Il più grande artefice della vittoria interista, ormai alle porte, è mister Antonio Conte. Molto probabilmente qualche anno fa nessuno avrebbe immaginato che il salentino avrebbe mai allenato la "Beneamata", ma in fin dei conti sembra essere stato lui l'ago della bilancia. Tra una Juve che non hai mai trovato certezze, un Milan acerbo nella seconda parte di campionato, un Napoli altalenante e un'Atalanta che non ha giocatori forti mentalmente per vincere uno scudetto, i nerazzurri sono stata la squadra più continua di rendimento. Lo dimostrano il filotto di otto vittorie all'andata e il percorso netto del ritorno. Frutto di un atteggiamento estenuante di un allenatore, che si appresta a vincere il quinto campionato, dopo i tre alla Juve e quello al Chelsea.

Tutto comincia a villa Bellini la scorsa estate. Dopo vari attriti con la dirigenza, tutti avrebbero pensato ad una rottura dopo solo un anno con l'Inter, ma il tempo e la continuità hanno avuto la meglio. Il tecnico leccese ne è uscito con maggiore convinzione e con molta più voglia di lavorare, dimostrandosi un professionista esemplare. Il primo periodo della corrente stagione ha visto un'Inter confusionaria, poco quadrata rispetto alla scorsa stagione. Questo caos restituisce alla squadra di Conte un'eliminazione bruciante dalla Champions League e un rendimento in campionato che non la fa decollare. Poi c'è la svolta a Sassuolo, si torna ad essere la squadra attenta difensivamente come in passato, le prestazioni di Handanovìc tornano ad essere quelle solite dopo un avvio incerto, davanti si torna a correre e con un anno di lavoro alle spalle e un Hakimi in più l'Inter cambia marcia. Arrivano le otto vittorie di fila, uno stop con l'audace Samp di Ranieri, l'ultima ad oggi dopo quello col Milan all'inizio, e poi ricomincia la marcia. Pari con la Roma e secondo momento cruciale della stagione la vittoria con la Juve, rivale di sempre e contendente numero uno per lo scudetto. Il pareggio a Udine rallenta il sorpasso al Milan, comincia il ritorno e l'Inter ne fa undici di fila. Mette alle corde la Lazio prima e poi il Milan una settimana dopo compiendo il sorpasso sui "cugini". Da lì si arriva ad oggi dove le altre pretendenti non riescono mai a trovare il ritmo giusto. Il martello Conte spinge la sua ciurma verso il campionato e settimana dopo settimana i punti di distacco aumentano a dismisura. Fino ad oggi dove l'Inter attende trepidante il suo 19° scudetto. 

La resilienza dell'allenatore, l'abnegazione della squadra, la protezione di Marotta dall'alto fanno sì che i problemi societari siano argomento per i "capi". Una squadra che ha ritrovato le certezze col tempo, ha fatto della delusione europea la forza per andare avanti e unirsi verso un unico obiettivo. Tra lo scetticismo dei tifosi, Antonio Conte si è fatto avanti col lavoro e con la voglia di non essere una semplice comparsa, ma un attore protagonista della gloriosa squadra di Milano. Ha preso per mano un ambiente sospeso nella mediocrità per tanti anni e ha saputo trasformare la mentalità di una squadra, che nel momento del salto di qualità non era mai riuscita ad emergere. Ha saputo fare passi indietro, ha recuperato Eriksen e Perisìc, ha valorizzato tutta la rosa. Ora l'Inter è pronta a chiudere il cerchio, è questione di ore o settimane, ma certamente si farà. L'Inter diventerà campione d'Italia.