Estate 2023: forse ad oggi è ancora prematuro per trarre certe conclusioni, molti sono scettici o non gli danno importanza, alcuni altri sostiengono che in fondo poi il sistema imploderà come successo in Cina, ma da come si stanno mettendo le cose pare davvero che questa nostra estate rischia di passare alla storia come il momento in cui il calcio arabo ha messo la freccia per sopravanzare inesorabilmente (e per la prima volta nella storia, da quando il Football è nato) il calcio del Vecchio Continente. Si, è vero, avete ragione…. la metafora regge poco; in effetti per quanto si cerchi di scherzare o di indorare la pillola, non si tratta né di sorpasso, né di fenomeno politico, né di dell’affermazione culturale di un popolo di una determinata area geografica diversa da quella europea. Niente di tutto ciò. Si stratta solo ed esclusivamente di vile denaro, inteso nell’accezione più infima che si possa attribuire al denaro stesso. Se qualcuno non è d’accordo con me, sono pronto ad ascoltare umilmente le vostre ragioni, perché a me, francamente, al momento sfuggono. Ditemi voi, ad esempio, quali possano essere state le motivazioni che abbiano potuto portare giocatori del calibro di Ronaldo, Benzema, Firmino, Milinkovic Savic, Brozovic, Kantè a emigrare in Arabia e a indossare la kefiah: gloriosa fine della carriera, pressione degli sponsor, influenza delle famiglie, o piuttosto la prospettiva di guadagnare denari, ma tanti, tanti e poi tanti denari? E tanti altri giocatori ne arriveranno in Arabia perché le cifre che svolazzano sui giornali sportivi in questi giorni farebbero gola a chiunque, figuriamoci se non fanno gola ai prodi sportivi della nostra epoca, tutti tatuati, palestrati, attivi sui social, attivi con le loro compagne vip, attivi nelle loro vacanze rigorosamente glamour e attivi soprattutto a spendere e spandere i loro profitti in modo indecoroso.

Una delle conseguenze naturali che questo fenomeno comporta è che i Club calcistici di casa nostra, oltre a dover fare i conti e a rivaleggiare con i club inglesi, tedeschi e spagnoli, si vedono oggi sottrarre i giocatori più forti anche dagli arabi, cosa che, se da un lato può rappresentare una effimera boccata d’ossigeno riguardo agli introiti, dall’altro lato sicuramente produrrà un ulteriore impoverimento del nostro Campionato.

Sorprende così tanto questo fenomeno? Lo si può considerare un evento raro o imprevedibile, come il passaggio di una meteora o un cataclisma naturale di portata eccezionale? Assolutamente di no, è anzi lo sbocco naturale di un processo iniziato da una quindicina di anni fa a questa parte, quando i primi sceicchi hanno acquistato alcuni Club di calcio europei quali PSG, Manchester City o altri, con alterne fortune, con diversa capacità organizzativa e programmatica, ma senza dubbio mantenendo sempre la caratteristica comune di sbottonare lautamente i loro capienti portafogli. Il fenomeno poi ha assunto una portata ben più importante dopo lo svolgimento degli ultimi mondiali in Qatar, quando il mondo si è accorto non solo che è possibile costruire in un battito di ciglia stadi con aria condizionata e agi di ogni sorta in mezzo al deserto, ma anche che il termine schiavitù può essere declinato anche in riferimento a un pallone che rotola: senza altri giri di parole mi riferisco agli oltre 6.500 operai morti per costruire quei famigerati stadi.

