Come si può pensare di raggiungere il punto più alto, l'obiettivo più grande, se una volta arrivati ad un passo ci si lascia scappare i protagonisti principali del percorso che ti ha portato fino lì?

Non è criticabile pressoché nulla degli ultimi sette anni di gestione (parlano i risultati) e tutti quelli che se ne sono andati, lo hanno fatto per loro volontà (vedi Vidal, Pogba, Alves e probabilmente non finirà qui), però è innegabile che degli sforzi vadano fatti. E dove vadano fatti tali sforzi è altrettanto chiaro.

La Juve non ha mai avuto, nonostante le grosse disponibilità economiche, "le tasche bucate", ma in questo momento storico è forse il caso di fare quel passo che in passato non è mai stato fatto.
È in Europa che si vede la differenza di fatturato (che, cari Sarri & Co., potrebbe, ma non deve essere un alibi e dalle parti di Torino non è mai stato fatto notare, nonostante le numerose e cocenti delusioni) perché se ad alcuni top player si sopperisce con idee e organizzazione, grinta e bel gioco, contro altri è praticamente impossibile andarsela a giocare, se non con dei parigrado dalla tua parte.
Dybala da questo punto di vista è un buon inizio, ma bisogna essere onesti, il paragone con Messi è blasfemia; affiancargli qualche altro "semidio" già affermato, non da coltivare e aspettare, potrebbe essere un buon inizio per provare a detronizzare quelli che da un decennio a questa parte sono invece i veri e propri Dei di questo sport, Messi e Cristiano.

In poche parole presidente, l'unica soluzione percorribile è mettere ulteriormente mano al portafogli per cercare di convincere chi c'è già a restare (citofonare Alex Sandro) e di attirare chi potrebbe aiutare la Juve ad arrivare fino in cima alla montagna dopo essere scivolati troppe volte ad un passo dalla vetta (prima o poi invecchieranno anche quei due...).