Trequartista : "Nel gergo tecnico del gioco del calcio, termine usato spesso per indicare un giocatore che agisce tendenzialmente in prossimità dell’area di rigore avversaria, quindi a un’altezza di circa tre quarti del rettangolo di gioco, con particolari compiti di tipo offensivo quali, in particolare, l’assistenza alle punte".

Nel calcio moderno sentiamo sempre molto più spesso parlare di schemi, tattiche, variazioni modulari, esterni alti, bassi, offensivi, divensivi, mezz'ali di spinta, inserimento, di movimento senza palla, ma c'è una parola che indica un ruolo ormai quasi scomparso dai termini tecnici del calcio moderno: il "trequartista". 
Il famoso numero 10, colui che ispira la squadra, che sa dare quella spinta, quella giocata geniale capace di rompere tutte le tattiche difensive della squadra avversaria
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Quel calciatore capace di giocare senza nemmeno muoversi troppo, ondeggiando, muovendosi sinuosamente tra le difese avversarie.

I numeri 10 esistono tutt'oggi chiaro, ma quello che si è perso è la posizione che quest'ultimo occupa nel campo.
Prima dell'avvento dell'ormai ben noto 4-3-3, il numero 10, era solito giocare dietro le due punte, a ridosso dell'area avversaria. Occupava uno spazio di campo compreso tra la luna del centrocampo e la lunetta dell'area avversaria. Quella zona di campo era praticamente suo territorio. In questo spazio nel corso degli anni, i più grandi numeri 10 ci hanno deliziato di numeri, magie, giocate da far restare tutti a bocca aperta. Assist, tocchi di prima, tunnel, colpi di tacco... Il trequartista era colui a cui la squadra si affidava per poter creare azioni offensive pericolose. Colui a cui aggrapparsi nel momento del bisogno.
C'era un tempo in cui tutte le squadre avevano il proprio trequartista, dotato di grande tecnica e visione di gioco. Nel corso dei decenni nella sola Serie A, si sono susseguiti nomi del calibro di Valentino Mazzola, il Golden Boy Gianni Rivera, Giancarlo Antognoni, Evaristo Beccalossi, Zico, Franco Causio, Falcao, Maradona, Michelle Platini, Roberto Baggio, Roberto Mancini, Manuel Rui Costa, Alessandro Del Piero, Francesco Totti. Tutti giocatori il cui ruolo era a ridosso della prima punta, nella zona della trequarti campo. Personaggi dei quali ci si innamorava anche solo per la loro maniera di correre, di muoversi tra le linee, di alzare la testa. 

Oggi giorno con l'avvento del calcio moderno, fatto sempre più di corsa e prestanza fisica, sembra non esserci più spazio per questi artisti del pallone, o per lo meno essersi notevolmente ridotto.
Il giocatore tecnico, se in possesso di una buona rapidità, è costretto a rilegarsi in fascia, come laterale alto, chiamato più comunemente ala, oppure nel caso non disponga di un'eccsiva velocità, a centrocampo, nel ruolo di regista basso, davanti la difesa, a costruzione del gioco.
Questo è il ruolo che oggi ricoprono quasi tutti giocatori di grande talento. Il trequartista è una specie quasi in estinzione ormai, una specie rara, tra qualche anno quasi mitologica.
Non che il regista basso mi dispiaccia, però il fascino del vero numero 10 sembra ormai un lontano, indimenticabile e un romanticissimo ricordo...