze alla Praet in casa Samp)

Terzo nome Angelo Fulgini, classe 1996, nato in Costa d'Avorio ma naturalizzato francese, centrocampista ed all'occorrenza fluidificante destro dell'Angers. Anche lui dotato di ottimo piede e grande dinamicità, tanto che spesso è stato impiegato anche come terzino di fascia destra, si è comunque disimpegnato molto bene in una stagione non certo eccellente della sua squadra, ma che comunque ha contribuito in maniera corposa alla salvezza anticipata del club. 4 gol e 5 assist per lui in una stagione dove ha fatto un inizio da comprimario, ma si è successivamente affermato, disimpegnandosi benissimo nei vari ruoli ricoperti.

Quarto nome, Tanguy Ndombelè, classe 1996, mastino del centrocampo del Lione, anche lui in Ligue 1. Classico centrocampista frangiflutti, dinamismo da vendere e piedi molto educati, il francese naturalizzato si è dimostrato importantissimo nello scacchiere del tecnico Genèsio, eccellendo nel ruolo di mediano e contribuendo insieme agli altri eccellenti elementi della compagine transalpina all'ottima attuale stagione. Più che finalizzatore (autore di un solo gol, ndr) risulta essere un buon uomo assist (8 in stagione) ed eccelle in tutte le classifiche di rendimento e contrasti riguardanti il ruolo di centrocampista.

Quinto nome, Greg Docherty, classe 1996, centrocampista dei Rangers di Glascow e già da tempo in orbita nazionale. Il nativo di Montglaive (SCO), è riuscito ad imporsi sin dall'inizio della stagione, scalando posizioni e facendosi spazio tra gli altri centrocampisti più esperti della formazione scozzese. Ottimo il suo apporto in fase realizzativa e di passaggi decisivi (3 gol e 9 assist), dimostrando anche doti di grande palleggio ed ordine tattico, il centrocampista sembra pronto per affrontare nuove sfide in club più blasonati e campionati più competitivi.

Sia chiaro che i tifosi rossoneri si aspettano anche e soprattutto dei nomi di rilievo, di spicco del panorama calcistico europeo, ma purtroppo anche grandi elementi del nostro stesso campionato non sono facilissimi da raggiungere per la compagine rossonera. Sembra difficile, se non impossibile, raggiungere nomi alla Milinkovic Savic, Naingollan, Luis Alberto, Hamsik per cui i nomi fatti sopra sono sicuramente delle ottime alternative low cost o giocatori già con buona esperienza nei vari campionati europei ed in grado di aumentare il tasso qualitativo del centrocampo rossonero (partendo anche dalla panchina).
Quindi ai tanto sperati colpi, non sarebbe deleterio aggiungere elementi che potranno diventare utili nel corso della stagione in un ruolo nevralgico come il centrocampo, che tanto ha bisogno di freschezza e fosforo. A buon interditor!