Il pronto soccorso del San Raffaele avrà avuto un gran da fare dopo il bellissimo derby di Milano vissuto per 90 minuti con il cuore in gola, da star male. Uno a uno...e palla al centro per ripartire; un pareggio che forse accontenta entrambe le squadre milanesi, sempre propositive e pericolose sotto porta, ma con i loro fucilieri caricati a salve, vedesi la traversa del Faraone o l'incrocio dei pali di Icardi. Sono stati novanta minuti di fuoco, dove ogni giocatore ha dato l'anima e il sudore per tenere alto l'onore, forse qualcuno ha pagato l'inesperienza della gioventù e la fatica, ma se le porte hanno retto è stato merito dei loro sforzi. Mexes sembrava un baluardo impenetrabile in difesa, non lasciava scampo agli attaccanti, Dodo' c'ha sputato il sangue (letteralmente) su quella fascia e Juan Jesus ha fatto gli straordinari per coprire capitan Ranocchia spesso impegnato più ad impostare il gioco dalle retrovie che a difendere ogni pallone con il solito sacrificio, complice anche la straordinaria abilità del Milan di bloccare l'inizio del gioco interista dal centrocampo. Chi ha goduto di più è stato sicuramente il pubblico di San Siro, chiedeva risposte da entrambe le squadre e bel gioco, e quello c'è stato di sicuro... ma cosa resta ai due allenatori? Inzaghi si ritrova un Buonaventura che cresce partita dopo partita, una squadra che ha girato bene ma sprecato tanto: il punto dolente è sempre il Niño Torres, mai pericoloso, anzi generoso (spesso nei confronti dei nerazzurri) e ben lontano dai gloriosi fasti della giovinezza madrilena. Mancini, alla sua prima con questa squadra (e non con i colori nerazzurri) ha iniziato a impostare il suo gioco e si è vista la netta differenza con l'Inter mazzarriana già dopo una settimana (e senza i nazionali). Il gioco è più bello, aggressivo, si verticalizza e si tenta di non perpetuare con il possesso palla sterile. Purtroppo sembra soffrirne Kovacic che, a parte qualche guizzo, si è dato alla macchia tra le linee avversarie. La miglior nota positiva? Un Guarin rinato: aggredisce, smarca, dribbla tra due o tre avversarsi. Tutti i giocatori dell'Inter hanno ancora qualche difficoltà a recepire il gioco del Mancio, ma sembra la strada giusta... ci fosse stato un Hernanes in forma forse avremmo visto un'altra partita. Meglio non pensarci, c'è tempo, i binari sono tracciati. Thohir può stare tranquillo, forse tra sé e sé, prima dell'incontro si sarà chiesto se l'esonero fosse stato realmente giusto, la risposta è arrivata dal campo e, sopratutto, dagli applausi dei tifosi che ancora risuonano tra gli spalti di San Siro.