Ed eccoci giunti all'ennesimo capitolo della tragicomica vicenda che è la cessione del Milan ai misteriosi cinesi. Quest'oggi parliamo di Maldini, della proposta ricevuta per bocca di Fassone e delle sue perplessità. La leggenda del Milan infatti è stata molto chiara (a dispetto di ciò che alcuni siti vorrebbero far credere): tornerebbe al Milan solo con un progetto serio, vuole conoscere di persona chi saranno i futuri proprietari del Milan, sentire quali sono le mosse auspicate per il rilancio del club e mettere in chiaro quali dovrebbero essere i suoi compiti da dirigente (come da lui specificato il termine "direttore tecnico" può voler dire tutto o nulla). Come si può parlare di arroganza? le richieste di Paolo Maldini non sono solo comprensibili ma addirittura scontate. Perché uno come Maldini dovrebbe mettere la propria reputazione (che va ben oltre il campo da gioco) in discussione se non è convinto del progetto? L'ex capitano del Milan è pienamente consapevole che per riportare il club ai suoi antichi fasti servirà tanto lavoro ed altrettanta pazienza (nel calcio non bastano i soldi e la buona volontà, ci vuole anche fortuna), ma perché dovrebbe farsi carico di questo arduo compito senza le dovute rassicurazioni? Proprio per questo è molto probabile che il matrimonio non si farà. Maldini è un uomo che dice ciò che pensa, che parla in faccia e se convinto di quello che sta dicendo non ha problemi a mettersi in gioco. Tutto il contrario dei fantomatici cinesi, che tutt'ora, a pochi mesi da quando "teoricamente" (le virgolette sono d'obbligo) dovrebbe avvenire il famigerato closing della trattativa, rimangono ancora celati dietro una fumosa coltre di mistero. D'altro canto non aiutano di certo l'ignoranza e l'ingenuità (il sito non mi permette di usare termini meno eleganti ma più adatti) della tifoseria rossonera, che di fatti si è già schierata in favore dei presunti nuovi proprietari. "A che serve Maldini? non ha competenze, non ha mai fatto il dirigente" ecc ecc. E allora io vi chiedo: a che serve Fassone? quali sarebbero i grandi risultati che ha conseguito in carriera? e Mirabelli? o forse siete di quelli che (come il simpatico Criscitiello) esaltate l'ex DS interista per aver scovato nientepopodimeno che due talenti del calibro di Murillo e Brozovic? neanche fossero Nesta e Nedved! Maldini SERVE al Milan, eccome se serve. E serve molto più dei fantomatici cinesi, perché se anche questa trattativa non andasse in porto prima o poi ci sarebbe comunque un altro gruppo di investitori o un nuovo magnate disposto a comprare il Milan. Ma la mentalità vincente, la professionalità esemplare, lo stile e la serietà che caratterizzavano il grande Milan sono valori che non possono essere trasmessi da un Fassone o un Mirabelli qualsiasi. Maldini È il Milan. Suo padre vinse col Milan e lui ne seguì le orme. Mi ricordo ancora quando lessi che Ferguson lo aveva adocchiato già da bambino e chiese a Cesare (suo amico) il permesso di portarlo allo United. Maldini padre lo guardò negli occhi e rispose "Mi dispiace Alex, stai sprecando il tuo tempo". Padre e figlio che scrivono la storia del medesimo club. È una delle favole più belle mai scritte in quel meraviglioso libro che è la storia del calcio. Io vi domando: ma quale società in Europa non vorrebbe al suo interno una leggenda come Maldini? Guardiola gli dedicò una Champions vinta col Barca, grandi campioni del calibro di Totti, Del Piero, Zanetti, Puyol, Sergio Ramos, Terry, Shevshenko, Kakà, Nesta, Pirlo, Seedorf, Rui Costa, Boban, Leonardo e tanti altri ancora, ne parlano con un rispetto ed un'ammirazione assoluta. Ad oggi Maldini è indispensabile se si vuole pensare di ricostruire un Milan serio e vincente (non me ne vogliano i vari Ambrosini ed Albertini ma stiamo parlando di altre cose). I cinesi devono accontentarlo in tutto e per tutto e farsi guidare dalla sua competenza e dal suo istinto, perché nessun manager, nessun direttore sportivo, nessun "esperto di mercato" può sapere davvero quale sia il bene del Milan più di Paolo Maldini. Un uomo che è nato e cresciuto per essere milanista, che ha amato la maglia nella gioia e nel dolore, nella mediocrità così come nella grandiosità. Paolo Maldini è necessario, i cinesi invece no.