Il 1° marzo sarei dovuto essere a San Siro a vedere Milan-Genoa, in realtà, sappiamo poi tutti com'è andata. Porte chiuse e uno "spettacolo", quello offerto dal Milan in campo, che mi ha fatto quasi quasi dire di esser stato fortunato a non assistere a una sconfitta. Il motivo del mio articolo non è però questo, bensì la scarsa considerazione che i governanti, gli amministratori e tutti gli altri attori del panorama calcistico hanno di noi tifosi. 

La figura del tifoso dovrebbe essere al centro del mondo calcistico in quanto "cliente" che quindi, in soldoni, paga lo stipendio ai calciatori. D'accordo, forse la mia è una sintesi davvero troppo stretta e asciutta, so bene che le fonti di approvvigionamento delle squadre calcistiche sono tante, tuttavia se si tiene conto di tutti gli "stakeholder" del panorama calcistico, quello dei tifosi è di sicuro quello che viene considerato meno. Di sicuro non parlo di quella frangia di facinorosi che considerano il club una loro proprietà che consumano atti -se così si possono chiamare- di bullismo ai danni dei tifosi (a loro dire) occasionali. Mi riferisco piuttosto alla facilità con cui i tifosi sono stati eliminati dal calcio, o meglio, rimpiazzati da tristi cartonati o da grafiche improponibili al solo scopo di celare agli occhi del tifoso spettatore (rigorosamente televisivo) la bruttezza degli spalti vuoti. Spalti vuoti, niente cori, niente festa, un'occasione in più per ascoltare le urlatacce degli allenatori. Tuttavia, lungi da me voler assurgere il ruolo di virologo online (mi riesce meglio quello dell'allenatore, abbiate pazienza) la domanda che mi sorge spontanea è: non si potevano riaprire gli stadi con tutte le precauzioni del caso? Posti dimezzati, o addirittura ridotti a un terzo per garantire il famoso distanziamento, considerando che le partite vengono comunque giocate all'aperto, laddove il contagio dovrebbe essere calmierato. Niente di niente. 
D'altronde, non ci si poteva aspettare diversamente da chi prevede che NON ci sia rimborso se compri il biglietto e il match viene annullato (per fortuna tale stortura non vale per tutte le società) e da chi ha parlato inutilmente di match trasmessi in chiaro laddove era evidente che chi paga i diritti TV non sarebbe mai stato favorevole. 

Non chiedo di ritornare alle prime partite di calcio dell'Ottocento in cui, in quel di Torino, i partecipanti alle sfide entravano in campo prendendone parte (mi piacerebbe, lo ammetto), ma perlomeno ritengo che i tifosi meritino il rispetto e la considerazione di un qualsiasi sponsor che garantisce introiti alle società.