"Luci a San Siro di quella sera..." cantava Vecchioni nel 1980.
Erano anni bui per i rossoneri, retrocessi in B, ma che comunque vantavano nelle loro fila giovani promesse come Franco Baresi e Mauro Tassotti, che da lì a poco si sarebbero presi l'Italia e poi l'Europa. 
Tutt'altra aria invece tirava nella sponda nerazzurra, capitanata da Eugenio Bersellini e guidata in campo da personaggi del calibro di Beccalossi, Altobelli, Muraro, per citarne alcuni.
Era tutta un'altra Italia, tutto un altro calcio.
Gli stadi venivano intitolati a grandi personaggi sportivi e non a improbabili nomi di sponsor di società immobiliari o assicurative. Erano gli anni dei pantaloni a zampa di elefante, del walkman, gli anni in cui c'era un limite di tesseramento di giocatori stranieri in ogni club.
Sembrano anni così vicini, eppure così lontani.
Sono passati solamente 39 anni, ma in realtà sembra passata un'eternità. In questa settimana Inter e Milan, stanno decidendo il futuro di San Siro, considerando la concreta possibilità di abbattere questo stadio e di costruirne uno nuovo, sempre in comune tra le due società, a pochi metri di distanza.

Personalemente non voglio entrare nel merito dei costi / ricavi che i due club avrebbero con l'impianto di uno stadio nuovo e ultramoderno. Sono un romantico e mi piace soffermarmi su ciò che San Siro è stato per tutti i tifosi di entrambi i club e non solo.
Nel 2009 fu eletto secondo stadio più bello del mondo, dietro solo ad Anfield Road. L'erba di San Siro ha avuto il privilegio di essere calcata da calciatori come Gianni Rivera, Josè Altafini, Franco Baresi, Paolo Maldini, Marco Van Basten, Luis Suarez, Giacinto Facchetti, Lele Oriali, Roberto Baggio, Javier Zanetti, Ronaldo e non continuo, perché la lista sarebbe infinita.
Forse San Siro, più che qualsiasi altro stadio al mondo, in circa 95 anni di vità, è stato palcoscenico di vittorie, di gioie e dolori, di lacrime, abbracci, di volti estasiati e increduli. In un calcio dove ormai gli ideali e le bandiere non esistono più, dove a dettare legge è solo il Dio denaro, vi prego, toglietemi tutto, ma non l'emozione di entrare a San Siro. La gioia di vedere ancora la mia squadra vincere e trionfare in uno degli stadi più antichi al mondo. Ma forse sarebbe solo una favola, troppo bella e romantica per essere vera...

"Milano mia portami via, fa tanto freddo, ho schifo e non ne posso più, facciamo un cambio, prenditi pure quel po' di soldi quel po' di celebrità, ma dammi indietro la mia seicento, i miei vent'anni e una ragazza che tu sai  Milano scusa stavo scherzando, luci a San Siro non ne accenderanno più".