Danilo Nucini, la bandiera antijuventina di Calciopoli, è quell'ex arbitro che dichiarò che se si fischiava contro la Juventus si usciva dalla Serie A. Ma è vero?
Professionista dal 1995, esordisce in A solo nel maggio '98, a 37 anni, dopo una sospensione della CAN a fine '96 per un'intervista non autorizzata, poi fa solo la B per tutto il 98/99 e nel 99/00 cinque gare di A. Gli esordi non sembrano un granché.
Saltiamo al 14 gennaio 2001, data di quel famigerato Juventus - Bologna con rigore concesso agli ospiti. Questa è appena l'undicesima gara di A dopo tre anni dall'esordio nella massima serie, un po' poco forse per considerarlo un arbitro di grande livello, a 41 anni.
Comunque dà quel rigore che poi Cruz sbaglia, e, ovviamente, da lì la sua carriera è finita, direte. No. Il 25 febbraio è chiamato a fare Inter - Udinese e, udite udite, l'11 marzo, due mesi dopo il fattaccio di Cruz, torna al Delle Alpi per Juventus - Reggina. Incredibile, eh? Dopodiché vivacchia tra partite di bassa e media classifica, ricevendo spesso giudizi scarsi dalla critica e scatenando proteste in campo. Soprattutto si dice di lui che sia parecchio asservito alle grandi quando giocano in casa. Mah.

Nella stagione 2000/01 fa appena due gare in A, il resto in B, generando come sempre grosse polemiche: in Napoli - Ancona non dà un rigore netto agli azzurri, in Salernitana - Ancona non vede un gol per i campani con la palla entrata in porta e compensa dopo regalandogli un rigore che non c'è, in Napoli - Bari lascia i pugliesi in dieci per l'assegnazione di un rigore inesistente ai padroni di casa. Insomma, ogni gara è peggio della precedente.
Torniamo un attimo a Inter - Udinese del febbraio '01. Nucini, in tribunale per il processo sportivo, dichiara che è dopo questa gara che è entrato in rapporto di confidenza con Facchetti, tanto che, secondo Nucini, Facchetti lo convince a collaborare con l'Inter per smascherare il presunto sistema corrotto, cosa che, da ricostruzione dei magistrati, viene ufficializzata tra Nucini e Facchetti a fine 2002.
In pratica ora fa l'arbitro e la talpa, in quello che venne chiamato Dossier Ladroni. Arbitro per modo di dire.

A fine 2002 viene contestato dai napoletani per le oscenità commesse contro il Verona, in Messina - Genoa del marzo 2003 sono i genoani a gridare allo scandalo per aver fatto anche di peggio, dopo Napoli - Triestina del maggio 2003 i friulani lo paragonano a Byron Moreno. Addirittura nell'ottobre 2003, sempre in B, in Avellino - Messina, deve uscire scortato dai poliziotti perché i tifosi irpini gli danno la caccia armati di spranghe.
Naturalmente lui insiste a dire che la sua carriera è declinata per quel rigore a Cruz e non perché è clamorosamente mediocre. Incredibilmente però riesce a tornare in A nel 2004/05, quattro partite nelle quali il miglior voto preso dai quotidiani è 4 di compassione, perché in effetti questo povero diavolo fa anche un po' pena.
Ma ovviamente è colpa della Juventus. Il tutto mentre fa la spia per conto di Facchetti, divenuto Presidente dell'Inter, con cui ammette la frequentazione amichevole anche fuori dal calcio, essendo concittadini, e fa anche da quarto uomo in Inter - Parma del 2004. Non male per uno che si è opposto al clientelismo, dirigere delle partite (poche per fortuna) nella stessa categoria in cui milita la società il cui Presidente è suo amico. Dunque, non un granché come arbitro.
E come testimone al processo di Calciopoli, conseguenza del suo lavoro da infiltrato? Il giudice Teresa Casoria lo definisce "testimone non attendibile" e "testimone irrilevante", cadendo lui stesso in varie contraddizioni e non ricordo, mettendo quindi per iscritto lo scarso valore probatorio della sua testimonianza.
Tra l'altro sembra, dalle indagini, che nemmeno Facchetti si fidasse di lui, tanto che lo avrebbe anche registrato di nascosto e fatto seguire, poi racconta anche che una volta lo stesso Moggi lo incontrò per fargli i complimenti. Ma il teorema secondo cui se sei contro la Juventus hai chiuso? Strano.
Collina nel 2000 non sospende la famosa gara nella piscina di Perugia, che costa lo scudetto ai bianconeri a favore della Lazio, eppure negli anni successivi li arbitrerà spesso, in tante sfide scudetto, anche in quel Milan - Juventus dell'8 maggio 2005 da cui è emerso, con le intercettazioni, che Collina fosse l'uomo fidato di Meani, l'addetto agli arbitri del Milan, e che a Moggi e Giraudo non piaceva affatto.
E in un'intervista dopo il ritiro ammise il tifo per la Lazio. Eppure, era lì lo stesso. Forse perché bravo, a differenza di Nucini? Allora, per ribaltare l'assunto nuciniano "chi arbitrava contro la Juventus non arbitrava più in Serie A", io direi chi arbitrava male in Serie A non arbitrava più in Serie A. E forse sarebbe stato il caso nemmeno in B, dati gli enormi danni combinati.