Alcuni non saranno d'accordo, altri imprecheranno contro la malasorte, mentre altri diranno che le inglesi sono troppo superiori alle italiane ma, a mio modesto parere, la realtà è un'altra.
Lo dissi a inizio anno quando (giustamente) i milanisti inveivano furiosamente contro l'arbitro di Milan - Atletico Madrid, ho continuato a sostenerlo quando (altrettanto giustamente) gli interisti inveivano contro gli arbitri di Inter - Juventus e Inter - Milan e lo ripeto questa in cui l'arbitro non ha colpe: se al 75esimo minuto di gioco hai dominato il campo e il gioco per buona parte dei suddetti 75 minuti, ma il risultato è ancora di 0 a 0 e/o stai vincendo con un solo gol di scarto, se alla fine perdi o pareggi la colpa è soltanto tua. Spesso si sente dire che le inglesi e le spagnole sono qualitativamente superiori alle italiane, ma i confronti diretti fra Juventus e Chelsea, fra Inter e Real e Liverpool o Milan e Atletico e Liverpool hanno dimostrato che a livello qualitativo sono più o meno tutte allo stesso livello, quello in cui sono strasuperiori è la mentalità.
La Juventus contro il Chelsea ha badato esclusivamente a non prenderle e, casualmente, ha trovato il gol vittoria mentre il Chelsea contro la Juventus, dopo aver fatto il gol del vantaggio, ha cercato (e trovato) il secondo, il terzo e il quarto ed ha continuato ad giocare anche sul 4 a 0.
Il Milan contro il Liverpool ha smesso di giocare appena andato in vantaggio, mentre contro l'Atletico si è sentito talmente superiore da giocare con sufficienza nonostante un solo gol di scarto mentre l'Atletico, conscio dell'inferiorità, ha giocato con la mentalità giusta, ha retto l'urto degli attacchi del Milan e poi ha colpito quando il Milan ha avuto un calo fisiologico. L'Inter contro il Real ha giocato molto bene controllando le partite e cercando di stancare l'avversario, ma si è trovata immeritatamente ad inseguire e in quel momento ha perso la testa, non ha più giocato con la testa ma con l'ansia da prestazione.

La stessa cosa è successa questa sera contro il Liverpool che, a onor del vero, nel primo quarto d'ora è partito forte e, nonostante non si sia neanche avvicinato a creare una quasi palla gol, ha tenuto il pallino del gioco fino alla traversa di Chalanoglu, frutto di un'azione corale da manuale. Da quel momento in poi l'Inter ha preso fiducia, è cresciuta nel pressing e nel possesso palla fino ad arrivare a dominare la partita tra la fine del primo tempo e la metà del secondo.
Al 75' minuto, probabilmente nel momento migliore dell'Inter, il Liverpool ha trovato, un po' per fortuna, un po' per bravura di firmino e un po' per errore in marcatura di Bastoni, l'immeritato ma legittimo vantaggio su calcio d'angolo e da quel momento in poi l'Inter ha sbandato. Invece di capire che, fino a quel momento aveva dominato, che può capitare di prendere un gol trovandosi immeritatamente sotto e ricominciare a giocare con la testa, ha stravolto la sua natura, ha iniziato a giocare solo con grinta e cuore ed è finita che ha subito pure la rocambolesca rete del 2 a 0. Qualcuno potrebbe erroneamente pensare che la differenza di mentalità sia evidente dopo lo svantaggio ma la verità è che molto più evidente (e difficile da colmare) se analizziamo "l'episodio Chalanoglu". Prima della traversa, l'Inter ha giocato in modo contratto, sentiva il peso della partita e aveva una sorta di timore reverenziale dell'avversario poi ha trovato casualmente (frutto, è vero, di un'azione superlativa ma casuale nella misura in cui, fino a quel momento, l'Inter non era riuscita a mettere in fila più di 3 passaggi) un episodio che solo la sfortuna ha neutralizzato e da lì ha preso coraggio, ha capito che, giocando da Inter, aveva la possibilità di fare male agli inglesi e ha iniziato a giocare da Inter.
E' vero che quando ha giocato da Inter ha dominato, ma non si può pensare di vincere queste partite sperando che arrivi presto l'episodio fortunato che fa scattare la scintilla perchè le squadre con la mentalità superiore scendono in campo e giocano come sanno fin dal primo minuto.