Ma l’immagine più forte, evocativa ed emblematica del tema di cui parlo è stata confezionata proprio la sera del 18 dicembre, al momento della premiazione della Coppa del Mondo, quale epilogo della finale: vedere Messi, capitano dell’Argentina neocampione vestito col Bisth infilatogli dal sultano sotto gli occhi compiacenti e gaudiosi di Infantino, simboleggia il fatto che i veri vincitori sono stati loro, gli sceicchi, che con i loro denari si sono potuti comprare pure la Coppa del Mondo, lanciando il messaggio che sono in grado di comprare tutto e tutti, come e quando vogliono. Tra l’altro in un contesto in cui la squadra Campione è divenuta l’Argentina, nazione in cui più di qualunque altra il calcio non è solo lo sport nazionale, lo sport del popolo, ma assurge a vera e propria passione viscerale e fortissimamente irrazionale, l’ossimoro è suonato ancor più evidente, simboleggiando letteralmente e definitivamente il passaggio di consegne tra il calcio del popolo (nato dal popolo e destinato ad esso) al calcio governato da pochi ricchi sceicchi che hanno trovato così un nuovo passatempo, e destinato giocoforza all’uso e consumo solo dei più abbienti e benestanti.

Gentili signori, probabilmente esagero, sono pronto in tal senso a raccogliere le vostre critiche, ma il più grande giocatore della storia del calcio che alza la Coppa del Mondo col Bisth ha rappresentato la definitiva sottomissione (per non dire prostituzione) del calcio al denaro, è una immagine terrificante e di cattivo gusto, molto di più di tanti episodi nefandi accaduti sui campi di calcio, molto di più, ad esempio (per restare in tema), del “Dibu” Martinez che sfoggia il trofeo vinto a mò di fallo.

Successivamente gli sceicchi hanno ben pensato di trasferire tutto il calcio dal loro, anziché investire in Europa, per cui gli attuali trasferimenti di molti campioni in Arabia, oltre a quelli già citati, rappresentano solo lo step iniziale di questa ultima fase. Cosa dovrebbe o potrebbe provare in questo momento un amante del calcio tradizionale come il sottoscritto, o come tanti di voi che magari leggono o scrivono su questo blog? Delusione, frustrazione, rassegnazione? Probabilmente si …. e la stessa cosa è avvenuta anche per me, ma poi a un certo punto mi è venuta in mente una stupenda (e sempre più attuale) canzone di un eccezionale artista che purtroppo ci ha lasciato troppo presto e così mi sono detto….. ma si, ma chi se ne frega! Facessero quello che vogliono questi sceicchi! Non avete ancora capito a chi mi riferisco? Ovviamente al grandissimo Rino Gaetano! Quando nel 1977 uscì la canzone “Spendi spandi effendi” all’interno dell’album “Aida”, tutti da allora fummo conquistati dalla leggerezza e dalla irriverenza che la sua musica ha trasmesso a più generazioni di appassionati ascoltatori. Ma a risentire il suo testo in questa strana estate 2023 viene davvero da sorridere…. e da riflettere allo stesso tempo: “…Spider coupè, GT Alfetta / A duecento c'è sempre una donna che t'aspetta / Sdraiata sul cofano all'autosalone / E ti dice prendimi maschiaccio libidinoso, co….ne!” Ebbene il nostro caro Rino ci aveva davvero visto lungo, come spesso gli è accaduto, talmente lungo che mai avremmo pensato che la sua canzone avrebbe potuto essere accostata anche al mondo del calcio; ma, come si dice, non c’è mai fine al peggio, per cui la lungimiranza di Rino si è dimostrata maggiore di ogni previsione (in questo causo infausta!).

Quindi quali sono le mie personali conclusioni? Di non curarsene naturalmente, di pensare senza angustia e con serenità alle nostre squadre di calcio e al nostro campionato, senza rimpiangere i capricciosi “campioni” che emigrano in Arabia, al fine di non dover diventare noi i “co….ni” chiamati in causa da Rino. Lasciamo che questi sceicchi e gli emiri si divertano pure: “…pace, prosperità e lunga vita al sultano…”, proseguendo col testo della canzone!

Le tue parole rifulgono ancora di inalterata lucentezza. Grazie Rino, ci manchi tanto!