L'estate 2018 si preannuncia per i tifosi bianconeri come una delle più calde degli ultimi anni: questo perchè ancor prima che cominci il calciomercato, e i canali sportivi aprano le rubriche sportive dedicate, la Juve si presenta al mercato con la perdita certa di due titolari della formazione, e di un comprimario (nella scorsa stagione co-titolare come Asamoah). Lichsteiner lascia dopo 7 anni di juventus, altrettanti scudetti, 5 Coppa Italia e 4 Supercoppa italiane, forse andrà al Dortmund, forse no, quel che certo è che dopo 5 anni ad altissimi livelli ed un paio vissuti di alti e bassi (dopo la grossa operazione al cuore dell'inverno del 2015), lascerà la Juventus uno dei giocatori fondamentali per la costruzione del mitico ciclo bianconero. Asamoah, senza annunci ufficiali, passerà all'Inter (ho già scritto in merito a questo trasferimento nel precedente articolo), lasciando vuoto un grosso spazio dietro le spalle di un Alex Sandro mai come quest'anno carico di insicurezze e prestazioni non all'altezza del suo talento. Alex Sandro, già, il brasiliano scovato da Marotta al Porto nell'estate del 2015, pagato 26 milioni ed arrivato nello scetticismo generale, entrato dapprima timidamente, poi con una straripante potenza atletica nell'undici titolare Juventino, ora sembra davvero vicino all'addio. L'estate scorsa la Juve si tappò un orecchio e pure l'altro, pur di non ascoltare le grandi offerte pervenute, per non perdere in una sola estate il pilastro centrale (Bonucci, passato al Milan), il terzino destro che in un sol anno aveva fatto innamorare molti tifosi (Dani Alves, rescissione con veleni) e Alex Sandro, per l'appunto.

Ad oggi le offerte per il brasiliano non sono più così alte, figlie di una stagione vissuta di tanti bassi, terminata senza la chiamata per il mondiale, e partita forse con i presupposti sbagliati, legati ad una desiderata cessione, mai avvenuta.  Ecco la juve rimanere quindi attualmente con il solo De Sciglio, reduce da una stagione certamente non negativa, ma lontana da essere quella della consacrazione e Spinazzola, che non sarà probabilmente disponibile prima di Dicembre a pieno regime.

L'importanza dei terzini nel calcio moderno non ha bisogno di esser raccontata: basti ricordare le partite contro il Real Madrid, che gioca sempre con un attaccante in più: il grande Marcelo, un'ala prestata alla difesa, più che un difendente. Andando solo un poco più indietro, nel Barcellona d'oro di Guardiola, c'erano Dani Alves e Jordi Alba, due terzini in grado di giocare da ali aggiunte ad ogni azione. Basti, infine, pensare a questa stagione di Serie A in cui se personalemente penso a quale sia stato il miglior terzino destro del campionato italiano, mi rispondo che sul podio certamente ci vanno Florenzi e Cancelo: due ali prestate alla difesa, per l'appunto.

Ecco perchè in questo contesto sentire come nome di maggior insistenza Darmian risulta quantomeno ambiguo per i tifosi bianconeri. Un difendente, prestato alla fascia, più che il contrario. Giocatore dalle indiscusse abilità tattiche e difensive (a Torino venne usato anche come terzo centrale nella difesa a 3), ma dall'evidente limite di una mentalità offensiva e di spinta, quantomeno incerta. Caratteristiche non troppo dissimili da quelle di De sciglio (26 anni, contro i 30 di Darmian), terzino che abbina qualità tecnica e tattica a qualche incursione, senza però avere capacità di dribbling e spinta degne di nota.  Fatte le dovute considerazioni, sembra evidente che aldilà delle parole di Marotta ("non ci sarà una rivoluzione") la Juventus si trovi di fronte ad un bivio: ricostruire, con un occhio al futuro più che al presente, investendo su giovani di qualità o inserire qualche elemento dalle doti già assodate, in grado di garantire la possibilità di lottare per gli obbiettivi più importanti.

In ogni caso, se non si vorrà scegliere la strada della mediocrità (intesa nel senso buono del termine), serviranno investimenti, anche di gran rilievo, per garantire alla Juve terzini in grado di offendere come ali, più che di difendere come centrali. Questo perchè, le grandi squadre degli ultimi anni insegnano: se in attacco porti più uomini in grado di offendere segni di più, e questo fino a prova contraria, è il vero segreto per vincere.