1. Sarà solo una sensazione o forse qualcosa di più? Dopo tanti anni, decisamente troppi, una coppa europea di spessore come la Champions League o l’Europa League potrebbe tornare in Italia. Guardando i risultati ottenuti nelle ultime campagna europee da parte delle squadre italiane, sembra però pura utopia. Infatti le ultime squadre della penisola a trionfare in queste competizione europee sono state l’Inter (in UCL) e il Parma (in UEL) rispettivamente nel 2010 e nel lontano 1999-così tanto tempo fa che aveva un altro nome Coppa Uefa-. Considerando le ultime dieci stagioni, ci sono due nazioni che hanno dominato il calcio europeo: Spagna e Inghilterra. I club di queste ultime hanno trionfato in quasi tutte le competizioni europee possibili tranne qualche rara eccezione firmata Bayern Monaco e Eintracht (la prima ha vinto ha vinto due UCL nel 2013 e nel 2020, mentre la seconda una UEL nel 2022). In particolare, hanno alzato coppe europee per la bellezza di ben 17 volte nell’ultimo decennio vantando rispettivamente –le spagnole-ben 6 Uefa Champions League ( vinte dal Real Madrid nel 2014,2016,2017,2018,2022 e dal Barcellona nel 2015) e 6 Europa League ( vinte dal Siviglia nel 2014, 2015, 2016, 2020, dall’Atletico Madrid nel 2018 e dal Villareal nel 2021) e – le inglesi- 2 Champions (vinta dal Chelsea nel 2021 e dal Liverpool nel 2019) e tre Europa League ( vinte dal Chelsea nel 2013, 2019 e dal Mancehster United nel 2017).

Sembra però che all’improvviso si siano ribaltate le gerarchie dell’ultimo decennio, essendo sul punto di essere eliminate squadre come Liverpool, Tottenham e Chelsea o essendo già state eliminate squadre del calibro di Barcellona l’Atletico Mdrid. Quest’anno, complice un’annata anomala caratterizzata da alcuni fattori esterni come il mondiale autunnale e i guai extracampo di alcune big europee vedasi il Manchester City (ancora in corsa in UCL) e il Barcellona (già eliminato in UEL), le italiane rischiano di arrivare fino in fondo in entrambe le competizioni europee, e addirittura vincerle. Sarebbe interessante, capire quanto tali fattori abbiano inciso sul percorso europeo delle big d’Europa. Dal momento che è impossibile interpretare l’incidenza sull’andamento della squadra dei guai giudiziari, considererei l’incidenza del mondiale autunnale sulle big europee, intesa come numero di giocatori dati alle nazionali di calcio al mondiale. Infatti, se andassimo a vedere quanti giocatori le squadre inglesi abbiano “prestato” alle nazionali per il mondiale autunnale, scopriremmo che la Premier è in testa a questa classifica con ben 124 giocatori partiti per la spedizione qatariota, seguita dalla Liga spagnola che ha visto partire ben 80 giocatori e dalla Bundesliga (75), mentre la Serie A ne ha visti andare solo 67. Questi dati forse rappresentano qualcosa di più di che un indizio, considerando che il calo di rendimento più netto si sia registrato proprio da parte dei club inglesi (cioè le squadre maggiormente coinvolte nella coppa del mondo, per giocatori prestati).

Certo pensare però che il cammino delle Italiane sia dovuto al solo mondiale autunnale è riduttivo perché, nonostante la mancata qualificazione all’ultimo mondiale e il costante impoverimento del campionato di Seri A, nelle ultime stagioni c’è stato un cambio di mentalità da parte di molti club italiani. Si è iniziato infatti, a sviluppare un calcio più europeo con allenatori che prediligono un tipo di calcio meno difensivista (chiedere a Glasner) e più aggressivo, verticale e fatto di pressing. Infatti in questo campionato quasi tutte le squadre italiane hanno allenatori che propongono una filosofia di gioco europea a partire dalle migliori, basti pensare a Pioli (Milan), Spalletti (Napoli), Sarri (Lazio) e Gasperini (Atalanta) fino ad arrivare a realtà più piccole come ad esempio Dionisi (Sassuolo), Palladino (Monza), Juric (Torino), Motta (Bologna) e Sottil ( Udinese). Il dubbio che i risultati delle italiane siano una conseguenza del mondiale però rimane, e forse solo il tempo potrà chiarirlo.