Forti le emozioni provate in un 2021 che ci ha fatto urlare campioni più di una volta, con merito e orgoglio. Annata da incorniciare quella che sta per concludersi grazie alle innumerevoli vittorie che hanno contraddistinto il panorama italiano, con imprese in almeno 3 grandi ambiti come quello degli Europei maschili di calcio, le Olimpiadi di Tokyo e gli Europei di pallavolo.

Il primo grande torneo targato Italia è quello dell'Europeo itinerante di calcio, evento tanto innovativo nella sua formula quanto errato nella sua applicazione e per momento storico. La Nazionale non si presentava come una delle favorite, l'eliminazione dal Mondiale russo era una ferita difficile da rimarginare e l'obiettivo era quello di stupire, non certo di vincere. Il girone vede prove convincenti per risultati ed intensità, si capisce subito che la squadra può essere l'outsider del torneo. La sensazione viene poi confermata dalla gara con il Belgio, dove si ha una prova di netta superiorità rispetto ad un avversario decretato tra i favoriti (forse anche troppo frettolosamente). Da un lato Lukaku non vede mai la porta e De Bruyne non riesce a costruire gioco, mentre dall'altro Insigne sbeffeggia la difesa belga e Bonucci-Chiellini spengono ogni azione sul nascere. Partita di livello che non viene ripetuta con la Spagna, dove si vince ai rigori grazie ad un sontuoso Jorginho (solo croce e niente delizia da li in poi). La finale è la vera e propria apoteosi. Si gioca a Wembley, davanti ad 70.000 inglesi sicuri di vincere. Si gioca a calcio però, non a cricket e si sa, per gli italiani le partite di calcio contano più delle guerre. Dopo una partenza sofferta la squadra domina, portando la partita ai rigori dove Donnarumma serra la porta per un finale che tutti conosciamo ormai a memoria.

Seguono poi le Olimpiadi, evento atteso da 5 anni che vede la spedizione azzurra con buone chance di medaglie, le quali però nessuno si sarebbe aspettato sarebbero diventate leggendarie. Qui l'attenzione è tutta rivolta all'atletica leggera, dove Tamberi e Jacobs (prima da solo, poi in staffetta) riscrivono la storia dello sport azzurro. Jacobs è l'uomo copertina della spedizione, sua la vittoria nella gara regina delle Olimpiadi con i 100m divorati in 9.80’ e diventando il primo italiano di sempre sul gradino più alto del podio. Iconico inoltre a fine gara l'abbraccio con Jimbo Tamberi, lieto protagonista a sua volta di una storia di riscatto e tenacia. Grande fu infatti la delusione di non partecipare all'Olimpiade di Rio per infortunio, così come grande è stata la gioia nel contendere fino all'ultimo l'oro al qatariota Barshim. Alla fine la gara si concluderà con entrambi gli atleti al primo posto, frutto sia del regolamento che dei valori di entrambi, da tempo molto legati. Vi è invece una riproposizione della finale dell'Europeo nella staffetta 4x100 maschile, con gli italiani a fronteggiare nuovamente gli inglesi. Fortunatamente il 2021 porta malissimo agli inglesi e benissimo agli italiani, con la staffetta che viene vinta di 1 solo centesimo dopo una corsa mozzafiato di Tortu. Se già era da pazzi pensare di vincere i 100m, vincere i 100 e la staffetta nella stessa Olimpiade era pura utopia. Si chiude inoltre con un record la spedizione olimpica: 40 medaglie (10 ori) sono il più alto numero mai ottenuto superando Los Angeles '32 e Roma '60.

Spetta poi alla pallavolo dare vita all'ultimo grande miracolo sportivo: vincere lo stesso torneo sia nel maschile che nel femminile. Le ragazze, che venivano da un torneo olimpico con chance di medaglia altissime, erano state eliminate dalla Serbia, vera e propria bestia nera capace di vincere il confronto in tutti gli ultimi tornei. In generale la squadra olimpica sembrava non reggere mentalmente il confronto con l'importanza della manifestazione ed il dover dimostrare di essere tra le migliori, il contrario rispetto agli Europei dove la selezione allenata da Mazzanti riesce a ritrovare compattezza ed incisività. La finale, dopo sole vittorie nei turni precedenti, risulta una sfida contro i demoni del passato. Si gioca a Belgrado, nella tana delle avversarie di sempre e davanti a 20.000 spettatori, ma le azzurre vincono la sfida contro la Serbia ed il loro destino. Egonu (MVP del torneo e finalmente decisiva) giganteggia di fronte alla rivale di sempre (la solita Boskovic) e vince il duello tra gli opposti migliori al mondo, mentre De Gennaro risulta una macchina in ricezione facendo girare al meglio Orro in regia. Benissimo anche Sylla, laterale che trova percentuali da campionessa giocando un torneo perfetto.

Discorso differente per i ragazzi del volley. L'Olimpiade risultava l'ultimo torneo per leggende assolute come Juantorena, Colaci ed in generale per il ciclo vincente di Blengini (argento a Rio e non solo). Dopo un autentico suicidio ai quarti di Tokyo bisognava quindi ripartire da una rosa rinnovata. Il salentino De Giorgi non si lascia sfuggire l'opportunità, ripartendo subito dai giovani. Il torneo non vede l'Italia tra le favorite, l'obiettivo è quello di impostare un percorso a lungo termine che porti una squadra pronta per Parigi, non certo vincere. Nonostante tutto nel girone sono 5 su 5, mentre nella fase ad eliminazione, dopo aver buttato fuori la Germania di Grozer, la Nazionale vince contro la Serbia, squadra ben più quotata. L'Italia si presenta quindi in finale al cospetto della Slovenia, eterna incompiuta degli ultimi anni e capace di perdere 2 finali consecutive. Questa risulterà la terza, ma per avere la meglio su l'esperta formazione servono 5 set ed una partita su livelli altissimi da parte di tutti. Balaso prende di tutto in ricezione/difesa, mentre Anzani regna a muro con letture precise lasciando alla rivelazione Galasso percentuali maggiori sui primi tempi. Alla fine a deciderla sono i servizi di Michieletto al tiebreak (nuovo ragazzo prodigio della pallavolo italiana e miglior posto 4 del torneo) e l'ingresso di Romanò come opposto (sempre al tiebreack), un ragazzo che chiude con 11 punti ed il 90% in attacco nonostante venga dalla A2 e con nessuna partita all'attivo in Superlega. Menzione speciale per Giannelli, palleggiatore diventato finalmente campione assoluto e capace, dopo la finale disastrosa di Rio, di trascinare la squadra con tecnica e personalità.

Le vittorie ottenute nel 2021 non si traducono solo in medaglie e retorica, ma sono vero e proprio specchio della società, mettendo in risalto le qualità migliori dell'Italia tutta e mostrando al mondo un popolo capace di rialzarsi dopo situazioni disastrose (Covid nella vita così come la non qualificazione in Russia per il calcio), vittorioso contro i propri demoni (Italia femminile del volley), tenace di fronte ad un ambiente ostile così come legato ad i valori dello sport (le finali in sedi nemiche e la storia di Tamberi) e capace di stupire proprio come Jacobs. Se si aggiunge anche la proverbiale furbizia nostrana (come Chiellini con Alba o contro Saka) il facile risultato è che dopo questo 2021 gli altri ne devono mangiare di pastasciutta...