Torino, 20 agosto 2005.
L'Inter vince la Supercoppa Italiana in casa della Juventus ai supplementari con rete di Veron, dopo una partita tirata (nove ammoniti) e un gol regolare annullato a Trezeguet nel primo tempo per fuorigioco inesistente.
Lì per lì l'episodio non scatena troppe polemiche, non come sarebbe lecito aspettarsi da questa sfida, forse a parti invertite ci sarebbe stato un putiferio, chi lo sa. Comunque, di certo in quei mesi Facchetti, Presidente dell'Inter, e la Triade juventina erano in pessimi rapporti. Già l'anno prima ci fu la questione Stankovic, pronto ad andare a Torino dalla Lazio ma che poi, per questioni precontrattuali, la Juventus fu costretta a lasciarlo all'Inter.
Poi, archiviata la Supercoppa di agosto, a novembre si scatena una nuova colata di veleno tra Facchetti e Moggi - Giraudo. Oggetto del contendere le solite questioni arbitrali, ma soprattutto quelle economiche.
Giraudo, durante un convegno con dei tifosi, tira in ballo il proprietario interista Moratti (pur senza citarlo) in merito all'immoralità di spendere cifre enormi senza vincere nulla. Al che Facchetti prima cita Moggi dicendo che non sapeva che volesse anche sostituirsi al Giudice Sportivo per scrivere le sentenze di squalifica (in riferimento al caso razzismo di Zoro, quando Moggi attaccò i rivali dicendo che ci volevano squalifiche pesanti), poi risponde direttamente a Giraudo dicendo che lui parla di immoralità perché sa bene cosa sono le cose immorali del calcio.
Moggi allora ironizza spiegando che Facchetti in pratica non ha capito niente del discorso, e si prosegue da una provocazione all'altra.
A stretto giro di posta entra in gioco anche Tronchetti Provera, Presidente Telecom e azionista dell'Inter, asserendo che la Beneamata non vince lo scudetto da anni solo perché non si è mai piegata ai giochi di potere. Mancini, allenatore nerazzurro, sostiene invece che Facchetti sia stato fin troppo gentile a rispondere pacatamente a Giraudo, meritorio di repliche ben più dure.
Tra l'altro Giraudo e Mancini avevano già avuto da dirsi l'un l'altro un mese prima, a ottobre 2005, alla vigilia della partita di andata in campionato, quando l'AD sbeffeggiò l'Inter dicendo che Mancini è un bravo allenatore, ma dovrebbe dimostrarlo in una grande squadra, e il tecnico si chiese come mai loro parlassero sempre dell'Inter invece di pensare ai fatti propri. Insomma, un 2005 astioso che fa da prologo al nuovo anno.

6 febbraio 2006.
Dopo uno Juventus - Udinese molto contestato per le decisioni arbitrali a favore dei bianconeri, la TV ufficiale interista porta in diretta al Processo di Biscardi una lettera di due pagine contenente gli episodi arbitrali andati a vantaggio della Juventus e altri contro l'Inter in campionato fino a quel momento. I media lo battezzano Dossier Inter, al quale la Signora risponde duramente con un contro - dossier. Tra l'altro il clima è rovente anche perché si sta avvicinando il 12 febbraio, giorno della sfida scudetto a San Siro, così la tensione monta sempre più.

Ma non finisce certo qui. Pochissimi giorni prima del 12, in diretta televisiva e collegati da due studi differenti, Facchetti e Giraudo vengono messi in comunicazione audiovisiva. Il Presidente rintuzza la polemica sul dossier e sui favoritismi, allora l'AD (alla presenza anche di Moggi e Buffon) tira in ballo la Supercoppa dell'agosto precedente con il gol regolare annullato a Trezeguet. Ricordo ancora le parole: "La Supercoppa, Giacinto, la Supercoppa!" Replica Facchetti: "Eh, ma noi allora avremmo dovuto portare un'enciclopedia". Tutto questo come antipasto al cianuro.

Il 12 finalmente si gioca, ma subito prima del fischio d'inizio succede una cosa: le telecamere inquadrano Moggi che esce dalla zona dello spogliatoio dell'arbitro Paparesta e, pochi metri distante, Luis Figo, attaccante dell'Inter, lo guarda con un sorriso beffardo alzando la mano in segno di stizza. Tradotto è come se avesse detto "eccolo, guarda te questo, chissà cos'è andato a fare dall'arbitro, eh?".
Alla fine si scende in campo.
Il lunghissimo pre partita è estenuante, l'adrenalina è ben percepibile sugli spalti e tra i giocatori. San Siro è una bolgia, soprattutto quando viene annullato il gol su punizione di prima ad Adriano (giustamente).
Passano in vantaggio gli ospiti con Ibrahimovic, pareggiano i padroni di casa con Samuel.
Poi, a pochi minuti dal 90°, Nedved guadagna una punizione dal limite, cadendo un po' troppo facilmente, tira Del Piero e insacca mostrando la linguaccia a tutto lo stadio, come a voler zittire qualsiasi discorso inutile.
I bianconeri si portano così in classifica ad un vantaggio abissale sui nerazzurri ipotecando lo scudetto, sebbene alla fine dovranno sudarselo per la quasi rimonta del Milan.

A Torino esultano, la nemica è stata sconfitta a domicilio, ma le immagini di Moggi e Figo fanno il giro dei media. Il portoghese, che aveva già un conto in sospeso con il DS ai tempi del mancato trasferimento al Parma nel 1994, soffia sul fuoco della diatriba accusando apertamente Moggi di aver fatto visita a Paparesta subito prima del fischio d'inizio per condizionare l'incontro, e la punizione di Nedved ne è l'esempio.
La polemica si fa durissima, le due società quasi si insultano a colpi di comunicati ufficiali sui propri siti internet. Moratti perde le staffe accusandoli di essere insopportabili, gli altri rispondono che a Milano non sanno perdere. Intanto le parole di Figo ("Moggi deve dire che cosa stava facendo prima del match nella stanza dell’arbitro; non so perché possa assumere simili atteggiamenti da padrone del calcio, e di sicuro nella mia carriera non ho mai incontrato una figura come la sua in altri Paesi") danno luogo sia a un'inchiesta federale che però finisce in un nulla di fatto, sia alla denuncia di Moggi al giocatore presso la Figc, risolta con un'ammenda per Figo.
Inoltre il DS sferza il portoghese con un riferimento a quella vicenda del precontratto con il Parma nel 1994, dicendo che "è meglio che Figo stia zitto, visto che è capace soltanto di firmare contratti in collezione". 

Siamo a fine febbraio, il clima tra le due superpotenze non è mai stato così infiammato. Almeno non fino a maggio, quando verranno pubblicate le prime intercettazioni di Calciopoli. 
Il resto lo sanno tutti.