"E poi ha iniziato a piovere..." verrebbe quasi da dire, ma stavolta oltre alla pioggia sono caduti anche i goal. Spettacolo all'Olimpico, roba d'altri tempi quando a giocarsi lo scudetto erano proprio Roma e Inter, invece ora i nerazzurri sono solo un ostacolo per la squadra giallo-rossa da sbaragliare assolutamente per restare accodati alla Juventus capolista...e così è stato. L'Inter prende 4 schiaffi sotto l'acqua e i fischi dei tifosi romanisti, non molto contenti di vedere l'ex Osvaldo che lotta da vero gladiatore. 4 a 2 e tutti a casa... verrebbe da pensare che la Roma abbia passeggiato sul campo e avuto la vita facile, invece il risultato sarà anche giusto ma non veritiero. L'Inter c'è stata, cresce, dopo sole due partite e con poco tempo si vede l'impronta di Mancini in un cantiere ancora aperto, ancora in cerca della sua vera identità e del suo gioco, ma che propone, inventa e cambia in tutto dalla mazzarriana. Nonostante la superiorità dei giallo-rossi, l'Inter rimonta ben due volte: prima con un goal del capitano dalla bandierina e poi Osvaldo se lo prende con la forza, non a caso è il migliore della banda Mancini. Ma l'Inter, quest'Inter, non può competere con la Roma del Sergente Garcia, troppo forte qualitativamente e tatticamente: un Totti infinito che vive una seconda giovinezza, un centrocampo composto da cecchini bosniaci e carri armati belgi che neutralizzano la difesa interista, costringendo la squadra alla resa. Ora però si deve reagire, dopo tre partite dure arriva l'Udinese di Stramaccioni, un belva ferita ingiustamente dal diavolo rossonero che cercherà riscatto. Non c'è tempo per leccarsi le ferite, ma solo andare avanti e pensare al lato positivo, lavorare e migliorarsi. Forse la banda Mancini sarà completa solo dopo il mercato di Gennaio, ma in tanto ci lieta con il bel gioco, quello che da tanto, troppo tempo era mancato nei pressi di Appiano Gentile.