Adesso è proprio difficile! È difficile perché di confusione al vecchio e caro Milan ne è stata fatta tanta, troppa. 

Si dovrebbe anzi, si deve, cominciare a fare chiarezza sull'organigramma societario perché di figure duplicate ce ne sono più d'una e quando i galli a cantare sono troppi, non solo non fa mai giorno, ma finisce che si perdono di vista gli obiettivi e va tutto in malora.
Singolarmente (caso più unico che raro) ad oggi nell'ac Milan esistono due piramidi, una anglosassone (che son quelli che, almeno formalmente, hanno tirato fuori i soldi) e quindi abbiamo Elliott, Singer e Gazidis ed una italiana che rappresenta "la bandiera", la "continuità" rossonera della squadra che è seconda al mondo, per palmares, solo al Real Madrid.
L'uomo forte della  struttura "italiana", per chi ancora non l'avesse capito, è lui, Zvone Boban, l'ultimo arrivato in società! È lui, e non Maldini, quello che si confronta con gli anglosassoni e, presto o tardi, sarà lui quello che avrà addosso tutto il fardello di responsabilità sportiva del gruppo.  Stando così le cose è inevitabile che lungo il percorso di crescita Boban lascerà per strada vittime collaterali e, fra queste, i primi saranno il tecnico (non scelto da Zvone, anzi a lui inviso) e subito dopo... qualche bandiera che ha cannato gli obiettivi.

Fuori Giampaolo dunque, e dentro l'attuale pupillo, leggi mister, del "vero" a.d. italiano: Luciano Spalletti. Ma per i tifosi cosa cambierà con questo, quasi sicuro, avvicendamento?
Se ci focalizziamo sul breve periodo forse, ripeto FORSE, solo una veloce messa in soffitta di frasi e sogni non suffragati da concretezza di risultati; se invece ci sforziamo di non avere una visione miope del Milan ma lo immaginiamo già come impresa moderna ed efficiente, ecco che, l'ingaggio di Spalletti, al di là di qualsiasi prematuro e personale giudizio tecnico (mi piace, non mi piace, era all'Inter...) diventa un segnale "forte e  chiaro" di qualcosa che, calcisticamente parlando, inizia a prendere forma. Infatti un allenatore che prende un ingaggio "serio" chiede, per default, garanzie, giocatori, progettualità e non gli basta di sicuro essere solo chiamato"maestro", "filosofo" o professore emerito; lui vuole vincere!
Può mai dispiacere questo ai tifosi rossoneri? Sicuramente no, perché il manico è sì importante, ma le nozze coi fichi secchi sono riuscite solo ad Uno. E quindi arriveranno (dovrebbero arrivare, mettiamo il condizionale che è meglio...) giocatori di livello alto, giovani sì, ma già affidabili e in grado di garantire ragionevolmente risultati apprezzabili e dare soddisfazioni ai tifosi.

FINALMENTE!!! Se quindi l'avvicendamento Giampaolo-Spalletti significa la messa in atto di un progetto di ampio respiro, allora si faccia quanto prima, senza più inutili ripensamenti!
I problemi "contingenti", le scelte tecniche, gli avvicendamenti dei giocatori della rosa, il modulo, passeranno perciò in secondo piano, verranno di conseguenza e saranno figli di un progetto (speriamo) sero, concreto e duraturo.