Quando me ne andrò, la gente dimenticherà tutta la spazzatura e ricorderà solo il calcio”.
Best si sbagliava. Il calcio c'è stato, ma di lui è giusto ricordarsi tutto. Giocatore iconico, protagonista di un calcio ormai lontano e che non ci appartiene più, Best si rende protagonista, a sua insaputa (ma non troppo), dell'essere la prima vera icona sportiva di sempre. George Best è un classe '46 e nasce a Belfast (Irlanda del nord) in un contesto non dei più facili, si è nel pieno post guerra e la ricchezza non è certo di quelle parti. Lui però è nato per essere un calciatore, a 15 anni viene notato da un osservatore dei red devils e non ci mette molto ad esordire nel club cardine della sua carriera.
Best è un'ala, puro talento e dribbling, calcio applicato all'estetica ed al divertimento. Non è assolutamente il tipo di giocatore pratico, quantitativo, tutto corsa e muscoli, ma l'esatto contrario. Segna con buona continuità ma il suo fine è un altro, ingaggia costantemente duelli con i difensori avversari cercando di umiliarli e portando la palla a quanti meno centimetri possibile dal piede del suo marcatore. "Non puoi solo andare là fuori e battere l'avversario, devi impressionarlo al punto che non vorrà mai più vederti". Questa era la sua filosofia, Best amava il rischio, il pericolo, un gioco dal quale usciva spesso vincitore in campo, ma una caratteristica che lo avrebbe condannato nella vita.
A Manchester sono comunque innamorati di lui, per anni è infatti l'uomo di punta della squadra. Impressionanti  le prestazioni contro Real e Benfica che valgono la Champions allo United. Proprio in finale contro i portoghesi, Best ha la palla del vantaggio ai supplementari. Il gol ovviamente non è banale, impossibile lo sia, con Best che scarta difensori e portiere depositando infine in rete. Il brivido come filosofia di vita. Best, per quanto se ne possa dire, è tutto qui. Il suo genio è cristallizzato in 10 anni di United, con solo 5 stagioni da vera superstar del calcio e momenti di gloria eterna alternati a bravate e follie. Dopo la Champions vincerà il pallone d'oro a soli 22 anni (il più giovane fino a Ronaldo il fenomeno nel 1997) ed il suo addio coinciderà sia con la retrocessione dello United in Second League che con il suo declino. Di poco rilievo le successive esperienze in giro per il mondo, con passaggi in America, Irlanda e Scozia utili più per divertirsi che per giocare a calcio.
Durante la sua esperienza a Manchester subentra la fama, non l'essere famoso (cosa riservata a più o meno tutti i giocatori medio/bravi), ma la vera e propria popolarità. Best è su tutti i giornali, diventa il quinto Beatles per la sua capigliatura (soprannome dal quotidiano portoghese Bola) e si contraddistingue dagli altri calciatori (in un epoca fortunatamente esente da look eccentrici) per la maglia fuori dai pantaloncini così come per il non utilizzo dei parastinchi, in uno stile di ribellione/fantasia pura che tanto bene rispecchiava il Best calciatore. Il nord-irlandese più chiacchierato d'Inghilterra ha anche un altro bel particolare, frequenta numerose e bellissime donne, con una varietà di scelta tra le miss da far invidia. "Nel 1969 ho dato un taglio a donne e alcol. Sono stati i 20 minuti peggiori della mia vita". Nessun altro avrebbe descritto meglio la cosa come Best stesso. 
Le donne e l'alcol, vantaggi e svantaggi di essere un campione in campo ma un uomo debole nella vita. Il suo è un talento maledetto, sublime e nella forma più pura ma che ha bisogno di una ardente fiamma nera fatta di eccessi per essere alimentato, proprio come per gli artisti più folli e creativi mai esistiti. La sua fiamma si chiama appunto alcol. Rischiare con la vita non era come rischiare un dribbling sul campo, ma di questo lui non si curava. Era giovane, ricco ed amato da tutti, ma nonostante tutto sarebbe ben presto entrato in un vortice infinito che lo avrebbe reso un qualcosa che aveva sempre faticato ad essere sul campo: sconfitto.
Best riguardo la sua dipendenza una volta dichiarò: "Non sono mai stato in spiaggia, per arrivarci dovevo passare davanti a un bar e mi sono sempre fermato prima di raggiungere l'acqua”. A prima vista sembrano le dichiarazioni ironiche di un comico o quelle di uno sprovveduto. Best si avvicina alla seconda categoria non disdegnando la prima, ma non sapeva ancora che la sua dipendenza lo avrebbe condotto ad una morte prematura. Nel 2002 si sottopone ad un trapianto di fegato (lui stesso dichiarò di avere il livello di un enzima del fegato di 900 a fronte di un limite di 80), mentre nel 2005 a soli 59 anni e dopo una vita passata costantemente sulle montagne russe, si spegne. Circondato dai soliti invadenti tabloid inglesi e mai banale seppur sul punto di morte, si farà inoltre fotografare sul letto di ospedale dichiarando: “non morite come me”.

La domanda spontanea che facilmente ci si pone è: cosa rimane quindi di Best
La risposta più che nel verde terreno di gioco è da ricercare nell'uomo, nei suoi eccessi e nelle sue fragilità. Nessuno prima di lui era riuscito ad essere icona in campo e fuori. Nessuno era riuscito a raggiungere un picco sportivo ineguagliabile a soli 22 anni, venendo riconosciuto come uno dei migliori di sempre nonostante un proseguo mediocre di carrieraNessuno si era mai permesso di essere netto con i giudizi in casa United, bocciando Beckham senza appello e decretando un giovane Cr7 unico vero erede della sua folle arte. Nessuno aveva mai osato fronteggiare a viso aperto due leggende eterne come Pelé ( “Se fossi nato brutto non avreste mai sentito parlare di lui” ) Cruijff ( “Tu sei il più forte, ma solo perché io non ho tempo” ), con una spavalderia e una ironia pungente che solo lui possedeva.  Nessuno era riuscito a convivere pubblicamente con i propri mostri come lui aveva fatto. 
Best è quindi come una ampolla all'interno della quale è racchiusa tutta la magia, ferma ed immutabile nel tempo a scapito di tutte le intemperie le quali intercorrono fuori da essa. Tutto sommato forse aveva quindi ragione lui nella citazione iniziale, anche se è difficile tener fuori tutto quello che lui chiama spazzatura e che sarebbe invece meglio definire: semplicemente Best. Anche perché alla fine genio e sregolatezza sono tutte lì, dentro di lui, e dentro una frase storica che strappa un sorriso ma rispecchia perfettamente l’uomo che è stato e la vita vissuta sempre con il piede sull'acceleratore, incurante del pericolo: “Ho speso gran parte dei miei soldi per donne, alcol e automobili. Il resto l'ho sperperato”.