I Mondiali del 2022 aprono un nuovo scenario nel mondo del pallone:
ospitare la più grande manifestazione mondiali dopo le olimpiadi in un paese grande poco più della metà della Lombardia, con un quinto dei suoi abitanti, ma con una proporzione assai maggiore di multimilionari.
Era probabilmente dai mondiali dell’Uruguay (parliamo del 1930, il 1° Mondiale) che non si teneva la manifestazione in un paese così piccolo. In quell’occasione poi fu proprio la nazionale di casa ad alzare la coppa in una partita leggendaria con l’Argentina. La “Celeste” (Nazionale Uruguaiana), tuttavia era una delle grandi corazzate dell’epoca e per giunta reduce dal successo alle olimpiadi in un’epoca in cui, non esistendo ancora i mondiali, erano proprio le olimpiadi ad essere dei “mondiali ante litteram”.
Insomma, un paese organizzatore con una con grande tradizione calcistica, molti soldi a disposizione (non avendo partecipato attivamente alla 1° guerra mondiale) e uno dei migliori stadi dell’epoca il “Monumental” o “Stadio del Centenario” di Montevideo.

Faccio questa premesse perché doveroso portare avanti la “Storia” del pallone, ma anche e soprattutto per cominciare un confronto con quelli che sono stati gli ultimi mondiali Qatarioti.
Il Qatar è noto a tutti come uno dei paesi più ricchi al mondo e con un piede e mezzo nel mondo del calcio.
Sotto il diretto controllo del fondo sovrano c’è infatti il Paris Saint Germain, una delle migliori squadre europee che quasi ogni anno lotta per vincere il vincibile, il Francia ed in Europa.
Il presidente del PSG è anche dopo la defezione di Agnelli anche il presidente dell’ECA (Europan Club Association) per cui come si può immaginare ha anche un notevole impatto sulla Uefa.
Il Qatar è entrato prepotentemente nel calcio fino ad arrivare al traguardo massimo: ospitare i mondiali, ma non solo li ha ospitati, ha fatto cambiare la programmazione classica della competizione tra giugno e luglio per spostarla a dicembre e meglio assecondare le condizioni climatiche del proprio paese, spezzando in questo modo il calendario dei principali campionati.

In questi giorni si sta parlando molto dell’Arabia Saudita, le sue migliori Squadre sotto il diretto controllo nel Fondo sovrano Arabo, il fondo PIF stanno mettendo sotto contratto numerosissimi calciatori europei, ma non quelli a fine carriera come erano soliti fare anni fa, calciatori ancora nei loro prime, ricoprendoli di soldi ed offrendo loro una vetrina che fino a pochi anni fa era impensabile, giocare con Cristiano Ronaldo, il primo degli esuli in Arabia, al portoghese hanno fatto seguito anche talenti del calibro di Brozovic che se non era uno dei top 3 centrocampisti della serie A non ci andava lontano, Karim Benzema l’ultimo Pallone d’Oro, Kanté, Koulibaly e molti altri ancora.
Inoltre, il fondo sovrano PIF ha anche acquisito il Newcastle, militante in Premier League e dopo, solo una stagione (e due sole campagne acquisti), i “Magpies” sono passati dal 16° posto e dalla lotta per non retrocedere al 4° posto dell’ultimo campionato valevole per la Champions League.
Tutto questo nuovo mercato con soldi provenienti dall’Arabia ha aperto sì nuove possibilità ai club che possono registrare incassi record per giocatori a fine corsa con i rispettivi club, ma anche permette ai giocatori di incassare da un solo anno di contratto quello che incasserebbero in 3-4 anni di carriera ad alto livello.
Drogando un mercato che già negli ultimi anni causa introiti monstre della premier dei petroldollari e sponsor e cifre record dall’America era già gonfiato, ma qua si toccano vette inaudite.

E non ci sarebbe nulla di male, alla fine i calciatori sono professionisti e fanno i loro interessi prima che quelli dei club per cui giocano, ma qua vi è un fattore che credo più profondo, un obiettivo celato (ma neanche troppo) che sta piano piano prendendo forma: mettere l’Arabia Saudita sulla “mappa” del Football alla stregua dei cugini Qatarioti.
Utilizzare il calcio come vetrina sul mondo arabo mascherando tutte le brutture che vi sono dietro, condizioni disumane dei lavoratori, condizione della donna vergognosa e criminale, commistione religiosa del potere politico, pene capitali nel 3° millennio, ed è solo la superficie.

Usare la fama di calciatori mondiali quali ambasciatori di un paese che non è come appare. Arrivare anche loro all’ambizione massima, Ospitare i mondiali ed accontentare un ego smisurato. Far vedere a continenti interi che con i loro soldi questo mondo se lo possono comprare e governare a piacimento.
Poco più di un capriccio, estremamente costoso, ma per chi ha tutti i soldi del mondo e forse anche di più questo non è un problema.