Nella splendida vittoria 1-4 sul campo dell’Atalanta la Roma di Josè Mourinho ha offerto la miglior prestazione della sua stagione, sugli scudi Nicolò Zaniolo, che è riuscito a sbloccarsi in campionato, e Tammy Abraham protagonista con una doppietta, ma è giusto soffermarsi sulla prestazione sontuosa dell’altro inglese della Roma: Chris Smalling. Smalling, arrivato in prestito oneroso nell’estate del 2019, si è affermato subito come punto fermo della Roma di Fonseca, tanto da convincere la società giallorossa a fare tutto il possibile per acquistarlo a titolo definitivo dal Manchester United. Dopo una lunga e dispendiosa trattativa, conclusa negli ultimi minuti dell’ultimo giorno di mercato, l’inglese ha riabbracciato i suoi compagni a Trigoria, pronto per guidare nuovamente la retroguardia giallorossa, ma qualcosa è andato storto.L’ex United, per vari problemi fisici dovuti probabilmente alla preparazione atletica a singhiozzo portata avanti con il Manchester, non ha potuto ripetere le prestazioni strepitose dell’anno precedente che lo avevano consacrato tra i migliori difensori del nostro campionato. In seguito a questo, la Roma di Paulo Fonseca ha sofferto molto a livello difensivo arrivando a subire la bellezza di 58 goal in 38 partite di Serie A.

Con l’arrivo di Mourinho, il centrale inglese ha avuto possibilità di recuperare e recentemente sta tornando ad essere il calciatore ammirato nelle stagioni precedenti.
Andiamo ad analizzare questa crescita con i numeri: il gigante di Greenwich ha collezionato finora tredici presenze di cui nove da titolare, nello specifico nelle nove gare giocate dal primo minuto la Roma ha vinto ben sette volte, ma soprattutto ha ottenuto cinque clean sheet. Quest’inversione di tendenza non è un caso, infatti la presenza dell’inglese si è dimostrata fondamentale nella sfida con l’Atalanta di Gasperini, in cui Smalling ha neutralizzato Duvàn Zapata per novanta minuti, impedendo al colombiano di mantenere il rendimento mostrato finora. Inoltre, la presenza dell’ex centrale del Manchester United sembra avere un’influenza molto positiva sui suoi compagni, sicuramente più sicuri con un elemento così esperto a guidare la difesa giallorossa, in particolare Mancini ed Ibanez, affiancati dal gigante inglese sembrano rinati. I due giovani centrali romanisti, abituati a giocare vicino all’adattato Cristante o all’impacciato Marash Kumbulla, al fianco di Smalling nella difesa a tre disegnata da Mourinho risultano meno preoccupati e quindi più attenti e puntuali nelle chiusure difensive. Questo si sta riflettendo soprattutto sulle prestazioni del brasiliano Ibanez che, probabilmente, risulta uno dei migliori prototipi di Mourinho; Lo Special One sta lavorando sulle lacune maggiori dell’ex Atalanta: la concentrazione e la continuità. Chissà che la compagnia dell’inglese, capace di cambiare il volto a un intero pacchetto arretrato, non sia la chiave per permettere a Mancini di convincere finalmente il suo omonimo, il c.t. della nazionale italiana Roberto Mancini, che però sembra più improntato ad accelerare le pratiche per naturalizzare il brasiliano della Lazio Luiz Felipe. Ma l’apporto di Chris Smalling non si limita alla fase difensiva, infatti, il centrale inglese risulta sempre tra i più pericolosi nel gioco aereo. Contro l’Atalanta, infatti, Smalling ha segnato il goal del 3-1 per la Roma, il sesto goal della sua esperienza romana, terzo in questa stagione tra campionato e Uefa Conference League, che si va a sommare al gol di Mancini e ai quattro di Roger Ibanez.

In sostanza, tutta questa serie di elementi, dal rendimento del singolo nelle due fasi, alla leadership dimostrata in queste due stagioni ci permette di affermare, senza scadere nella classica retorica, che esiste una Roma con e una Roma senza Chris Smalling.
Mourinho si augura che il trentaduenne inglese continui su questa strada, per garantire finalmente alla sua Roma la solidità che cerca da inizio stagione e gettare le basi per il ritorno nella massima competizione continentale e chissà, magari tra qualche anno qualcosa di più…