La calma piatta e la tranquillità di san Pio(li) sembra avere ormai messo d'accordo tutti e tutte le anime che tribolano all'interno della dirigenza rossonera e -con mio stupore- anche qualche tifoso. Il silenzio assordante del "Via del Mare" ha messo a nudo la malcelata "tattica" di Pioli, ossia "palla a Theo" urlato più e più volte ma solo perchè non c'era Ibra, altrimenti i nomi si sarebbero alternati, il risultato non sarebbe cambiato. Un Milan che gioca come una squadra che lotta per salvarsi, con palla lunga dalla difesa e reattività sulle seconde palle. 

Ma, tralasciando la mia critica al gioco di Pioli, è la confusione dirigenziale che lascia quantomeno perplessi: Boban ha già lasciato, Maldini e Massara sembrano due corpi estranei, Gazidis è il prescelto dalla dirigenza per rialzare il Diavolo. Il progetto di Ivan Gazidis in realtà lo ha spiegato lui stesso è quello di "seguire il modello Liverpool", ossia una rifondazione totale, colpi intelligenti, con un allenatore nella doppia veste di dirigente. Probabilmente Ragnick col campionato italiano non c'entra ancora nulla (abbiamo attualmente in Serie A 17 allenatori italiani, gli altri 3 allenano e giocano in Italia praticamente da sempre), probabilmente l'esperimento Ragnick si rivelerà fallimentare tanto quanto quello di Frank De Boer, succeduto sulla panchina dell'Inter poi dal solito NormalOne Pioli. Lo scetticismo può essere quantomeno giustificabile per dei tifosi che si sono visti dapprima acquistare il club da un misterioso miliardario (?) cinese, salvo poi vederlo passare nelle mani di Elliot fondo di garanzia che avrebbe dovuto essere di garanzia in tutti i sensi, in realtà i risultati sono stati ben diversi. 

In realtà questa che può sembrare una feroce critica a Gazidis e alla proprietà è il preludio per dire che sì, l'idea di essere "il nuovo Liverpool" mi convince e mi stuzzica. L'idea di prendere la base di giovani e affiancarla a giocatori esperti si è rivelata fallimentare, con tanto di frustrazione per i ritorni che in realtà hanno il profumo di minestre riscaldate che cancellano via i ricordi belli e lasciano solo quelli grigi come la barba di Pioli e il momento del Milan. Momento, che va avanti ormai da anni. 
Tuttavia non basta essere giovani per essere forti, quindi bisognerà anche sceglierli con cura, come ha fatto Maldini con Theo la scorsa estate. Il modello Liverpool sembra un progetto interessante, ma con la condizione che i tifosi attendano ancora anni di meste classifiche prima di rivedere il successo. Peraltro il Milan ha già la rosa con la media età più bassa della Serie A, un ulteriore ringiovanimento di sicuro non gioverebbe ai risultati, che da sempre arrivano con giusto mix di giovani ed esperti o da una attenta programmazione, che -come già detto- richiede tempo e settimi posti da mandar giù.
In sintesi, si potrebbe chiudere con una battuta: va bene il modello Liverpool purchè non si finisca come ad Instanbul.