Il cammino europeo della Juventus continua a essere disastroso. Considerando anche la partita giocata ieri, Madama in sette incontri- di cui 6 in Uefa Champions League e uno in Europa League- ha raccolto la miseria di una vittoria, un pareggio (Giovedì con il Nantes) e ben cinque sconfitte-. Sebbene le prestazioni nella massima competizione europea possano in qualche modo essere giustificate, avendo incontrato squadre di livello internazionale, eccezion fatta per il Maccabi, quella di ieri è indifendibile.

La Juve era partita bene nella prima mezz’ora tirando nello specchio della porta con Di Maria un paio di volte, e trovando il gol del vantaggio al tredicesimo minuto con un’imbucata del funambolico argentino per Chiesa che aveva servito il più facile degli assist a Vlahovic. Poi però, come se la partita fosse terminata sull’1-0, la formazione bianconera si è spenta e ha lasciato inspiegabilmente campo ai francesi fino allo scoccare dell’ora di gioco.
Mi viene da pensare che per l’ennesima volta la Juve abbia sottovalutato l’avversario, come suo solito, pensando di aver già la vittoria in tasca. Infatti l’azione del gol del pareggio è un contropiede che nasce da un insieme di disattenzioni culminate nello scivolone di Bremer (inadatto a certi livelli) che spalanca una prateria per il rapido Blas trovandosi senza alcuna opposizione a tu per tu con Szczesny.
Dopo il pareggio i bianconeri hanno avuto una timida reazione
, colpendo con lo stesso tiro di Chiesa prima la traversa e poi il palo e poco dopo colpendo un ulteriore legno direttamente da calcio d’angolo con Di Maria, per poi spegnersi con il passare die minuti. Facendo un’analisi del percorso europeo della Juve e in particolare della partita di ieri salta all’occhio che non appena l’intensità delle partite aumenti, come avviene sempre in ambito europeo e poco in Italia, il gioco sotto ritmo della Juve incontra grosse difficoltà. Onestamente non pensavo che anche ieri le avesse e non immaginavo di vedere una partita del genere che seppur dominata nelle statistiche (Madama ha tirato sedici volte contro le 7 del Nantes, ha avuto più possesso palla e colpito tre pali a zero) non lo è stata nel risultato finale.
Faccio fatica a comprendere l’atteggiamento conservativo degli allegriani, che invece di azzannare un avversario innocuo, ha quasi aspettato di subire il pareggio.
Il Nantes inoltre è una squadra poco avvezza al gol e come supporto a tale tesi basta osservare i dati dei francesi in Ligue 1 (23 gol in 22 giornate, e 6 gol in 6 partite nei gironi di Europa League). Quindi, cercando con maggiore insistenza il doppio vantaggio per tutta la partita e non a fasi alterne credo che la Juve avrebbe vinto comodamente l’andata del playoff e si sarebbe giocata il passaggio del turno in terra straniera non con l’obbligo di vincere.
Obiettivamente la situazione non è compromessa, poiché la tredicesima forza del campionato francese ha dimostrato, tirando in porta un’unica volta in porta nell’arco della partita e non creando più occasioni da gol, di essere una squadra più che battibile. Infatti già in questa Europa League ha perso tra le mura amiche con il Friburgo (squadra tedesca di medio alta classifica) con un netto 0-4.

Detto ciò, non oso immaginare una Juventus che non riesca a superare lo spareggio di Europa League, anche perché sarebbe una fallimento colossale. Questa è una squadra che ai nastri di partenza era stata costruita per poter vincere il campionato e per ben figurare in Uefa Champions League e non è pensabile che esca dall’Europa, più che mai fondamentale quest’anno, con una squadra di tale livello.
Se analizzassimo la rosa del Nantes forse anche i suoi migliori giocatori farebbero fatica in serie A. Tra i migliori interpreti ci sono infatti Moussa Sissoko (ormai da tempo sparito dai radar della nazionale francese), Corchia ( un difensore centrale di discreta esperienza internazionale, avendo giocato in una squadra come il Siviglia, ma mai veramente esploso), Simon (un nazionale nigeriano) che ieri è anche partito dalla panchina e l’autore del gol Blas che comunque era alla sua prima partita nelle fasi finali di una competizione europea.
Il confronto è talmente impari, considerando i giocatori su cui può fare affidamento la Juventus e il loro valore, che una eliminazione così prematura e inaspettata potrebbe far pensare alla dirigenza che l’era del corto muso sia definitivamente giunta al termine.