’AGUEROOOOOOO… I swear, you’ll never see anything like this ever again’’ L’urlo di Martin Tyler, telecronista inglese, resterà sempre impresso nella memoria degli appassionati di calcio, ma soprattutto in quella dei tifosi del Manchester City, che durante quell’esatto attimo hanno visto infrangersi un sortilegio che durava dalla stagione 1967-1968.
Al minuto 93.20 di QPR-Manchester City Sergio Leonel Agüero Del Castillo, conosciuto semplicemente come Sergio Agüero o El Kun, ha deciso di incidere il suo nome in maniera indissolubile nella storia del Manchester City, segnando un goal che ha permesso al City di passare in vantaggio, ma soprattutto ha riportato alla vittoria della Premier League il club inglese dopo ben 44 anni.
Il ciclo vincente dei Citizens non poteva partire meglio, infatti, la rimonta con il QPR ha permesso agli Sky Blues di superare gli odiati rivali del Manchester United. Solo il calcio rende possibili questi momenti e fa vivere queste emozioni, solo il calcio permette a un ragazzo nato a Buenos Aires di diventare una leggenda a Manchester, una città situata a 11186km da casa sua. Uno degli aspetti più paradossali è che gli Sky Blues, quando lui è nato, militavano nell’equivalente della nostra Serie B, la Football League Second Division e navigavano a metà classifica. Forse è proprio questo che ha unito Agüero e il City.
Mettiamo da parte i discorsi beceri e qualunquisti sugli stipendi dei calciatori e ragioniamo con il cuore… Sergio aveva bisogno di sentirsi al centro di un grande progetto e non c’era una squadra migliore del City per essere l’attore principale e i Citizens avevano bisogno di un uomo capace di fare la storia; cosa che in un certo senso aveva già fatto a Madrid, dove aveva collezionato 100 gol in 230 presenze, diventando il quarto miglior marcatore della storia dell’Atletico. Al City è riuscito a fare anche meglio, infatti, con la maglia dei Citizens ha totalizzato la bellezza di 260 goal in 390 presenze infrangendo record su record, sia per quanto riguarda il City che per la Premier. Agüero, infatti, può vantare il quarto posto di sempre nella classifica marcatori all time della Premier, il primo per quanto riguarda i goal con la stessa squadra, in più è ovviamente il miglior marcatore della storia del City.

Purtroppo, però, anche nel calcio tutte le belle storie finiscono, soprattutto nella frenesia delle ultime stagioni e a giugno 2021 il Kun ha lasciato Manchester dopo 9 anni, alla fine di una stagione non molto semplice per lui. Nonostante questo doloroso addio, tutto sembrava andare per il meglio, perché il Kun, lasciato Guardiola, si preparava a giocare insieme a Lionel Messi, amico, compagno di nazionale e padrino di suo figlio.
Diciamo che l’esperienza di Agüero al Barcellona non sia partita esattamente col piede giusto; infatti, i blaugrana nell’estate 2021 hanno dovuto affrontare vari problemi economici dovuti a una gestione decisamente discutibile, che ha portato all’addio di Lionel Messi, direzione PSG. Come se non bastasse, il Kun non ha mai trovato molto spazio, tra problemi fisici e poca affinità con Koeman ha totalizzato solo cinque partite, ma il destino si è accanito ancora più pesantemente su di lui.
Il 30 ottobre 2021, nella gara di Liga contro il Deportivo Alavés non sono stati i muscoli a tradire il Kun, ma stavolta è stato il cuore, un malore ha colpito il campione argentino. Poco dopo, infatti, gli è stata diagnosticata un’aritmia cardiaca. Ci si dimentica troppo spesso, che dietro ai campioni milionari, ci sono delle persone, dei ragazzi come noi che vivono il loro grande sogno, nel caso di Agüero parliamo di un ragazzo di 33 anni, un padre, che poteva dare ancora molto a questo sport, ma ha scelto, giustamente, di mettere davanti a tutto la propria salute. Questa vicenda, come molte altre come quella di Eriksen ci ha riportato con i piedi per terra, ci ha fatto vedere quanto l’essere umano sia fragile e come un solo secondo possa rischiare di compromettere la nostra vita. Il 15 dicembre, il Kun ha deciso di parlare alla stampa e annunciare la sua dolorosa, ma necessaria scelta: dare l’addio al calcio giocato. Il Kun, in conferenza, ha voluto evidenziare come questa scelta fosse la cosa più giusta da fare di fronte a questa situazione, ha ringraziato tutti coloro che gli sono stati vicini e tutti i club in cui ha giocato e tra le lacrime sue e di alcuni dei presenti ha salutato per sempre il calcio giocato. Agüero è stato un bomber, spesso sottovalutato rispetto agli altri nueve argentini, ma che è il terzo miglior marcatore della nazionale argentina dopo Messi e Batistuta e il terzo miglior marcatore argentino nei campionati, dopo Messi e Di Stefano.

«Ho imparato a giocare con il sole: se c’è il sole, ci sono ombre» «Spesso, giocando con la schiena alla porta, quando mi arriva il pallone la prima cosa che faccio è guardare l’ombra del mio marcatore, così posso aggirarlo», il Kun parlava spesso delle ombre, ma anche se ci sono nel calcio e nella vita, questa volta non potranno nascondere e farci dimenticare la carriera di questo meraviglioso campione.