Mettiamo che Paratici sia Leonardo da Vinci e che Marotta sia il Verrocchio, senza correre il rischio di essere blasfemi si può paragonare la storia tra Paratici e Marotta a quella del discepolo e del Maestro più famosa del mondo.
Leonardo da Vinci, venne portato nella bottega del Verrocchio da giovane, qui imparò l'arte del dipinto e mise subito in mostra le sue qualità, tant'è che con l'opera "Il Battesimo di Cristo" si segna una sorta di passaggio di consegne tra il giovane pittore e il maestro. In senso figurato, ai fini della nostra storia, il battesimo di Cristo, o se volete "di fuoco" può essere considerata l'operazione Ronaldo, da quel momento in poi l'allievo (Paratici) e il maestro (Marotta) non sono più andati d'accordo e Paratici che ha allontanato Marotta dal "suo" impero (costruito in 8 faticosissimi anni) non ha ancora spiccato il volo. 

Analizzare gli "sfaceli" del giovane Paratici da quando ha perso la spalla sicura dell'ex amico Marotta è quasi una causa persa. Un domino di errori e di incastri mal riusciti che farebbero impallidire chiunque se solo non fosse per la pochezza delle avversarie che permettono alla Juve di mettere un po' di polvere sotto il tappeto a questo punto parleremmo di una catastrofe gestionale mai vista.

I PARAMETRI ZERO - La prima estate senza Marotta, la Juventus ha realizzato alcuni colpi a parametro zero: Rabiot (non pervenuto), Ramsey (pervenuto a tratti, con evidenti problemi fisici a condizionarne il rendimento) e Buffon (colpo grottesco, dopo l'addio "forzato" dello scorso anno). 
I PASTICCI ECLATANTI - La scommessa di Fabio Paratici porta il nome di Marko Pjaca, fallita, come è fallito il piano di accasarlo in estate a qualcuna delle pretendenti. Risultato? Prestito a gennaio all'Anderlecht e 6 mesi di "isolamento forzato" alla Juventus.Un altro che ha avuto qualche problema ad "accasarsi" è stato Mandzukic, il pupillo di Max Allegri, liquidato in fretta e furia da Sarri e dalla dirigenza, il croato non ha trovato una destinazione in tempo utile nel mercato di agosto e così ha dovuto attendere dicembre per salutare tutti, o quasi. Il pasticcio più eclatante si è registrato però con il "caso Can", una situazione gestita male con il centrocampista tedesco che-non gradito al tecnico- è stato fatto fuori dalle liste Champions con tanto di intervista polemica di Emre e poi ceduto(come sempre in ritardo) nonostante i bianconeri non avessero (e non abbiano tuttora) un'alternativa. Che dire di Perin? Andrà al Benfica? Non andrà al Benfica? Tutto fatto? Tutto saltato? E poi finalmente arriva gennaio a portar via tutti gli esuberi. 
CESSIONI ECCELLENTI - Fabio Paratici, nella sua "autogestione" ha anche dilapidato alcuni patrimoni come Cancelo, ceduto al City, Spinazzola ceduto alla Roma, Orsolini e Kean ceduti rispettivamente a Bologna e Everton. In realtà ci sono alcune attenuanti in questo senso. La prima è che nessuno dei suddetti sta brillando nel suo nuovo club, il solo Orsolini tiene alta la bandiera. La seconda è che proprio su Orsolini la Juventus si è riservata un diritto di "recompra" non esercitato quest'anno, di  30 milioni nel 2021. La terza è che queste operazioni sono giustificabili dal meandro di plusvalenze e cavilli che vengono artificialmente disinnescati dalle sapienti menti dei dirigenti di tutte le squadre, non solo della Juve. 
COLPI MANCATI - Il lancio del giovane Paratici, se si guarda fin qui è andato male. In realtà potrebbe andar peggio, andrà peggio da qui in poi. La diatriba tra il nostro Leonardo e il Verrocchio è continuata poi sull'opera incompiuta "Icardi". Il pupillo di Paratici (sì, Mauro, puoi toccare ferro vedendo la fine di Pjaca) non è mai arrivato a Torino, complice l'ostracismo di Marotta e la prepotenza del dirigente bianconero che avrebbe voluto far manbassa dei gioielli degli altri club con un'operazione à la Higuain che però non si è mai concretizzata. Higuain? Lui e Dybala sono stati messi alla porta. L'argentino doveva rientrare nello scambio con Lukaku, che però non si è poi concretizzato. Risultato? Smacco di Marotta all'allievo Paratici: Lukaku a Milano e Dybala a Torino. In realtà, ce ne fossero di delusioni così: tenersi Dybala e Higuain, solo che non era quello che la Juventus voleva. 

In realtà questo articolo, forse un po' provocatorio, vuole rendere giustizia anche a Paratici, che ha comprato uno dei migliori prospetti tra i giovani del mondo (De Ligt) e gestito alcune situazioni non facili. 
Però, l'ultimo affondo lo ha dato Arthur. Il brasiliano non voleva la Juve e la Juve (né Sarri) voleva lui, in realtà poi l'operazione è andata in porto, con i bianconeri costretti anche allo sforzo economico aggiuntivo per prendere un giocatore tutto da scoprire e perdere il faro Pjanic. 
La domanda che sorge spontanea è: con Marotta sarebbe successo tutto ciò? I tifosi nerazzurri che aspettano Hakimi, forse la risposta ce l'hanno, ma sono troppo di parte.
La questione rimane aperta, di sicuro non abbiamo un Leonardo da Vinci nel calcio.