Sotto il segno di Zemanlandia.
Zdenek Zeman vuole un calcio fatto di passione e non di interessi: “Mi piace fare calcio e lo farò finché me lo faranno fare. I club? Hanno debiti e poi…”.
È un Zeman più carico che mai quello visto martedì scorso nel talk-show sportivo sul futuro del calcio, tenutosi a Morrovalle (Macerata).
Il calcio è nato per divertire, il pallone è nato per la passione della gente, viveva su questo concetto. Oggi i tempi sono cambiati. La Serie B ad esempio non si può vedere neanche in Italia, figuriamoci all’estero. Ora comanda il Dio Denaro e mandiamo il nostro calcio in 36 paesi... Ma non siamo ai Mondiali, se nelle finali di Coppa c’è solo la Roma, in una coppa che non è una vera coppa visto che partecipano le squadre dal settimo posto in giù. Non possiamo gioire. Certo, molte colpe le ha il Covid… Ora c’è da sperare che le cose miglioreranno non solo per la gente ma anche per la federazione, per i club”.

Zdenek Zeman non fa sconti a nessuno e ha parlato della situazione del calcio durante il talk-show del Premio Cesarini di Morrovalle, alla presenza del Presidente Lazio Claudio Lotito e del Presidente Serie B Mauro Balata.
“In serie C c’è stata l’estromissione del Catania a 3 giornate dal termine del campionato. Non esiste una cosa del genere: o non doveva iscriversi all’inizio o doveva essere esclusa prima, a gennaio. Non può avverarsi una situazione simile. C’è un problema a mio avviso di organizzazione di un campionato. I club, molti, hanno debiti ma continueranno a giocare finché non scoppiano. Preferisco a questo punto meno squadre iscritte al campionato, ma più sicure e tutto gioverebbe al calcio“.

Infine il Boemo di Zemanlandia ha concluso: “Io nel complesso sono ottimista perché vivo di passione per il calcio, mi piace, lo voglio fare finché me lo faranno fare. Ma voglio anche che gli altri lo facciano per passione, non per interessi”. Per ultima cosa Zeman cita un aneddoto relativo al pianeta calcio italiano: “Se ho ragazzi validi in un settore giovanile. Se squadre di serie A hanno chiesto qualche ragazzo bravo a una società. Cosa si fa alla fine? Giusto per fare un esempio, è stato fatto un contratto a 5 anni a un giovane calciatore per 400.000 euro. Lo danno in prestito, il ragazzo non gioca perché non gioca. Sta prendendo per 5 anni uno stipendio così alto, non è normale. Eppure si fa. Ci devono essere regole, non si può fare così”.